la teoria del valore-Ovvero:

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Come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare il mercato.

Volevo fare la citazione nel titolo al Dottor Stranamore (capolavoro di Stanley Kubrick) ma non ci stava tutto quindi ho dovuto tagliare.

Tornando a noi, oggi voglio parlarvi di una delle più grosse falle presenti nell'ideologia Marxista: la teoria del valore per l'appunto.

La teoria del valore è una teoria sul quale gran parte della filosofia socialista/marxista/comunista si basa.

Essa si riassume in quattro semplici parole: il valore è oggettivo.

Secondo la teoria del valore di Marx il valore di un prodotto è oggettivo e uguale per tutti ed è direttamente proporzionale al lavoro che si è fatto per produrlo.

Per esempio: io lavoro cinque ore per produrre qualcosa e quel prodotto varrà cinquanta, un altro lavora dieci ore e quindi il suo prodotto varrà cento.

Qualunque sia la tua opinione, il valore di quel prodotto sarà sempre quello, essendo un valore intrinseco.

Ciò significa da un punto di vista filosofico che se io comprassi una maglietta a dieci euro e la rivendessi poi a venti starei rubando la differenza (in questo caso dieci euro) a chi ha prodotto quella maglietta, siccome lui l'ha fatta non io, dunque sarei uno schiavista Capitalista.

Come spero abbiate notato tutti, il problema sta che il valore della maglietta non è oggettivo, avrei potuto prendere anche il mio album dei BTS, la mia Xbox o un semplice rotolo di carta igienica e sarebbe stata la stessa cosa.

Di certo una maglietta vecchia e usata non la considerereste buona, siccome ci sono altri abiti in negozi più specializzati di qualità nettamente superiore.

Ma quella maglietta per me ha un valore superiore, perché per esempio mi piace di più il colore o lo stile e se me la mettessero davanti anche usata la pagherei così com'è la pagherei la stessa cifra che ho pagato al primo acquisto.

Però mi sembra logico che tu compratore non pagheresti mai un prodotto usato, la stessa cifra di un prodotto nuovo. Ora il prodotto per avere un effettivo valore serve che qualcuno lo compri e la paghi. Dunque il suo valore sarà quello che le persone le daranno.

Ecco per esempio perché la banana di Cattelan vale 120000 dollari anziché manco un penny. Perché per i critici di arte moderna l'opera da un punto di vista artistico vale molto.

A questo punto riguardo la banana un socialista ti dirà: "eh ma non è un'opera complessa, ha semplicemente preso una banana e l'ha attaccata a un muro potrei farlo anch'io ad occhi chiusi!"

È vero, anch'io adesso potrei alzarmi prendere un pomodoro e attaccarlo con il nastro adesivo a un muro.

Ma che Cattelan ci abbia messo un anno o mezzo protosecondo per realizzarla al venditore non deve importare, al venditore deve interessare solo il prodotto finale.

Se vogliamo spiegarvi con un esempio più vicino, se io impiego tre mesi a scrivere una fyccina di merda su justin bieber e un altro scrittore di talento impiega un mese a scrivere una storia articolata, ben fatta, con personaggi decenti e un messaggio giusto che non sia un apologia di stupro, allora varrà più la fyccina.

Per carità l'autrice di Dark per esempio non metto in dubbio che abbia impiegato molto a scrivere quella storia, ma il prodotto finale è completamente pessimo e se me la trovassi davanti in cartaceo per me non varrebbe manco un centesimo. Ma spetta sempre al consumatore, che in questo caso sono i lettori e in particolare i recensori (Evgenij_Demoni_EFP vi si ama) giudicare; è la sola cosa che conta.

amor di critica Where stories live. Discover now