Epilogo

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In questo momento, qui, sono presenti tutte le persone a cui voglio più bene: la mia mamma, che, come aveva promesso, non mi ha più lasciato, trasferendosi definitivamente in Russia per me e mettendo da parte, per ora, gli uomini, per concentrarsi su noi due, Miroslav, che ormai chiamo papà e che ha finalmente trovato l'amore, Ruslana, con la quale ha avuto due bellissimi gemelli che per me e per Pavel sono come dei fratellini, quindi finalmente anche lui è felice. C'è Irina, la quale, qualche anno fa, ha avuto una figlia da Vladimir, ma poco dopo la nascita della piccola si sono lasciati, lei ha provato a farsi perdonare da Alexander, ma lui non ha voluto saperne, quindi ora lei e la bambina vivono con il signor Grubov, che non ha accanto nessuno di importante in questo momento, e si sentono solo per quanto riguarda la loro figlia. Alexander, appunto, dopo il modo in cui è andata a finire tra lui e Irina, ha deciso di dedicarsi totalmente a sé stesso, così come Yuri, aprendo un locale che gestiscono insieme. Pavel, il mio fratellone, ha finalmente trovato l'amore, lei si chiama Nina ed è dolcissima, si sono sposati un paio di anni fa ma per ora non c'è nessun bambino in arrivo. Le uniche a mancare oggi, che è Natale, sono Svetlana, la quale si è sposata con il ragazzo che i suoi le hanno fatto conoscere dopo aver scoperto di lei e Pavel, e sono ancora una coppia sposata, hanno avuto due figli e a volte li vediamo, anche perché i suoi figli sono amici dei miei figli, mentre Asia la sento qualche volta, ma lei non è più tornata in Russia e io non sono più tornata in Italia, quindi non ci vediamo da una vita, ma so che ha avuto una breve relazione col mio ex Tommaso, che per fortuna non è più venuto a cercarmi, ma ora è single e "sola", come dice lei.

Qualche mese dopo il matrimonio ho scoperto di essere incinta, ero felice quanto agitata perché non sapevo se sarei stata in grado di crescere un bambino, soprattutto in un paese che mi era ancora straniero e di cui non conoscevo ancora perfettamente la lingua, ma diventare madre è stata la cosa più bella che mi sia successo. Le abbiamo dato il nome della madre di Konstantin, che io non ho avuto la fortuna di conoscere, Arina, che oggi ha otto anni ed è la bambina più dolce, intelligente e gentile che io conosca. Tre anni fa abbiamo avuto Roman, tale e quale a suo padre Konstantin.

Guardo Arina che prende del cibo avanzato e lo mette in un piatto, corruccio la fronte mentre gli altri presenti ridono e scherzano, non accorgendosi di ciò che fa la mia bambina.

«Chto ty delayesh', Ari?» le chiedo curiosa, mentre lei non alza nemmeno lo sguardo.

«YA privedu svoikh druzey poyest', mama!» mi risponde, facendomi voltare verso Konstantin.

Ha detto che sta portando da mangiare ai suoi amici, e suo padre ha sentito, entrambi sappiamo che cosa significa.

«È proprio tua figlia. Porta mangiare a nostre guardie e dice che sono amici.» mi dice Konstantin.

«Perché non l'accompagni?» gli chiedo.

Arina somiglia molto a me, sia dal punto di vista fisico, sia dal punto di vista caratteriale, mentre Roman è più simile al loro padre. Sono felice che lei stia praticamente facendo ciò che anche io ho fatto tanto tempo fa.

Mi alzo e la seguo fino ad uscire all'esterno, ma non vado insieme a lei, lascio che ci pensi da sola, quindi la guardo andare verso di loro e parlarci. Prendono quel piatto molto felici e il nuovo capitano, quello che ha preso il posto di Miroslav, mi fa un cenno, ricambio e sorrido.

Quando ho scoperto di essere incinta avevo paura che, non appena fosse nata, Konstantin e suo padre l'avrebbero promessa in sposa a qualcuno, invece non è successo, e ne sono sollevata, perché non solo Arina, ma anche Roman, devono crescere senza la consapevolezza che si dovranno sposare con chissà chi, ma con l'idea che avranno il tempo di conoscere nuove persone e di decidere da soli con chi passare il resto della loro vita.

«Ancora non hai detto nessuno che aspettiamo altro bambino.» mi dice Konstantin mettendosi al mio fianco con in braccio nostro figlio, che, vedendo la sorella saltellare per il giardino pieno di neve, vuole scendere, infatti lo mette per terra e va verso di lei correndo.

«Lo farò... so che a te non piace fare queste notizie.» gli dico avvicinandomi a lui e circondando i suoi fianco, mentre lui appoggia il braccio sulle mie spalle.

Prima, mentre i bambini aprivano i loro regali, Arina mi ha chiesto quale fosse il regalo più bello che avessi mai ricevuto... avrei potuto rispondere davvero qualsiasi cosa, tipo il ristorante che mio marito mi ha regalato anni fa e che va benissimo, la mia auto, o qualsiasi altro oggetto, ma la verità è che il mio regalo più bello è stato Konstantin. Ero una ragazzina di diciotto anni senza niente e nessuno, lui mi ha accolta in casa sua e mi ha dato una famiglia su cui potrò sempre contare, mi ha amata come ogni persona merita di essere amata, mi è stato accanto nei momenti belli e in quelli brutti, ad ogni problema mi ha dato la forza di andare avanti, mi ha riportato il sorriso nei momenti bui, e, di conseguenza, lui stesso mi ha fatto dei meravigliosi regali: mi ha reso madre due volte, quasi tre. Ne ho passate tante da quando lo conosco, ma, se tornassi indietro, rifarei ogni minima cosa, sapendo che, poi, alla fine, avremo il nostro lieto fine.

«Ti amo.» gli dico alzando lo sguardo per incontrare il suo.

«Ti amo anche io.» mi risponde abbassandosi per darmi un bacio veloce a stampo.

Arina inizia a correre verso di noi e Konstantin la prende in braccio, mentre io raggiungo Roman e prendo lui, che si accoccola a me.

Esiste niente di più bello?

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