Capitolo 40 - Futuro

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Roma, Domenica 26 Marzo 2000

Per chi ha una vita vuota un momento di emozione riempie le giornate per settimane. Luca si è illuso che se Edoardo avesse accettato di venire a vivere con lui, la sua esistenza avrebbe preso una piega diversa, si è proiettato in un futuro di gioia e di amore.

 Adesso vorrebbe non averlo mai incontrato: forse non si sarebbe mai accorto del suo personale grigiore. Si aggrappa ancora alla rabbia e alla frustrazione per il  netto rifiuto del ragazzo, ma ormai, dopo più di venti giorni, anche quelle sensazioni si stanno affievolendo.


Come tutte le mattine, uscito dalla doccia, Luca lancia un'occhiata al mobile all'ingresso di casa sua. Sopra ci sono poggiati i soldi che ha risparmiato in quelle tre settimane, dopo aver messo fine alle sue gite del giovedì notte. Non se la sente di tornare in quel posto, ha paura di incontrare Eddie. È un pensiero del tutto irrazionale: il ragazzo non potrebbe lamentarsi se lui andasse con altri.


Mentre quella mattina prepara la colazione, cerca di convincersiche la sensazione terribile di una vita diversa e parallela che scorre al di fuori di quella casa sia solo una romantica illusione. Se anche Edoardo fosse venuto via con lui, avrebbero con ogni probabilità litigato nel giro di due settimane. Non si conoscevano affatto, al di fuori di quel contesto degradato e al limite della legalità. Il ragazzo lo sapeva, per questo non ha ricambiato la sua dichiarazione. Non ha nemmeno preso in considerazione la proposta. Se ci ripensa Luca si sente ridicolo. Può immaginare Eddie mentre lo aggiunge alla lista dei clienti che si sono innamorati di lui e sono venuti a fargli strani discorsi.


Eppure non può fare a meno di sentirsi offeso per il modo in cui è stato trattato. Cosa ha fatto di male, in fin dei conti? Gli ha posto una richiesta gentile e rispettosa per ottenere in cambio le accuse di voler trasformare l'uomo che pensava di amare -come aveva detto?- in uno schiavo sessuale. Ritorna con la mente alle notti passate insieme. Possibile che in tutto questo tempo Eddie non fosse arrivato, se non ad amarlo, per lo meno a fidarsi di lui?


Si ritrova a versare i cereali al di fuori della tazza. È una giornata meravigliosa di sole, i raggi del quale colpiscono il piano specchiato della cucina di Luca. Dalla strada non arriva alcun rumore.

 Potrebbe non succedere nulla per tutta la giornata, pensa sconfortato. La sua vita privata non esiste. Quei soldi sul mobile di ingresso ne sono la prova.
Non può andare avanti così. Luca li infila in tasca, deciso ad uscire.


Si ritrova nel cortile del suo complesso, senza avere idea di cosa fare. Ha con sé le chiavi della macchina, ma non saprebbe dove andare. L'unica idea che gli viene in mente è di chiamare un paio dei suoi colleghi e di chiedere loro se vogliono uscire per una birra. Poi ricorda che manca ancora molto all'ora di pranzo.

Forse si andrà ad ubriacare da solo in un locale, magari verso il centro città. Se riuscisse a trovarne uno abbastanza distante, potrebbe perfino finire in un locale gay. Non ricorda di averne mai frequentato uno. Potrebbe trovare qualcuno da portarsi a casa, sarebbe più economico che andare a puttane.


La sua mente corre per l'ennesima volta a Eddie. Luca non ha quasi la forza di  opporsi quel pensiero.

Sarebbe sul punto di rinunciare e tornare a casa, se proprio in quel momento non venisse urtato alle spalle da qualcuno diretto nella sua stessa direzione. Si accorge solo in quel momento di essere fermo al centro del piazzale. Si volta per scusarsi.

 
"Ciao, scusami, non ti avevo visto." Anna è arrostita da capo a piedi davanti ai suoi occhi.

I due non si sono più parlati da quando lei lo ha baciato. è chiaro che la ragazza si aspettasse che fosse lui a fare il passo successivo. Così non è stato. Da quel momento anche lei ha cominciato ad evitarlo e a non rivolgergli la parola quando si incontrano nel loro complesso e quando si scorgono la mattina, andando al lavoro.


"Ma figurati, non preoccuparti", risponde Luca dopo qualche secondo, scansandosi. Eppure i due restano immobili. Anna non vuole muoversi per prima e Luca ancora non sa dove andare.


"C'è qualcosa che posso fare per te?", chiede Luca, cercando di sembrare naturale.


"Veramente." Un momento di esitazione. "Mi dispiace chiedertelo, ma avrei bisogno dei Carmina di Catullo. Per la scuola, sai."
Luca la fissa per un attimo  senza capire, poi gli sovviene il libro che Anna gli ha prestato durante la sua ultima imbarazzante. Non lo ha nemmeno sfogliato, ma in fondo perché avrebbe dovuto?

"Ma certo, sì. Puoi venire a prenderlo", risponde neutro. Non vorrebbe che lo seguisse a casa.


"Oh, non preoccuparti. Non è urgente, se avevi qualcosa da fare", replica lei, pentita di aver fatto quella richiesta.


"No, nulla di particolare, non preoccuparti." Luca cerca anche di non mostrarsi troppo amichevole, perché Anna potrebbe fraintendere.


Si volta per tornare verso casa. Anna, dopo una piccola esitazione, lo segue. 

Ma mentre Luca apre la porta di casa sua un pensiero lo scuote.


Ora non c'è più Eddie a fare da argine tra lui ed Anna. Luca si rende conto che è da tanto tempo che immagina il suo futuro vicino al ragazzo. Come gli sarà possibile, adesso, scacciare quella sensazione di solitudine? Non può andare in un locale gay e trovarsi uno con cui andare a letto e nemmeno andare a puttane. Se continua così, rimarrà solo per tutta la vita.


Dovrebbe trovare un uomo, un compagno di vita vero? Il pensiero che quella persona potesse essere Eddie gli ha dato coraggio, ma non se la sente di cercare qualcuno perché prima o poi sarebbe obbligato a venire allo scoperto. No, non può agire nemmeno i  quel modo.


Quale altra opzione gli resta?


Il libro di Anna è su uno scaffale. Luca si solleva in punta di piedi per prenderlo, poi si volta verso la ragazza.
"Senti, che ne dici se andiamo a pranzo insieme?" Sfiora distratto la tasca dei pantaloni in cui tiene i soldi, poi ritrae la mano. "Offro io."

Storia di un amore squallidoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora