Capitolo 58 - Tutto è bene quel che finisce bene, no?

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Non è facile: Eddie deve fare uno sforzo disumano di immaginazione per riuscire a cambiare prospettiva. Adesso non può sentirsi una preda. Non può permettersi, ora, di pensarsi come un soggetto passivo.

Ma guardando il sangue colare dal viso di Luca e ascoltando le sue urla avverte una sensazione dimenticata e allo stesso tempo familiare. Raduna la rabbia nel suo cuore, mentre nelle vene sente scorrere l'adrenalina.

Sam non se lo aspetta. Si gode in silenzio lo spettacolo del pestaggio di Luca, padrone della situazione. Ha sfilato la pistola dalla fondina e la rimira, forse immaginando il modo spettacolare in cui fra poco la userà.

Si ritrova disteso a terra. Sente ancora risuonargli nelle orecchie un tonfo. La testa gli duole e sente il sangue colargli dalla nuca.

Senza lasciarsi scomporre, si volta.

Eddie digrigna i denti in un'espressione feroce e stringe in mano la pistola. La tiene con una fermezza tale che pare non abbia mai fatto mai nient'altro nella vita. Sam si chiede se non abbia imparato come funziona vedendogliela usare così tante volte.

Una cosa è certa: il ragazzo è pronto a sparare ed è ad una distanza tale che non è verosimile sperare che lo manchi. 

Sembra una furia. 

Lo sfruttatore non lo avrebbe mai creduto capace di una simile alzata di capo. E tutto per quel cliente di aspetto mediocre e poco facoltoso.

"Fermo, coglione", interviene Rodolfo, puntando il suo fucile su Eddie. "Metti giù la pistola o ti faccio saltare il cervello." Richiama l'attenzione dei due picchiatori, che, voltandosi, si rendono conto ciò che è appena successo ed estraggono a loro volta le loro pistole.

Luca tossisce e sputa sangue, ancora bloccato nella morsa de due degli altri due scagnozzi.

"Vediamo chi fa prima a sparare, eh? Che ne dici? Vuoi fare a gara su quale sarà il cervello che salterà per prima? Il mio o quello del tuo capo?"

Sarcasmo. Rodolfo non ricorda l'ultima volta in cui uno dei ragazzi è stato sarcastico con lui. Il silenzio cala nella stalla, mentre l'uomo valuta se valga la pena di trattare con quell'imbranato che non ha mai tenuto in mano una pistola. Un solo colpo e potrebbe eliminarlo.

Eddie, come leggendo nei suoi pensieri, avvicina la pistola alla fronte di Sam. Un pensiero gli incendia la mente: ha la vita di Sam in pugno. Ha potere. Quando guarda di nuovo Rodolfo i suoi occhi brillano di una determinazione che spaventa l'avversario. L'energumeno ritrae il fucile senza abbassarlo.

"Che cazzo vuoi?" Adesso è Sam a parlare, tremando appena di fronte alla canna della pistola.

Eddie esita, interdetto. Ora si rende conto che non sa come spiegarlo.

"Vogliamo restare così per il resto della vita?", riprende Sam, sprezzante. "Vuoi uccidermi? Fallo. Loro ti faranno fuori subito dopo."

Un rantolo di Luca tradisce la propria paura per la vita dell'amante.

Eddie lo sa. Respira profondamente e prepara il suo discorso.

"Potresti esserti giocato la tua ultima possibilità di sopravvivere, minacciandomi. Non è stata una grande idea", commenta Sam, ironico.

"Sta' zitto", urla Edoardo. Mentre spinge la pistola a contatto con la pelle dello sfruttatore i muscoli delle sue braccia rachitiche sembrano gonfiarsi.

Sam si zittisce. Respira con lentezza cercando di mostrarsi calmo, ma Eddie conosce l'aspetto paura. Tra i due corre uno sguardo che lascia poco spazio ai dubbi: il protettore ha capito le intenzioni del ragazzo.

Storia di un amore squallidoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora