Perché sono pro alle droghe e prostituzione libere pt 2

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Ok so di avervi fatto aspettare molto per la seconda parte ma la prostituzione è un argomento più delicato, dovevo riordinare i pensieri e ok no ero solo più pigro di un Min yoongi in letargo.

Ok allora torniamo al nostro argomento.

Nel movimento femminisa la prostituzione è un argomento abbastanza delicato che divide nettamente la comunità, c'è la corrente abolizionista e quella liberale di cui fa parte il/la sottoscritto/a quest'ultima vuole sia legalizzare che regolamentare tale mercato.

Gli argomenti sono più o meno gli stessi della droga, non esistono buoni motivi per proibire uno scambio economico se ciò avviene tra adulti consenzienti.

Senza contare che la regolamentazione permette stipendi fissi e migliori tutela dei sexworker e diritti come ogni altro lavoratore oltre a controlli medici per prevenire malattie sessualmente trasmissibili.

Tengo a precisare di sapere benissimo che in italia la prostituzione è depenalizzata ed è illegale solo sfruttarla o favoreggiarla, infatti il mio discorso è un discorso che va oltre l'italia (nel quale comunque la prostituzione non è regolamentata).

Ora, chi è come me a favore della prostituzione libera e regolamentata trova spesso l'ostilità di molte tesi, per di più legate alla moralità; esse sostengono che la prostituzione non può essere accettata perché é un atto immorale.

Quando sentite qualcuno sostenere che qualcosa è sbagliata perché a detta sua immorale allora sapete già che quello che dice sono un mucchio di cazzate.

Nella stessa discussione di cui ho parlato nel precedente capitolo venni criticato con la tesi "diritti delle donne nel cesso".

Dunque adesso dirò una cosa che mi farà linciare ma la regolamentazione e la legalizzazione della prostituzione è una battaglia femminista e forse anche una delle più importanti.

Tale tesi ovviamente trova ostilità anche da parte dei miei stess* compagn* del movimento femminista dunque vediamo di smentire le loro tesi.

La più comune (ovviamente legataalla moralità) è quella secondo la quale la prostituzione è una mercificazione del corpo della donna.

Allora faccio una piccola premessa: nonostante oggettivamente sia minoritaria la prostituzione maschile esiste, quindi per essere giusti sarebbe più preciso dire che è una mercificazione del corpo senza distinzioni di genere.

Anche ammettendo che lo sia la domanda è: una donna ce l'ha il diritto alla sua autodeterminazione? È padrona di se stessa e della sua vita a prescindere da cosa pensi la gente di essa? In sintesi la domanda è la stessa che ci si pone per l'aborto (al quale sono ovviamente favorevole): una donna può o non può decidere cosa deve fare col proprio corpo?

Siccome sono un/a femminista liberale convinto la mia risposta è un si convintissimo na gli esponenti della dannosa corrente femminista abolizionista rispondono con la tesi paternalistica che "in un mondo ideale" nessuna donna sceglierebbe di fare la prostituta.

Definisco il femminismo abolizionista dannoso proprio perché fanno ricorso ai cosiddetti "mondi ideali", tale ricorso è sempre pericoloso perché si da per scontato che il proprio "mondo ideale" sia lo stesso che gli altri immaginano. Ovviamente ci sono persone che non la pensano cosi, esistono donne e uomini che sceglierebbero in piena libertà di diventare sex worker e quindi di "mercificare" il proprio corpo.

Esiste comunque gente che sostiene che "quelle persone non stanno davvero scegliendo in libertà, la mercificazione del corpo è sempre sbagliata e dobbiamo farla sparire.

Sapete qual è la cosa buffa della questione: "la prostituzione non viene scelta perché viene fatta per mancanza di denaro"?

È che qui non si sta criticando la prostituzione in se, ma il problema dell'assenza di lavoro che porta quindi a cercare modi alternativi per guadagnare.

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