𝕔𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 𝕢𝕦𝕒𝕥𝕥𝕣𝕠

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Salto dallo spavento e mi giro verso la persona che mi ha toccato la spalla.
Il mio corpo è come paralizzato.
Davanti a me c'è Bakugo, credo, il ragazzo che ho "conosciuto" agli esami.

Inizio a balbettare cose a caso e lui mi guarda malissimo. Perché proprio io devo fare figure di merda simili?

- Ma che cazzo di problemi hai? - chiede con quel suo linguaggio da scaricatore di porto.

Abbasso lo sguardo imbarazzata smettendo di muovermi, come se le mie scarpe fossero diventate la cosa più affascinante sulla faccia della Terra dopo la sua domanda.

Perché non posso parlare con lui civilmente?

Vedo le sue scarpe avvicinarsi alle mie, e una leggera pressione dettata dal suo indice e medio mi fa alzare la testa, per guardarlo negli occhi.
Divento completamente rossa in viso, imbarazzata dalla vicinanza dei nostri corpi, incosciente del motivo.

- Per caso... - ghigna e si avvicina di più a me - Hai paura di parlare davanti ai ragazzi? -

Rimango ferma sul posto chiudendo gli occhi e cominciando a tremare.
Il mio cuore batte a mille e la paura mi pervade.

Ma di cosa ho paura? Di lui?

Nella mia testa le domande fanno scoppiare uno a uno ogni mio neurone senza pietà. Come se il dubbio sia il loro piatto preferito.
Lui si allontana da me e sospira esausto e annoiato dalla situazione, non lo biasimo affatto.

- Tch scema, è inutile che hai paura, tanto la figuraccia la fai comunque anche se non fai nulla, Uraraka. - sputa acido, guardandomi con sguardo torvo.

Rimango sorpresa dal fatto che mi abbia chiamato per cognome e non con uno dei suoi soliti insulti. Abbasso lo sguardo e annuisco.

- Hai ragione, scusa... E-Ecco... Io sono TN Uraraka. - sorrido e gli porgo la mano come si deve e lui la stringe tirandomi a sé.

- Katsuki Bakugo, dimmi scema, a che posto in classifica sei arrivata. - chiede con quel suo ghigno da scemo.
Mi dà molto fastidio la sua aria da so tutto io, oppure da quello che sa di essere forte e se ne vanta fin troppo.

- Seconda... Tu? -

Lui ghigna e lascia la presa sul mio polso per poi portare la sua enorme mano sul petto, indicandosi col pollice.

- Primo. - risponde semplicemente per poi togliere del tutto le nostre vicinanze e andarsi a sedere su una panchina a pochi passi da me.
Io lo continuo a guardare e lui pure.

Non so cosa dire... C'è un silenzio così imbarazzante.

Il suo sguardo puntato sul mio corpo mi fa capire che aspetta una mia reazione, una risposta o qualunque cosa appare il silenzio.
Sospiro e vado a sedermi vicino lui, ma con due metri di distanza, con ancora il rossore sulle guance.
Non voglio prendere troppe confidenze, anche perché non ci riuscirei, ma non voglio nemmeno stare in piedi in un silenzio completamente imbarazzante.

- Senti bastarda divisa in due, alla prima prova che ci fanno fare facciamo un gioco. -

Io lo guardo curiosa e con lo sguardo lo incito a continuare. La cosa non mi piace per niente.

- Se arrivo primo, esci con me. se arrivi te prima... farò ciò che vuoi, okay? -

Rimango senza parole, non so proprio che rispondere. Io uscire con lui? Non avrei nemmeno pensato che puntasse ad un appuntamento. Credevo che fosse uno di quei ragazzi che non pensano alle ragazze ma solo a sé stessi, e invece.
Ahh, tutto questo mi sembra un cliché dei film o nei libri per ragazzi e in calore. Succedono cose così anche nella vita reale? E perché, se esistono, devono capitare a me?!
Lui ghigna soddisfatto, come se il mio silenzio fosse un sonoro sì.

Bastarda In Due ||bakugo×reader||Where stories live. Discover now