31º capitolo

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Pavel batte il suo pugno contro il mio ed entra in casa guardandosi intorno. Ho provato a chiamare Svetlana, ma lei non risponde, e poi mi ha scritto lui, che ha avuto il mio numero da Yuri, a cui lo ha dato Asia.

«Konstantin c'è?» mi chiede guardandosi intorno.

«È nel suo ufficio, vuoi raggiungerlo?» gli chiedo.

«No, non sono qui per lui. Quindi non hai sentito mia ragazza che forse non è più?»

È convinto che Svetlana, dopo che i suoi genitori hanno scoperto che sta con lui, lo abbia lasciato senza nemmeno dirglielo, visto che lei se n'è andata via senza nemmeno guardarlo, da quella casa in cui c'eravamo tutti, e non ha più risposto al cellulare.

Gli faccio segno di seguirmi ed entriamo in cucina, perché almeno riusciremo a parlare senza che Konstantin ci senta, a meno che non venga qui, ma non credo.

«Sai che l'ho chiamata e le ho scritto, ma pare abbia il cellulare spento. Se ti avesse lasciato te l'avrebbe detto, quindi pensa positivo e vedrai che si rifarà presto viva.» gli dico appoggiando davanti a lui, che si è seduto davanti al bancone della cucina, dei biscotti che ho fatto stamattina e da bere.

«Grazie.» sussurra afferrandone subito uno: «Ho paura che suoi genitori mi uccidono. Sono sicuro che hanno già promesso a altro uomo.»

«E se ti dessero il permesso di sposarla? Lo faresti?» gli chiedo curiosa.

«Perché tua domanda?» mi chiede curioso.

Non so da quanto lui stia con Svetlana, l'ho visto una volta sola, due contando oggi, ma a quanto pare non proviene da una famiglia ricca e potente come Yuri, Svetlana, Konstantin, Irina e Vladimir, è più simile a me e ad Alexander, solo che quest'ultimo è un amico stretto di Konstantin e mi sentirei un po' a disagio a parlare di matrimonio con lui, quindi Pavel potrebbe essere la persona giusta.

Roteo gli occhi e prendo dal cassetto la scatoletta con all'interno il bellissimo e costoso anello che Konstantin mi ha dato, lo apre e glielo metto davanti, lui lo guarda e resta per qualche secondo a bocca aperta, poi riporta lo sguardo su di me.

«Konstantin mi ha chiesto di sposarlo, ma non so che cosa fare. Mi rende felice, ci amiamo, ma... tutti sappiano chi è lui, chi è suo padre e chi è la sua famiglia in generale, poi è sparito per un mese e io ho dovuto sparare a due uomini... e se un giorno dovessimo lasciarci? O dovessero farmi del male?» è assurdo che ne stia parlando con un ragazzo che praticamente non conosco.

«Ora capisco perché cercavi Svetlana...» sussurra prendendo in mano la scatola e guardando l'anello mentre mangia i biscotti: «Se ami perché non hai al dito?»

«Ho paura, Pavel.»

«Chi non ha paura?» mi chiede.

Ho già sbagliato in passato con Tommaso, Konstantin non c'entra niente con lui, mi tratta come una principessa, non mi fa e non mi farà mai mancare nulla, ma ho comunque paura. Vorrei che fosse tutto più semplice. Nella mia vita è sempre andato tutto storto, prima con i miei genitori, poi con Tommaso... sono venuta in Russia per rifarmi una vita, e non appena sono arrivata ho incontrato Konstantin, il quale vuole rifarsi una vita con me. Questa, d'altronde, è la sua vita, non è la mia. Io non appartengo alla Russia, alle armi, ai matrimoni combinati e a tutto ciò che circonda la sua vita, ma appartengo a lui... io lo so. Non voglio che si sposi con una qualunque, non voglio che abbia un figlio con una qualunque, esattamente come lui non vuole che io sposi uno qualunque e abbia un figlio con uno qualunque.

«Miei genitori mi hanno abbandonato davanti chiesa, sono stato solo fino a quindici anni, poi una di guardie di Konstantin mi ha adottato e grazie a signor Grubov sono andato a Secondo Ordine scolastico, tu chiami scuole medie.» annuisco e ascolto la sua storia con interesse: «C'erano tanti gruppi, poi c'era quello di Konstantin, Irina, Vladimir, Yuri, Alexander e Svetlana. Erano come famiglia, nessuno poteva entrare in gruppo, ma altri prendevano di mira me, Irina mi ha difeso, grazie a lei ho iniziato a conoscere tutti... mi sono innamorato di Svetlana, e conoscevo quattro ragazzi... Konstantin non ha mai guardato nessuna ragazza come guarda te. Fidati di me, io occhio per queste cose.»

Non sapevo fosse il figlio adottivo di una delle guardie di Konstantin e che è stato grazie a questo e al signor Grubov che ha fatto la conoscenza di tutti loro, ma gli credo.

«Tu mi stai simpatica, sei brava persona, gentile, unica che è rimasta con me dopo che Svetlana è andata via con suoi genitori, e anche unica che mi ha risposto per chiedere se sentivi lei. A altri non sto simpatico...»

«Mi stai simpatico anche tu... e anche i miei sono degli stronzi. Mio padre mi ha abbandonata dopo la mia nascita e mia madre di me se n'è sempre fregata... si sono fatti pagare dal signor Grubov perché non vogliono più vedermi.» gli confesso.

«Sai che uomini come loro vogliono solo maschi, non vogliono femmine. Se nascono femmine, come esempio Irina e Svetlana, decide capo famiglia chi deve sposare e tutta sua vita.» le sue parole mi fanno riflettere.

Che cosa accadrebbe se io e Konstantin, sempre che accadrà, avessimo una femmina?

È tutto così complicato, per fortuna ne sto parlando con lui perché è al mio stesso livello e può darmi i giusti consigli.

«Se gli dicessi di no sarei costretta ad andarmene, vero?» gli chiedo.

«No, ma lui deve sposare altra donna.»

So che Konstantin è diverso, non è come suo padre, suo nonno e tutti gli altri. Ma so anche che questa vita non si può cambiare. Forse, però, io sono nata per Konstantin e di conseguenza sono nata anche io per questa vita, o forse non è così.

Se io gli rispondessi di sì e fra qualche anno mi rendessi conto di aver sbagliato e di volermene andare, so che non riuscirei ad allontanare i nostri ipotetici figli da lui.

«Che cosa devo fare secondo te?» gli chiedo.

«Non posso dirti io, è tuo cuore che deve dirti.» mi dice continuando a mangiare i biscotti.

«E se neanche il mio cuore avesse la risposta?» gli chiedo con gli occhi lucidi.

La mia paura più grande è quella di sbagliare e di capirlo troppo tardi. Io ho bisogno di Konstantin, di sicuro non voglio allontanarmi da lui, ma questa vita è troppo per me...

«Io so che lui ti ama, so anche che lui è ragazzo diverso da altri ragazzi che conosci in Italia, ma ti ama davvero. Io conosco lui da tanto tempo e fatto che ti ha chiesto di sposarlo deve farti capire che è davvero innamorato. Di solito sono famiglie a scegliere, ma lui ha scelto te. Per prima volta in storia.» le parole di Pavel mi fanno sorridere.

Il fatto che mi stia dando sia i pro che i contro dello scegliere di stare accanto a Konstantin per tutta la vita mi da l'ennesima conferma che sto parlando con la persona giusta.

Anche io sono innamorata di Konstantin e ho scelto lui dopo tutto quello che è successo, ma è diverso...

«Secondo me ti chiedeva mano anche se matrimonio con Svetlana non saltava.» mi confessa.

Mi avrebbe chiesto in ogni caso di sposarlo?

Se io e lui restassimo insieme per sempre, comunque un giorno ci sposeremo comunque... solo che sarebbe un giorno in cui lo conoscerò per bene, e soprattutto conoscerò la situazione, cosa che ora non ho inquadrato ancora molto bene.

«Facciamo cosa... io con loro non c'entra niente, e tutti due non abbiamo famiglia. Diventiamo amici e facciamo come sorella e fratello. Se tua risposta è sì e dopo Konstantin si trasforma in mostro come altri, ti prometto che porterò te e vostri bambini lontano da qui.» gli sorrido, perché non è obbligato a farlo, invece sembra voglia tenermi al sicuro, forse perché in me ci vede anche un po' lui, sinceramente anche io.

«Ci sto.» gli rispondo, sorride anche lui.

Almeno così starò più tranquilla, no?

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