2º capitolo

16.9K 553 78
                                    

È piena notte quando il mio cellulare inizia a vibrare svegliandomi. Mi volto a guardare l'ora, sono le tre del mattino. Prendo il cellulare e rispondo senza guardare chi è.

«Sì?» rispondo con voce assonnata.

«Greta, dove cazzo sei?» spalanco gli occhi.

Non può essere lui.

Guardo il telefono, è un numero privato.

«Tommaso, come hai fatto ad avere questo numero?» gli chiedo.

«Ti ho chiesto dove cazzo sei! Torno a casa adesso dal lavoro e non trovo le tue cose in casa nostra, dove cazzo sei?!» sbotta.

Tommaso è il mio ex ragazzo. Mi sono trasferita da lui qualche mese fa quando ancora andavo a scuola, era il ragazzo perfetto, ma poi si è dimostrato quello che in realtà è: possessivo e manesco. Per questo non gli ho detto della mia partenza e non l'ho salutato.

«Sono lontana.» sussurro.

«Hai raggiunto Asia, vero?» sbotta, ma invece di rispondergli chiudo la chiamata.

L'ho amato davvero, quel ragazzo, ma dopo tutto quello che mi ha fatto passare non può più far parte della mia vita nemmeno come amico, cosa che, comunque, lui non vuole essere. È quel tipo di persona che mi ripete in continuazione che faccio schifo, che non mi amerà mai nessun altro, e che non posso stare con nessuno se non con lui. Possessivo, ossessivo, geloso, manesco... insomma, lui è quel tipo di persona da cui ogni ragazza dovrebbe stare lontana.

Mi alzo e apro la porta finestra che dà sul piccolo balcone. Mi siedo per terra e guardo fuori: c'è un po' di vento, mi viene la pelle d'oca, ma resto comunque seduta qui fuori perché, anche se volessi, non riuscirei a prendere di nuovo sonno, almeno non subito. Nel sentire delle voci familiari mi allungo un po' per vedere e vedo i tre ragazzi: Konstantin, Yuri e Alexander.

Che cosa ci fanno qui a quest'ora della notte?

Mi suona di nuovo il cellulare, è sempre un numero privato, ma questa volta non rispondo. Non so perché, ma non posso fare a meno di pensare che Konstantin era preoccupato di dove stessi stanotte e i suoi amici sembravano sorpresi da questo. Il fatto è che... da quello che ho capito, loro sanno benissimo dove sto, infatti si fermano davanti alla porta e io resto immobile chiedendomi se stiano venendo qui... da me. Asia non c'è, lavora la sera e la notte in un locale, torna la mattina, e domani, dopo che si sarà riposata, mi accompagnerà a cercare un lavoro, ma sappiamo entrambe che sarà difficile trovarlo visto che non parlo il russo. Torno sul pianeta Terra quando il campanello di casa rimbomba tra le mura, come pensavo sono loro, mi alzo senza farmi vedere e apro pentendomi di non aver prima chiesto chi fosse. Aspetto qualche minuto, indecisa se aprire o meno, visto che Asia mi ha detto di non farlo, e mi appoggio alla porta mentre sento delle voci maschili avvicinarsi sempre di più. Bussano alla porta a cui sono appoggiata e sobbalzo, nonostante me l'aspettassi, faccio dei respiri profondi e mi giro, aprendola e trovandomeli tutti e tre davanti.

«Regola uno, chiedere chi è prima di aprire porta.» mi dice Konstantin entrando in casa e guardandosi intorno.

Ora mi dà delle regole?

I suoi amici entrano subito dopo di lui, anche loro si guardano intorno, mentre io chiudo la porta e sto a debita distanza: non è la prima volta che sto da sola con tutti e tre, ma dopo aver visto come li guardava Asia, e dopo averla sentita parlare di loro e con loro, non credo che siano così bravi come vogliono far sembrare.

«C-come sapevate dove trovarmi?» chiedo loro.

«Tua amica lavora per mio padre.» risponde Konstantin, che ora sembra più propenso a parlare, rispetto a oggi.

Perché non me l'ha detto prima?

Ora è chiaro perché si conoscano già, e forse loro non sono davvero pericolosi, ma Asia vuole soltanto mantenere le distanze per evitare che, per colpa loro, perda il lavoro.

«Vado a prendere da bere.» dice Yuri andando verso la cucina, sembra sapere benissimo dove andare, forse meglio di me, e Alexander lo segue, lasciandomi da sola con Konstantin.

«Cosa facevi sveglia?» mi chiede mentre guarda la foto di me e Asia da bambine, appesa al muro.

«Il mio... il mio ex ragazzo mi ha chiamata e mi ha svegliata. V-voi cosa fate qui?» si gira a guardarmi e inizia ad avvicinarsi lentamente a me.

Sbaglio a pensare che sia bellissimo?

Abbasso lo sguardo spaventata, anche se dentro di me so che non mi farebbero mai del male, ma comunque resta il fatto che non li conosco. Potrebbero anche essere simili a Tommaso: fingere di essere delle brave persone e poi tirare fuori soltanto dopo ciò che sono per davvero. Avvicina la sua mano a me, mette una ciocca dei miei capelli biondo cenere dietro l'orecchio, alzo lo sguardo incontrando subito il suo.

«Non voglio farti male.» sussurra lasciandomi di stucco.

Deve aver capito che sono leggermente spaventata, apprezzo il fatto che abbia voluto tranquillizzarmi, ma anche se ha detto che non ha intenzione di farmi del male, comunque resta uno sconosciuto di cui ancora non so se potermi fidare.

«Visto che tua amica lavora pensavo di uscire con te, domani sera. Ti porto a cena.» si allontana da me mentre io lo guardo cercando di capire se stia scherzando o meno, ma mi sembra serissimo.

Lui vuole uscire con me?

Sono sorpresa da questo, credevo che tra i tre fosse il meno interessato a me visto che non mi aveva più rivolto la parola, invece è venuto a cercarmi, in piena notte, per chiedermi di uscire insieme a lui.

«Non... non credo sia il caso...» sussurro.

«Solo un'uscita. Se rifiuti non ci sarà altra occasione, ti conviene accettare.» sospiro, ma alla fine annuisco, perché è meglio uscire con qualcuno che conosce il posto, invece che da sola... come ha detto lui, questa non è l'Italia.

Sul suo volto compare un sorriso, credo che sia il primo sorriso che fa da quando ci siamo incontrati, ed è ancora più bello. Dice qualcosa in russo, i suoi amici tornano di qua e non capisco cosa succede, ma quando vedo che se ne vanno senza dire niente ci rimango un po' male: non mi hanno salutata, non hanno detto niente, lui non mi ha nemmeno detto a che ora verrà a prendermi...

E se avesse soltanto voluto dimostrare ai suoi amici che io uscirei con lui?

Il regalo più belloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora