Capitolo 5 - Luca

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-----------Ciao a tutti, grazie per le tante letture! Spero che la storia vi stia piacendo! Se è così lasciatemi una stellina, altrimenti commentate facendomi notare cosa non vi convince -------

Roma, Martedì 26 Ottobre 1999

Le strade della periferia, riflette Luca, hanno una loro bellezza armonica e cristallizzata, e lui non può fare a meno di notarla ogni volta che la mattina esce per andare al lavoro. 

Quando faceva le scuole medie la madre lavorava come commessa in un negozio di souvenir in una delle vie adiacenti a piazzale Flaminio, e ogni tanto lui andava a trovarla. Sapeva che al centro abitavano le famiglie benestanti, ma perché mai qualcuno desiderasse vivere immerso in quel viavai alienante di persone di passaggio, in case vecchie e palazzi senza giardino, Luca davvero non lo capiva. Certo non era stato il tipo di ragazzino attratto dal fascino dell'arte e dell'antichità e preferiva giocare a pallone per strada e nei cortili, scorrazzare qua e là con i suoi amici, controllati a vista da tutte le mamme del quartiere nato insieme a lui negli anni del Baby Boom.

Adesso Luca capisce perché le persone non amano vivere lontane dal centro. Anche se non abita più nel suo quartiere di origine, gli edifici e le strade gli appaiono sempre perfettamente identici a tutti gli altri, progettati come sono a tavolino da architetti poco fantasiosi e frettolosi al sevizio di impresari edili avidi. Palazzi bassi e squadrati, disposti in fila lungo viali di ghiaia alberati  dovrebbero ricreare l'atmosfera familiare di un paese, circondati come sono da una finta campagna, per lo più incolta e costellata di vecchi edifici industriali, qualche supermercato  o centro commerciale.

L’intento è riuscito, pensa Luca, la popolazione di quei condomini è unita, compatta e fa fronte comune contro le novità. Impossibile pensare di lasciare in pace una famiglia cinese, nigeriana o anche semplicemente siciliana che decida di stabilirsi lì, soprattutto per i molti anziani che popolano quelle strade e che all'immigrazione, interna ed esterna che si sta sviluppando in quegli anni, non sono abituati. Nemmeno Luca, che pure aveva sempre vissuto a non più di qualche chilometro da lì, era stato ben accetto, all'inizio.

È una persona estremamente riservata riguardo alla sua vita privata e per questo motivo non ha alimentato nessun  tipo di pettegolezzo dei vicini. Sanno che abita da solo, conoscono il suo mestiere, ma nulla immaginano, ad esempio, della sua famiglia, che forse sarebbe l'unico elemento della sua vita che a qualcuno potrebbe sembrare interessante. Ma cosa avrebbero potuto dire, in fin dei conti? Molte persone hanno genitori divorziati, che Luca veda poco suo padre dopo che quindici anni prima si è trasferito e si è rifatto una famiglia è comprensibile e le malattie della vecchiaia sono troppo comuni perché quella di sua madre faccia notizia. Il fatto che non girasse nessuna voce degna di nota su di lui è stato un punto a favore di Luca agli inizi, ma certo le sue reticenze a lungo andare hanno fatto sì che nessuno gli si confidasse e che il ragazzo sia finito escluso, come d'altronde lui ha sempre desiderato.

E così Luca non ha legami di sorta con quella piccola comunità  di abitanti del condominio, né negativi né positivi, con un'unica eccezione, che rappresenta l'unico cruccio della sua vita, in quel momento.

Anna è una ragazza di ventotto anni che abita a poche porte di distanza da lui. È una bella donna, alta, magra e sportiva, con lunghi capelli scuri che porta sempre legati in una coda alta, ma Luca non aveva mai registrato nella sua mente più dettagli su di lei di quanto non avesse fatto con chiunque altro lì. Sa solo che lavora come professoressa di italiano e latino in un liceo della zona, che abita vicino a sua madre, una delle donne più pettegole che Luca abbia mai conosciuto, e che la mattina fa il percorso lungo quasi tre chilometri e privo di marciapiedi degni di questo nome per arrivare alla scuola. Mattiniera come Luca, si è ritrovata spesso a percorrere a poca distanza da lui a piedi la lunga strada che porta al discount, oltre il quale si apre la piazza dove si affaccia qualche negozio, un'orribile chiesa moderna e il grande complesso scolastico che pretende di raccogliere in sé ogni indirizzo.

È stata lei ad attaccare bottone un paio di mesi prima, una mattina in cui si sono trovati a camminare più vicini del solito. Ha fatto scivolare distrattamente a terra un vocabolario che portava sotto il braccio, e Luca si è chinato per raccoglierlo. Tra i ringraziamenti e i convenevoli i due hanno iniziato a parlare. Al ragazzo non dispiaceva farsi una chiacchiera prima di arrivare al lavoro, e ci ha messo qualche giorno a capire le intenzioni di Anna. A quel punto rifiutarsi di rivolgerle la parola sarebbe sembrato scortese, ma Luca tenta sempre di evitarla, se può. Ma quella mattina è impossibile.

È veramente molto presto e Luca non ha pensato che la ragazza potesse alzarsi così di buon'ora. La strada è deserta e anche sulla carreggiata passano pigramente solo i furgoncini che consegnano la merce di prima mattina ai negozi al dettaglio. È ancora scuro e il cielo nuvoloso crea un'atmosfera tetra, al punto che Luca quasi si spaventa, quando si sente chiamare. Si volta di scatto e vede Anna. Alla distanza alla quale si trova avrebbe potuto far finta di non sentirla ed evitarla, essendo appena arrivato alla svolta verso il cantiere, subito prima del discount. Ma lei ora sa di essere stata notata e gli sorride. Lui ricambia a malincuore.

“Ciao Anna”, saluta già imbarazzato.

“Ciao Luca”, la ragazza sfoggia un sorriso radioso. Nonostante stia andando al lavoro, è ben vestita, indossa un trench sopra una camicia a quadri e dei larghi pantaloni a vita alta e ai piedi porta un paio di Dr Martens.
Veste alla moda come una ragazzina, nota Luca, e questo, lungi dal farla sembrare ridicola, sottolinea la sua bellezza e la sua giovane età.

Quella ragazza lo mette in soggezione. “Scusami ma non mi posso fermare, sono di fretta, oggi …”

“Non preoccuparti, devo solo farti una domanda”, lo interrompe lei, spigliata. “Mi chiedevo se fossi impegnato stasera. È il mio compleanno e pensavo di offrire un aperitivo a casa mia.”

Luca desidererebbe tantissimo risponderle che non può, ma la madre di Anna deve averle detto che lui non esce mai nelle sere infrasettimanali. Può davvero rifiutare l'invito al compleanno di quella gentile ragazza senza risultare antipatico? Luca sospira. “Sì, ci sarò”.

“Ottimo, allora a stasera”, gli rivolge uno di quei suoi sorrisi raggianti mentre si separano, e Luca, guardandola andare via, si dice che se la rifiutasse sarebbe impossibile per qualcuno non capire cos'è lui, tanto lei pare bella e al di fuori della sua portata, con la sua giovane età, l'intelligenza, la cultura e la posizione economica superiore.

Che dovrebbe fare? Iniziare a frequentarla con la benedizione della sua madre impicciona? Uscirci, andarci al letto, fingere di essere innamorato di lei e magari chiederle di sposarlo, per poi tradirla nella prima ora di libertà? Gli torna in mente lo sguardo dolce e scuro di Eddie in contrasto con l’amarezza nel suo sorriso. Deve averne visti molti che fanno  così.

Ma lui ha sempre evitato di raccontare quelle cazzate e di illudere una qualsiasi persona e tanto meno avrebbe motivo di farlo con quella ragazza dolce, solare e simpatica che è stata sempre così gentile con lui.

Luca sospira, imboccando la strada per il lavoro. Deve solo sopravvivere a quella serata. Farà di tutto perché lei non si dichiari e, se non ci riuscirà, la rifiuterà. Potrà dire che il suo cuore è già occupato da un’altra e poco  importa se qualcuno non ci crederà.

Di nuovo gli torna alla mente, con un'associazione di idee incomprensibile, Eddie, col suo passo nervoso e le sue carezze, le labbra carnose, la voce timida che gli esce quasi a forza dalla bocca, il fisico delicato e i riccioli striati di grigio con i quali ha giocato. Infine ripensa al suo lieve singhiozzo, quello che ha percepito distintamente e che gli pesa sulla spalla dall'ultima volta che si sono visti, come se il ragazzo avesse tentato in modo involontario di alleviare la propria tristezza passandone un po' a lui. Incapace di capire perché l'immagine di Eddie gli si sia presentata nella mente proprio in quel momento, Luca scaccia il pensiero e continua a camminare.

Storia di un amore squallidoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora