Capitolo 51 - Umiliazione

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Roma, Venerdì 12 Maggio 2000

Eddie non pare essersi accorto di lui. Luca cerca di cogliere l'espressione sul volto del ragazzo: ha lo sguardo perso nel vuoto, fa poco caso a ciò che accade intorno a lui. Solo la piega della bocca denuncia la sofferenza pungente di pensiero che lo tormenta.


Luca aspetta quasi con impazienza il momento in cui il giovane si volterà e scoprirà nel viso del suo amante il suo aguzzino. Eppure non può fare a meno di meravigliarsi della perfetta impassibilità di Eddie: una statua di pietra, immobile, forse in ascolto per cogliere possibili minacce. Luca rimpicciolisce, schiacciandosi contro il finestrino. Con un po' di fortuna, il ragazzo non si accorgerà di niente.


La macchina prende a tutta velocità una curva  e la forza centrifuga spinge i tre uomini seduti sul retro a schiacciarsi l'uno contro l'altro. Luca trattiene il respiro guardando in direzione di Eddie, ma il ragazzo continua a non accorgersi di nulla e guarda fuori dal finestrino con aria affranta.

L'uomo pensa che la luna sembra d'un tratto più luminosa, troppo perché ci si possa nascondere.


"Ehi, com'è che ti chiamavi, tu?", chiede Ernesto, distratto. Non sa nemmeno il suo nome, lo stronzo.


"Eddie", sussurra il ragazzo con un filo di voce. Il cuore di Luca si stringe.


"Bene, Eddie", continua Ernesto, svoltando di nuovo a sinistra e portando la macchina al centro di uno slargo sconosciuto. "Sei contento che ti ho portato i miei amici?" Ride. Un moto di disgusto prende Luca alla bocca dello stomaco.


Sono finiti in una delle piazzole del parcheggio del centro commerciale. Ai piedi del grande edificio l'oscurità della notte si fa ancora più fitta e tetra.La luna viene nascosta.


Un debole sorriso falso appare sulla bocca di Eddie. "Sono qui apposta, no? Fa sempre piacere ricevere visite da bei manzi come voi."

 Il tono di quelle parole ferisce le orecchie di Luca: malizioso, volgare e sguaiato, niente a che fare con il distacco che ha colto negli occhi del ragazzo fino a qualche attimo prima. Luca non si era mai accorto di quanto fingere riuscisse facile a quello che considera il suo uomo.


Ma proprio mentre l'uomo si perde in quelle considerazioni, Eddie, forse in cerca di informazioni sugli uomini che dovrebbe soddisfare, lancia veloci occhiate ai singoli componenti del gruppo. Ed è proprio in quel momento che nota Luca.


La sua espressione di puro stupore non potrebbe lasciare indifferente l'uomo che siede loro affianco, se questo non fosse ubriaco marcio. I loro occhi rimangono calamitati.

 
Ernesto è sceso dalla macchina e ora spalanca la portiera alle spalle di Eddie. "Vieni fuori, non fare il timido", lo invita ridendo. Il ragazzo fatica a distogliere lo sguardo ed esce dall'auto, senza degnare più di attenzione Luca. Ha un'espressione contrariata.


Ernesto si avvicina a Eddie e gli appoggia la mano sul petto, spingendolo contro la macchina. Senza pensarci il ragazzo si guarda le spalle: Luca è rimasto all'interno. Che cosa significa la sua presenza lì? L'uomo che adesso gli si struscia addosso gli aveva detto di conoscere Luca, ma non che fossero amici. Perché l'uomo non è venuto alla solita ora e adesso si presenta con quegli uomini?


"Allora", riprende Ernesto, per niente interessato alla confusione di Eddie. "Vogliamo iniziare prima che si faccia l'alba?"

Il ragazzo sente l'erezione dell'uomo premere contro la sua coscia. Decide che è ora di mettere in chiaro le cose. "Cos'è che devo fare di preciso?", chiede, pratico.

Luca ascolta quelle parole ovattate dallo spessore del vetro del finestrino alzato. Vorrebbe tapparsi le orecchie con le mani pur di non sentire, ma sembrerebbe sospetto. E poi è rimasto come paralizzato, colto dalla morbosa necessità di sapere.


L'uomo si fa più vicino a Eddie e, schiacciandolo contro il finestrino dell'auto, comincia a palpeggiargli i glutei. Nel frattempo però gli sussurra qualcosa all'orecchio che Luca non riesce a percepire.


Forse è meglio così, perché la scena a cui sta assistendo va già molto al di là della sua capacità di sopportazione. Non vede in faccia i due che parlano, ma in compenso ha una visuale perfetta sulla mano viscida di Ernesto che si infila nei pantaloni di Edoardo. Serra i pugni.

 Con l'altra mano il geometra fa scorrere tra le dita di Eddie la somma pattuita. Poi, con grande sorpresa di Luca, l'uomo si stacca dal ragazzo e fa cenno al tipo senza nome di avvicinarsi.


Quello viene avanti verso il finestrino, e Luca nota che non ha aspettato a calarsi i pantaloni. Il suo membro grosso e schifoso punta quasi verso di lui. 


Eddie esita ad inginocchiarsi: sa che si ritroverebbe con la testa davanti al finestrino e che il suo amante dovrebbe vederlo. Il cliente si accorge della sua titubanza e, pensando forse che il ragazzo voglia tirarsi indietro, senza fare troppi complimenti lo tira per le spalle e lo spinge giù. Il giovane sbatte il labro inferiore contro la carrozzeria dell'auto, ma non si lamenta. Luca lo osserva schiudere leggermente la bocca per il dolore. L'uomo ne approfitta per infilarci il pene.


Eddie c'è abituato e a mala pena se ne accorge: tutta la sua attenzione è concentrata sull'angolo buio dell'abitacolo dove si trova Luca e che lui adesso scorge con la coda dell'occhio. L'uomo si è voltato, per fortuna, e adesso osserva il punto della strada da dove sono arrivati a bordo dell'automobile. Perché? Perché è lì dentro? Come si è cacciato in quella situazione? Ernesto vuole far del male a Luca? Lo ha rapito? Eddie è preoccupato, ma sa anche che quelle illazioni sono fuori dal mondo. Deve esserci una spiegazione più semplice.


Una lacrima scorre dalla guancia di Luca lungo il finestrino dell'auto. Sente i grugniti dell'uomo che sta godendo di Eddie diffondersi nella notte. L'umiliazione sua e del ragazzo adesso gli apre un vuoto al centro del petto.


Quando sente il cliente  venire, le sue orecchie iniziano a fischiare. Tira un grosso sospiro e, percependo i passi in allontanamento dell'uomo, prende coraggio e si volta. Vuole dire a Eddie che gli dispiace, o quanto meno farglielo capire con lo sguardo, ma si pente all'istante della sua decisione impulsiva.


Eddie socchiude gli occhi, mentre tenta in tutti i modi di ripulirsi la faccia sporca di sperma con le mani. Quando alla fine riesce a scorgere gli occhi di Luca puntati su di lui trasalisce, come colto in flagrante. L'umiliazione cocente ci mette solo qualche secondo a trasformarsi in rabbia.
Mentre il secondo tizio, Giorgio, si avvicina a lui con il membro tra le mani e glielo spinge in gola, i pensieri di Eddie cominciano a vorticare senza sosta.


Ha pensato addirittura che fosse stato rapito! è un vero idiota! Non c'è nulla da capire, bisogna solo prendere atto di ciò che è evidente sin dall'inizio. Luca è venuto lì in gita con quei suoi amici schifosi, non si aspettava che quello stronzo di geometra scegliesse proprio lui. Voleva farsi una scopata con uno qualsiasi degli altri ragazzi, ma gli è andata male. E non ha avuto nemmeno il coraggio di avere un rapporto con Eddie, davanti ai suoi amici. Forse ha temuto che la reazione del ragazzo lo avrebbe messo in imbarazzo, ha creduto che ci sarebbe stata una scenata di gelosia.

Con le ginocchia ferite dal brecciolino del parcheggio, Edoardo si maledice per essersi fidato di luca e per essersi illuso che potesse essergli fedele. O anche solo che potesse interessarsi della sua sorte.


In un impeto di autolesionismo cerca di scorgere l'uomo con la coda dell'occhio: vuole vedere la sua faccia imbarazzata, vuole metterlo in difficoltà, sebbene sappia che per quanto male possa fargli, quel dolore non si avvicinerà neanche lontanamente a quello della propria ferita.


Luca sembra ipnotizzato dal movimento della sua bocca.


È molto peggio di come pensava, si dice Eddie: l'uomo non si è astenuto per imbarazzo, ma perché si eccita nel guardare.


E si diverte, lo stronzo.

Storia di un amore squallidoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora