Capitolo 37 - Finalmente

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Roma, Giovedì 2 Marzo 2000

La luce del televisore proietta ancora una volta le ombre minacciose degli oggetti presenti nella camera sul muro. Luca ha una fortissima sensazione di deja vu, ma si rende conto che quello non è un inganno della sua mente: sta davvero assistendo ad una scena già vista. Da quanti mesi accende su quel programma senza ascoltarlo? Non potrebbe importargli di meno della cronaca nera! Eppure conosce a memoria i dettagli di ogni omicidio avvenuto in Italia negli ultimi sei mesi. Ad esempio quel giorno si parla del cadavere di un ragazzo che è stato ritrovato proprio a Roma, in fondo al Tevere. Spegne il televisore, poco interessato.

Ha tutt'altro per la testa. Ormai saranno un paio di mesi che immagina come sarebbe chiederglielo, ma dopo l'ultima volta che lui e Eddie si sono incontrati sa che il momento è arrivato e non può più tirarsi indietro. Porta sulle gambe l'unico cuscino del suo divanetto e ci si appoggia, dondolandosi.

Non può fare finta di niente senza confermare la pessima opinione che ha di se stesso.

 È davvero una follia, si ritrova a pensare per la millesima volta, e lui non è una persona incline alle follie.

E tuttavia è stato lui a scegliere di cercare compagnia in quella notte d'autunno in cui ha conosciuto Eddie, lui a interessarsi della vita di quel ragazzo a cui non avrebbe dovuto niente se non i soldi  e sempre lui a decidere di spendere tutti i suoi risparmi per vederlo più spesso. Queste sono proprio quelle che la gente chiamerebbe pazzie, pensa Luca.

E poi? Si è innamorato di Edoardo al punto che il sospetto che il ragazzo sia in pericolo non gli permette di dormire la notte. In tutto il mondo, in mille secoli di storia non si è conosciuto un pazzo più pazzo di una persona innamorata. E lui dev'essere matto, altrimenti non si ritroverebbe invischiato in quella storia d'amore assurda.

Quanto ci metteranno – i vicini, i colleghi, i suoi datori di lavoro – a scoprire il segreto che custodisce così gelosamente da trentasei anni, quasi trentasette? E a quel punto tutta l'impalcatura di menzogne su cui è costruita la sua vita crollerà.

Ma quando quella sera si alza dal divano e imbocca la porta per uscire di casa non potrebbe importargli di meno delle preziose bugie che tengono in piedi la sua esistenza. Anzi, è pronto a sbarazzarsi di loro come di un fardello.

Resta solo l'incognita della risposta di Eddie. Il pensiero lo tormenta. Quando si mette alla guida della macchina ha già la gola secca per la tensione.

È chiaro che il ragazzo gli abbia taciuto qualcosa di fondamentale.

La violenza che Eddie ha confessato di aver subito l'ultima volta che si sono visti è solo la conferma di un sospetto che tormenta l'uomo da mesi. Gli indizi c'erano tutti fin dall'inizio, è stato lui ad ignorarli colpevolmente. Lo ha visto molte volte in difficoltà, lo ha visto piangere, tremare, lo ha visto deperire e ammalarsi, lo ha visto ferito e pieno di lividi e ogni volta ha ricevuto dal ragazzo una spiegazione più o meno credibile.

Ma nel momento esatto in cui ha avuto la conferma dello stupro, Luca ha anche avuto la certezza che non era la prima volta che succedeva. E una volta raggiunta questa consapevolezza, l'uomo si è reso conto che Eddie non avrebbe potuto di sua spontanea volontà preferire quel lavoro a qualsiasi altro.

Qualcosa di oscuro risucchia la vita del ragazzo. Luca non ha idea di cosa sia, ma quello è il motivo che lo spinge a fargli la proposta che ha in mente da mesi. E anche il motivo per cui teme che Eddie non accetterà.

Il rombo del motore lo assorda e non gli permette di pensare lucidamente.  Per la prima volta sbaglia la strada due volte prima di prendere quella giusta.

Ora una sensazione di claustrofobia lo assale. Ha già vissuto quella scena tante volte nei mesi precedenti, ha scorto la stessa curva della strada, lo stesso lampione, ultima illuminazione su quella via desolata e dimenticata dal mondo. La sua storia d'amore con Eddie non ha mai visto altro sfondo che quei campi. L'unica volta che Luca ha provato ad allontanarsi di poco da quello che nella sua mente ha chiamato il "loro posto", il ragazzo si è irritato. In realtà più che irritazione sembrava spavento, si accorge dopo tanto tempo. Adesso si chiede se non avesse paura di lui, considerando il genere di bruti con cui di solito ha a che fare.

Come sarebbe stata la loro vita, lontano da lì?

Ma il tempo per lasciarsi andare alle riflessioni si è consumato. Senza accorgersene ha superato il capannone, e può già intravedere la sagoma di Eddie illuminata dalla luce rossastra del fuoco. Sente il cuore battergli forte nel petto.

Per quanto abbia provato a indagare su ciò che è successo al suo innamorato, Luca non è riuscito a tirargli fuori nulla di più della terribile ammissione. E non sa cosa potrebbe essergli capitato in quella settimana.

"Ehi, Luca." Il ragazzo gli rivolge uno sguardo indecifrabile, uno strano sorriso costernato.

"Eddie, amore, sali su, non restare li al freddo."

Luca esita prima di chiamarlo "amore" ma sa di aver già tradito il suo sentimento usando quella parola la settimana precedente. In realtà il suo unico motivo della sua presenza lì è chiarire i suoi sentimenti.

Luca non vede bene la sua faccia, ma gli sembra che Edoardo esiti prima di entrare. Il suo cuore perde un battito.

"Come stai, Eddie?", chiede premuroso.

"Tutto bene", risponde il ragazzo, senza degnarlo di uno sguardo.

Luca mette in moto.
"Come può andare tutto bene?", cerca vanamente di mantenersi calmo.

"Luca...", inizia Eddie, ma poi non sa come continuare.

"Non può andare bene dopo... dopo quello che è successo."

"Luca, non voglio parlarne." È la verità.

"Lo so, lo posso capire e lo rispetto, dimmi solo... è la prima volta che succede?"

"Ho detto che non voglio parlarne..."

"Non vuoi parlarne perché la risposta è no. Eddie, io... devo chiederti una cosa." Luca sente la sua voce incrinarsi per l'emozione.

Eddie non risponde. All'uomo pare di scorgere una lacrima scorrere sul suo viso, ma non commenta.

Storia di un amore squallidoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora