Capitolo 12 - L'altra

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Roma, Mercoledì 1 Dicembre 1999

“Luca?”

All'uomo è parso che qualcuno lo stesse chiamando, ma non riesce a distinguere bene i rumori nello scrosciare della pioggia che ha ripreso a cadere ininterrotta da qualche giorno.
Si ferma per un attimo vicino allo sportello della sua macchina e si guarda intorno, ma l'acqua lo inzuppa e così decide di ignorare la sua sensazione per entrare in macchina.

“Luca?”, stavolta sente distintamente pronunciare il suo nome da una voce, femminile e soave. Si affretta a capire da dove venga e vede, attraverso il finestrino del passeggero, deformata dalle gocce di pioggia che scivolano copiose lungo il vetro, l’esile figura di Anna avanzare verso di lui.

È quasi tentato di far finta di non aver sentito e ripartire. L'ha evitata dal giorno del suo compleanno e sa che quel silenzio si è fatto notare. Ma non se la sente di lasciarla lì sola sotto la pioggia, così apre lo sportello del passeggero.

“Ciao Anna, hai bisogno di un passaggio?”, urla controvoglia, per contrastare il rumore della pioggia, che nel frattempo pare stia diventando grandine. Luca ha preso la macchina in via del tutto eccezionale in quel giorno di temporale per andare al lavoro.
“Grazie", urla di rimando la ragazza, entrando nell’abitacolo della macchina già zuppa da capo a piedi. L'acqua goccia sul tessuto del sedile e gli stivali bagnati lasciano orme sul tappetino. Con suo grande stupore Luca prova fastidio. Non per la macchina, che è vecchia e non si rovinerà di più a causa della pioggia, ma perché la sua mente corre all’istante all'ultima persona che ha occupato quel sedile. Quello è il posto di Eddie e lei vuole prenderselo.
Scaccia quei pensieri deliranti dalla testa e cerca di sorridere. “Mi dispiace, non ho niente per farti asciugare”, dice buttando un'occhiata ai sedili di dietro in cerca di una coperta.

Eccolo, il cappotto che ha offerto il mese prima a Eddie
Luca esita un attimo e poi, sospirando a bassa voce, si china per afferrarlo. “Ecco, ho questo qui”. Mentre Anna lo indossa sente un leggero bruciore allo stomaco.

“Vai a scuola, giusto?” chiede Luca, e Anna conferma. Luca parte, azionando i tergicristalli.

Un silenzio imbarazzato cade fra i due. Anna avrebbe voluto una spiegazione, ma non sa se Luca la stia davvero evitando, tanto più che le ha offerto il passaggio di sua spontanea volontà. Forse, dopotutto, non si è mai reso conto di quanto lei fosse interessata, forse per lui non è altro che un’amica.
Luca non riesce a pensare ad altro che al fatto che la sua adorabile vicina di casa, professoressa, figlia modello e persona perbene, è seduta nella macchina in cui lui se la fa con dei prostituti. È la rappresentazione di quanto la sua vita sia sbagliata.
Luca si ferma al semaforo.

“Allora", comincia Anna, imbarazzata. “non ci siamo più visti, dopo il mio compleanno". Rompere il silenzio per lei deve essere stato difficile, ma Luca non sa davvero che rispondere e tace.
Anna tossisce. “Non so … ti è piaciuto? Che te ne è parso … dei miei amici, intendo?”.

Luca le lancia un'occhiata. “Simpatici, mi sono divertito molto". Luca non sa che aggiungere. Non è molto abituato a fare conversazione.

Anna questa volta ride di una risata aperta e schietta. “Non sei un tipo di molte parole, eh?”. E gli sorride con le belle labbra piene tese sui denti brillanti. Luca tenta di ridere a sua volta, scuotendo la testa.

“Beh, anche tu sei stato simpatico a loro". Era vero, anche se Luca non sa perché. È sempre stato timido, ma le loro chiacchiere quella sera lo hanno fatto aprire.

“Pensavamo … qualche volta potresti uscire con noi, no?”. Anna non molla, riflette Luca. Chiedergli di unirsi al gruppo è un passo indietro, non una rinuncia. Non può dirle di no senza sembrare scortese. “Perché no, va bene”, Luca fa una smorfia che vorrebbe sembrare felice e Anna risponde con un sorriso a trentadue denti. Quando Luca distoglie lo sguardo si accorge che il semaforo deve essere verde da un pezzo. Per fortuna sulla strada non c’è nessuno.

Nella macchina cala di nuovo il silenzio.

Luca sa che manca poco alla scuola, se fa abbastanza in fretta non servirà di parlare di nuovo. Un lampo squarcia il cielo, seguito da un rombo di tuono spaventoso. Il suo pensiero va ad Eddie. Spera che sia al chiuso, in quel momento. Sono le sette e mezzo del mattino, adesso dovrebbe essere tornato.

Trova rosso il semaforo poco prima della piazza, quello che dura un secolo. Non gli è possibile stare in silenzio nell'abitacolo con Anna. Prima che la ragazza si rimetta a proporgli uscite e appuntamenti, Luca decide di dare il via ad un'altra conversazione. La scruta per un attimo nel panico, in cerca di un dettaglio da commentare che non sia il tempo e vede che la ragazza stringe tra le mani un libro.

“Che leggi?”, chiede Luca, disperato. Ma si pente subito: niente di peggio che porre questa domanda ad un appassionato di lettura, soprattutto perché Luca non lo è affatto e rischia di sembrarlo, facendo crescere le fantasie di Anna. “Intendo dire … è per la scuola?”

“No, non è per la scuola. È Ragione e Sentimento, di Jane Austen. La conosci?”

“No", risponde Luca. Forse l'ha sentita nominare. Non vuole parlare con Anna di un libro che ha la parola “Sentimento" nel titolo.

“Beh, è una storia d'amore. Parla di due sorelle. Una è Elinor che è assennata e giudizioso e  innamorata di un pastore … sai, tipo un prete … che però non può sposare perché è fidanzato, e l’altra è Marianne che è passionale e si prende una sbandata per un tipo che … ma non ti voglio svelare la storia, magari un giorno la leggerai"

“Emh … può darsi”. Luca non ha proprio nessuna intenzione o voglia di farlo. Scatta il verde.

“Bene", risponde Anna, allegra, incurante della sua perplessità “perché è il mio libro preferito. Anzi sai che ti dico?”. Luca ha paura di cosa Anna voglia dirgli. La ragazza prende il libro e lo apre, poi inizia a frugare nella borsa. “Te lo presto, così quando lo hai finito me lo riporti e ci vediamo”
“Ehm … Anna?”, cerca di fermarla Luca, ma deve guardare la strada per capire dove andare, non avendo idea di come arrivare alla scuola.

“Non fare complimenti”, la ragazza richiude la borsa e poggia il libro, ora chiuso, sul cruscotto. “Te lo devo, visto che mi hai accompagnato fino a qui". Sono arrivati ormai alla scuola. Luca si ferma e Anna apre lo sportello, senza farlo replicare. Esce dalla macchina, togliendosi il cappotto, poi si china nell'abitacolo per schioccare un bacio sulla guancia di Luca, saluta e corre via sotto la pioggia sbattendo la portiera.

Luca rimane a fissarla mentre si allontana verso il portone della scuola, inebetito. Poi mette in moto e riparte, pensando solo che tra poche ore rivedrà Eddie.

Storia di un amore squallidoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora