Capitolo 44 - Follia

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Ragazzi, questo capitolo non mi convince molto, ma ha una storia travagliata perché non riuscivo più a ritrovarlo e l'ho concluso dopo due settimane. Non voglio farvi aspettare oltre ma vi prometto di meglio.

Roma, Giovedì 27 Aprile 2000

Luca inchioda davanti alla sedia vuota di Eddie. Sulle prime pensa che il ragazzo non sia nei paraggi, che abbia trovato un cliente. Si predispone ad aspettarlo.

Poi scorge il protettore, quello grosso, emergere dall'ombra. Strattona per un braccio quello che sembra un fantasma magro e pallido, poco propenso ad opporre resistenza. Luca riconosce Edoardo all'istante. Il ragazzo è dimagrito in maniera preoccupante.

Sta per uscire dalla macchina e correre verso di lui per liberarlo da quella che gli appare una situazione di pericolo, ma mentre lo fissa con aria attonita, il ragazzo intraprende un ultimo tentativo di sfuggire a quella presa e fa un passo indietro.

Luca realizza che Eddie non sta cercando scappare da Rodolfo. Sta cercando di scappare da lui.

Lo scagnozzo quasi lo sbatte sulla portiera dell'auto. Eddie lancia un'occhiata spaventata a Luca, poi una quasi implorante a Rodolfo, che non fa mostra di curarsene. Infine decide di aprire la portiera.

"Eddie" Luca non riesce a dire altro guardando in faccia il suo innamorato dopo tanto tempo. Ma Edoardo continua a comportarsi come una lepre in trappola. Che gli hanno fatto?

"Sali in macchina", lo incoraggia Luca, a sua volta spaventato.

 Il ragazzo invece fa un passo indietro, ma solo per andare a sbattere contro Rodolfo, che adesso ha un'espressione truce e minacciosa. Eddie deglutisce e si arrampica sul sedile. Il protettore chiude la portiera con un colpo secco.

Luca riparte a tutta velocità, sentendosi sul collo gli occhi spaventati del suo passeggero.

Sarebbe ridicolo protrarre ancora quel silenzio. L'uomo gli deve delle spiegazioni. "Eddie, io sono qui perché..."

In quel momento Edoardo a piangere, attirando lo sguardo attonito di Luca, che si distrae dalla strada. "Ti scongiuro, non farmi del male."

"Eddie, mi riconosci? Sono Luca. Eddie, che ti è successo?"

Eddie non risponde. Continua a fissare l'uomo e a tremare.

Luca gli lancia sguardi furtivi, mentre guida a tutta velocità verso l'angolo ai margini della strada dietro al cespuglio che conosce così bene.

Ricordava che gli occhi di Edoardo fossero bellissimi, ma la memoria, si dice, non può trattenere vivido un tale splendore. Vorrebbe rivedere anche il suo sorriso, ma il ragazzo non abbandona la sua espressione terrorizzata. Ha appoggiato la schiena al finestrino, stando attento a non perderlo di vista e a non voltargli le spalle.

Sono arrivati.

"Insomma, Eddie, ma che i prende?"

"Mi dispiace, okay? Mi dispiace, non dovevo trattarti così, non dovevo offenderti. Ti prego", singhiozza il ragazzo.

"Ti prego?", chiede Luca esterrefatto. "Ma che dici?"

"Ti ho trattato male, scusami. Ho detto delle cose orribili, mi dispiace. Adesso lo so che sei arrabbiato ma non farmi del male"

Luca tace, guardandolo negli occhi sbarrati.

"Eddie? Ma che dici? Non voglio farti del male! Non ti farei mai del male." Gli sembrava di averglielo già promesso.

Eddie continua a tremare e piangere.

"Va tutto bene?" L'uomo deve accertarsene. "Quel tizio di prima ti ha fatto qualcosa ?" La sua voce è bassa e delicata.

Storia di un amore squallidoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora