Capitolo 34 - Balle

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Roma, Giovedì 10 Febbraio 2000

Luca appoggia tutto il suo peso sulla schiena di Eddie e respira contro il suo collo, aspettando che si plachi l'affanno. Anche il ragazzo, ha il respiro strozzato. Luca gli bacia la nuca, percorrendo la sua schiena con i polpastrelli, sperando che quel gesto lieve lo aiuti a calmarsi. Poche cose lo rilassano come l'orgasmo e adesso è pronto a ricoprire di baci il corpo gracile dell'amante, nel silenzio assoluto della notte.

Eddie si volta, cercando di trovare una posizione supina più comoda sullo stretto sedile, in modo da poter guardare in volto l'uomo. I due si abbracciano. Luca continua ad accarezzare le braccia del ragazzo, agganciando il suo sguardo.

Quando ama, Eddie ha un'espressione imbronciata, un modo del tutto singolare di tenere le labbra socchiuse e di spalancare gli occhi, quando gode.
Luca ancora fatica a credere che quell'essere così prezioso gli abbia donato se stesso senza la sua richiesta. Ormai sa che la vita gli ha concesso una grande fortuna, come i boccioli dei fiori, che fra poco la primavera aprirà con delicatezza, permettendo loro di rilasciare l'aroma. Sente che deve stare molto attento affinché l'inverno non li geli, uccidendoli.

"A che pensi?", chiede Eddie con un sussurro, come se temesse di svegliare la stessa notte che è calata attorno a loro.

"Nulla di importante", bisbiglia Luca di rimando, e poggia un dito sulle sue labbra, come a dirgli di fare silenzio. Il ragazzo gli copre di baci la mano.

Solo che non è vero che non pensa a niente, si dice Eddie. Quelle sopracciglia aggrottate non sono un tratto del suo sguardo, di solito. Ma non è nemmeno vero che non sa cosa stia pensando il suo innamorato. Ormai conosce bene la preoccupazione nei suoi occhi quando si perde nell'enigma della realtà immaginaria che lui identifica con quella di Eddie. Luca ha paura per lui. Forse il ragazzo sa come rassicurarlo.

È facile, si dice, basta raccontargli balle abbastanza credibili, ben congeniate e coerenti; l'uomo per qualche motivo incomprensibile sembra fidarsi di lui. Eppure di solito i clienti sono così sospettosi, sempre pronti a credere di essere stati derubati o frodati. Invece Luca, che adesso fa scorrere le dita tra i suoi capelli, non ha mai avuto il minimo dubbio su di lui. Forse è per questo che a Eddie dispiace  mentirgli. O forse, più probabilmente, gli pesa perché vorrebbe che l'amante sapesse tutto e che si offrisse di aiutarlo. Ma non può rivelargli niente, se non vuole metterlo in pericolo.

E così, guardando negli occhi nocciola di Luca, Eddie comincia a pensare al complicato sistema di bugie che gli racconterà di sua spontanea volontà, senza più farsi estorcere mezze verità pericolose.

Dunque ora Luca sa che lui abita con gli altri ragazzi. Poco male, il fatto che lui viva con degli amici deve essere in un certo senso un'idea rassicurante. I legami umani nell'immaginario comune rappresentano una protezione. Ma la casa? Come sarebbe una casa affittata da Eddie e da altri come lui, se esistesse davvero?

"E adesso a cosa pensi tu?", chiede Luca, ripetendo la domanda dell'amante.

"Ti metteresti a ridere, se lo sapessi." Eddie ne dubita, ma sa che è il momento giusto per iniziare a mentire.

"Puoi dirmelo", lo incoraggia l'altro, sorridendo, mentre le rughe sul suo volto, quelle dovute alla tensione, sembrano spianarsi.

"Domani è il compleanno di un mio amico, devo preparargli una torta." Eddie immagina che in una casa di coinquilini ci debba essere un forno funzionante e quasi sempre acceso, dato il numero di persone.


"Davvero?" Luca sembra colpito dalla quotidianità di quella informazione e Eddie si accorge di aver centrato il bersaglio.

"Quanti anni compie? Come si chiama?", si informa l'uomo.

Storia di un amore squallidoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora