39° Capitolo

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Forse io ho dei fratelli di sangue, dei figli che mio padre ha avuto prima o dopo la mia nascita, ma non lo scoprirò mai, probabilmente nemmeno mi importa. L'unico che mi abbia fatto sentire una sorella è stato Pavel, non lo ringrazierò mai abbastanza per tutto ciò che ha fatto per me, e devo ammettere che mi sento in colpa per ciò che gli è successo, perché se solo io l'avessi fermato per farlo ragionare, nonostante so che ci sarebbe andato comunque, e avessi quindi chiesto molto prima al signor Grubov o a Konstantin di andare a cercarlo, forse le cose sarebbero finite diversamente...

Il viaggio in macchina è stato lungo e silenzioso. Nell'auto davanti ci sono le guardie del signor Grubov, poi ci siamo noi: io, Konstantin, suo padre e Miroslav, dietro ci sono altre guardie con Alexander e Yuri. Io ho la testa appoggiata alla spalla di Konstantin che penso voglia dirmi qualcosa, ma teme di dire la cosa sbagliata, mentre il signor Grubov guida e Miroslav gli sta accanto. Il fatto che non abbia tirato fuori nemmeno una lacrima non mi fa pensare che non gli importi, bensì che voglia fingersi forte e che si lascerà andare soltanto quando si troverà da solo... secondo me è sbagliato, non è giusto che si tenga tutto dentro.

Quando mi sono trasferita qui pensavo che saremmo state soltanto io e Asia, non avrei mai pensato che lei non avrebbe più fatto parte della mia vita e che avrei trovato un fidanzato, degli amici, ma soprattutto una famiglia: il padre e il fratello che ho sempre sognato di avere. Se fossi rimasta a Milano sarei ancora sola, oppure starei ancora con Tommaso...

Le auto si fermano e tutti scendiamo, ci guardiamo intorno in questo bosco freddo e deserto che mette i brividi, ci guardiamo intorno senza sapere esattamente cosa cercare, e poi il signor Grubov si incammina con il cellulare in mano, addentrandosi ancora di più nel bosco. Konstantin appoggia sulle mie spalle la sua felpa e mi stringe forte la mano, sono felice che sia venuto con me, lo so che non mi avrebbe mai fatta venire da sola. Ci fermiamo tutti in un punto, il mio futuro suocero si guarda intorno e poi si gira a guardarci, dicendo qualcosa in russo.

«Cosa dice?» chiedo a Konstantin.

«Ci dividiamo, deve essere qui da qualche parte.» mi dice mentre tutti si dividono.

Anche se nessuno lo dice, presumo che possa aver attirato degli animali... in quel caso sarebbe meglio che né io e né Miroslav lo vedessimo, probabilmente è per questo che non volevano che venissimo qui a cercarlo.

Amo Konstantin, lo amo più di quanto pensavo una persona potesse amarne un'altra, ma non so se si renda conto che voglio bene a Pavel tanto quanto lui ne vuole a Irina, e che in questo momento non sono dell'umore di sposarmi. Un giorno lo sarò, eccome se lo sarò, ma ora come ora voglio soltanto stare vicino a Miroslav perché se sto male io, lui sta peggio di me, e forse tutto ciò che sta accadendo, tra io che sparo a due persone, Pavel che muore, le mie amiche che scompaiono... questo non è posto per me. Konstantin è la mia metà, sì, ma forse dovremmo cambiare posto. Non dico di andarcene via dalla Russia, ma almeno... allontanarci un po'. Non lo so, non so nemmeno se è davvero quello che voglio, in questo momento non sono lucida.

«Devo stare vicina a Miroslav, e voglio anche cercare chi l'ha ucciso.» dico a Konstantin.

«Tu stai vicino a capitano, pensiamo noi a trovare chi ha ucciso Pavel.» mi risponde lui.

A quanto pare ha pensato la stessa cosa che ho pensato io, il che mi solleva, perché sicuramente lui e di chiunque parli dicendo "noi" sanno meglio di me come e cosa fare.

Non so se Svetlana sia a conoscenza del fatto che i suoi genitori e chi lavora per loro abbiano ucciso Pavel, forse sì o forse no, ma sta di fatto che lui ha sopportato tanto con lei: per anni è rimasto nell'ombra mentre lei era la fidanzata e futura moglie di Konstantin, poi è rimasto per giorni a chiedersi se stessero ancora insieme oppure noi, venendo a scoprire proprio da Konstantin che si è fidanzata con qualcun altro e che di lui non vuole più saperne. Lui per lei, per il loro amore, ha rischiato tanto e ha perso tanto, non si meritava di fare questa fine. Ci sono tante persone cattive su questo mondo, davvero tante, ma se c'era qualcuno che non meritava di morire, quella persona era proprio Pavel.

Stiamo tutti qui intorno, nessuno si allontana troppo dagli altri, forse perché così evitano che, nel caso qualcuno lo trovi, io e Miroslav lo vediamo... sì, è meglio che vederlo in quello stato non sia l'ultimo ricordo che abbiamo di lui.

E se non dovessimo riuscire a trovarlo?

Dovrebbe avere una degna sepoltura e noi dovremmo avere la possibilità di andare a trovarlo ogni volta che vogliamo, ma se non si trovasse non potremo farlo. Magari non è nemmeno davvero qui, forse hanno dato il posto sbagliato al signor Grubov solo per toglierselo di torno...

Camminiamo e camminiamo, senza però trovare niente, fino a quando non sentiamo dei rumori e ci fermiamo tutti sentendo dei passi tra le foglie. Konstantin mi mette dietro a sé mentre, da dietro degli alberi, esce un anziano armato di fucile con un cane. Le guardie tirano subito fuori le loro armi, quindi il cane inizia a ringhiare e l'uomo ci punta contro il fucile, iniziano a parlargli in russo, ma lui non dice una parola, fino a quando non punta il suo sguardo su di me e mi fissa per un po', prima di abbassare il fucile e dire qualcosa al cane, che smette di ringhiare e inizia ad annusare qui in giro. L'anziano dice qualcosa a me, ma io non lo capisco, e poi si gira iniziando a camminare.

«Ha detto che ti porta da lui.» mi dice Konstantin, traducendo ciò che mi ha detto.

Significa che l'ha trovato e ci ha pensato lui a seppellirlo per evitare che gli animali lo trovassero?

Non so perché abbia abbassato il fucile quando ha visto me e ha detto a me che mi porta da lui, ma iniziamo a seguirlo in silenzio.

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