Il Liberismo non esiste

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Si sto scrivendo sempre io non è entrato il fantasma di un comunista nel mio corpo e sta scrivendo al posto mio.

Contestualizziamo un secondo il capitolo.

Tutto è iniziato su una stroncatura di un testo/libro/storia, quel cazzo che è (non so nemmeno io cosa fosse dato che era fatto col culo) con incitamenti al razzismo da parte di Evgenij_Demoni_EFP (forse vi sto taggando troppo). Appena viene nominato il cosiddetto Liberismo un utente chiede di che si tratti.

Mah chissà cosa sarà mai questa strana parola.

Citando il mio testo di italiano sui promessi sposi:

Il Liberismo (da non confondere con il Liberalismo che è la sua concezione politica) è un concetto economico che vuole che lo stato non intervenga nell'economia lasciando che il mercato si auto-regoli e le merci circolino libere senza dazi o gabelle.

Dunque è un pensiero economico basato (come spiegai io al tempo) sul libero mercato.

Quando mi auto-definii Liberale arrivò il casino.

Un utente mi fece notare che Liberalismo e Liberismo sono due cose diverse.

E qui casca l'asino.

Con il liberalismo si fanno tremila confusioni e fraintendimenti quindi chiariamo un attimo la cosa.

Il termine Liberalismo indica la dottrina politica nata dall'illuminismo nel 700.

Esso si basa sull'importanza dei diritti individuali rispetto alla comunità (definiti dal Buon Giovannino Locke "naturali") e indicati come unica ragione di esistenza dell'autorità pubblica, il qui scopo è e sarà sempre la difesa di questi diritti; oltre allo scetticismo nei confronti dell'intervento statale.

Tutte queste belle cose si riassumono nei termini classical liberal e liberalist tradotte in italiano come Liberale classico e Liberalista.

E il Liberismo?

Che ci crediate o meno l'italiano è la sola lingua che ha la parola Liberismo nella sua lingua. Per farla breve il nostro è l'unico paese che mette la libertà economica separata da quella individuale.

Questa parola venne inventata nel 1927 da Benedetto Croce. Nel suo scritto Liberalismo e Liberismo Croce suddivideva e separava dal Liberalismo la libertà economica (coniando il termine Liberismo) sostenendo che nonostante fosse necessario il libero mercato, asseriva che non fosse una condizione necessaria a una società capace di mantenere salde le libertà politiche e individuali.

Quando mi definisco Liberale io do per scontato che la gente capisca subito che io sia anche Liberista. E dovrebbe essere così più o meno per ogni Liberale.

Croce con questa suddivisione attirò molte critiche, primo fra tutti Luigi Einaudi, oltre che ai mitici Frederick Von Hayek e Karl Popper.

Per decidere chi avesse ragione o meno i nostri eroi osservarono le società del passato e quale correlazione avessero tra la libertà economica e quella individuale.

Eduard Meyer sostenne che quando Atene cominciò a partecipare attivamente alla lotta della concorrenza, la popolazione riuscì ad entrare in un clima di benessere economico e libertà politica anche grazie alla democrazia.

Abbiamo un problema: la democrazia ateniese richiedeva che vi fossero salvaguardie materiali per impedire ai ricchi di mantenere quella parte di popolo politicamente attiva, ma imponeva anche che la polis si occupasse della distribuzione degli alimenti per il popolo. Sarebbe un paradosso senza la burocrazia, come fare dunque?

Grazie al mercato!

Esso distribuiva gli alimenti molto meglio di qualunque pianificazione; naturalmente ciò poteva funzionare solo tramite la ricchezza fornita dal commercio, che permetteva di emanciparsi dalla sussistenza.

Nel frammentre Popper aveva inquadrato i nemici della società chiusa. Secondo karl: "l'instaurazione dei contatti culturali diede vita al peggior nemico della società chiusa, cioè il libero commercio"

Il libero commercio dunque favorisce l'incontro tra culture e l'apertura nei loro confronti trasformando un semplice scambio commerciale in uno scambio filosofico.

Dunque anche Popper riconosce il legame fra la libertà economica e quella individuale.

Ma la formulazione più puntuale ce la offre come sempre Hayek:

"L'autorità che dirige l'intera attività economica non controllerebbe solo un settore, separato della vita umana (e già il concedere allo stato di comandarci un settore della nostra vita non lo riesco a digerire) che possa essere separato dagli altri; controllerebbe l'allocazione dei mezzi limitati per tutti i nostri fini. E chiunque abbia l'esclusivo controllo dei mezzi determina quali fini debbano essere perseguiti, quali valori debbano essere considerati superiori o inferiori. In breve: cosa gli uomini devono credere e a che cosa aspirare.

Domanda: collegando quanto detto da Hayek ai diritti naturali di Locke non vi sembra che esso sia una violazione dei diritti naturali?

Ecco da dove nasce il titolo: il Liberismo di Croce non esiste, esso è solo Liberalismo e niente più, una società in cui le libertà individuali sono garantite da un'entità superiore (e già qui si sbaglia siccome la libertà non può essere concessa da nessuno, semmai viene riconosciuta) avrà come naturale conseguenza anche il decidere cosa è giusto o cosa è sbagliato.

Non si può dividere le libertà in libertà di serie A e libertà di serie B. Se anche una libertà verrà a mancare il Liberalismo non sarà mai completo.


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