41º capitolo

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Konstantin non è uno che esprime i propri sentimenti... lo fa con me, con Irina, ma con nessun altro, sta sempre serio, soprattutto in presenza di suoi collaboratori, di suo padre e di persone che non conosce, per cui mi sono sorpresa molto quando ha proposto a Miroslav e a Pavel di venire a stare da noi, perché, sue parole, la mia famiglia è anche la sua famiglia. Sicuramente non avrebbero mai accettato, normalmente, ma dopo quello che è successo, stare vicini, insieme, e non lontani, ci farà bene. Comunque Miroslav ha insistito perché continuasse ad essere il capitano delle guardie, dice che in questo modo potrà tenermi ancora più al sicuro, e Pavel invece aiuterà me come aveva promesso con i preparativi del matrimonio.

Mi sdraio accanto a Konstantin, sono stanca visto la giornata che abbiamo passato, ma mi è sembrato giusto preparare una buona cena e stare un po' con loro prima di venire a letto.

«A cosa pensi?» chiedo a Konstantin vedendolo pensieroso: è sdraiato con soltanto i boxer addosso e tiene le mani sotto alla nuca.

Mi allungo a spegnere la luce e mi metto sotto alla coperta, girandomi su un fianco verso di lui, che non si muove di un millimetro.

«Conosco da anni Pavel e nessuna persona gli vuole bene come te, anzi, nessuno ha mai voluto bene. Che cosa ti ha detto di bello?» mi chiede.

«In che senso nessuno gli ha mai voluto bene?» gli chiedo confusa.

Da quello che proprio Pavel mi aveva detto, si sono conosciuti a scuola ed è stato l'unico che hanno fatto entrare nel loro gruppo, quindi pensavo fossero amici e si volessero bene, insomma... non sono persone che dimostrano in ogni momento di volersene, ma pensavo che... non lo so, forse ho capito male.

«Irina pregato di farlo entrare in nostro gruppo per non farlo prendere in giro da stronzi, ma nessuno è suo amico. Ho scoperto dopo tuo arrivo, quindi dopo anni, che era ragazzo segreto di Svetlana, ma sembra che neanche lei vuole bene a lui.» mi spiega.

«Sono sempre stata abbandonata da tutti... e lo hanno fatto anche tua sorella e Svetlana. Lui è stato il primo a farmi sentire parte di una famiglia e a non abbandonarmi come ha promesso.» gli spiego invece io.

«Tu non capisci che tutti loro vanno in convenienza... Pavel no, alla fine non conosco, ma Irina e Svetlana sì.» mi dice mettendosi anche lui su un fianco.

Sinceramente in questo momento voglio soltanto godermi questi momenti non solo con lui, ma anche con Pavel e Miroslav, con tutti, insomma, e non pensare alle cose negative.

Ancora non conosco alla perfezione Pavel, ma se dice che non mi abbandonerà e che starà sempre al mio fianco, che veglierà su di me che sui miei ipotetici bambini, io gli credo. Anche io ho intenzione di mantenere tutte le promesse fatte, non solo a lui ma a tutti.

Accarezza il mio fianco da sotto la maglietta del pigiama e si avvicina ancora di più a me incrociando le nostre gambe e appoggiando la fronte alla mia.

C'è sempre stata la possibilità che, lasciando la mia vita in Italia, qui in Russia mi sarei potuta non sentire a casa, ma non è mai successo. Non c'è stato giorno, soprattutto dopo il mio arrivo in questa casa come cuoca, in cui io non mi sia sentita nel posto giusto... a casa. Più il tempo passa e più mi rendo conto che questo è il mio posto, non me ne andrò da qui, perché sono sicura che in qualsiasi altro posto mi sentirei nel posto sbagliato... così come mi sono sempre sentita a Milano. La Russia è la mia casa, questa casa è la mia casa, la famiglia che ho trovato è la mia casa. Konstantin è casa mia.

«YA tebya lyublyu.» mi dice, mi avvicino ancora di più a lui e gli do un bacio a stampo.

«Io ti amo di più.» gli dico.

«No, io.» mi risponde facendomi ridere.

Mi abbraccia e si gira facendomi trovare ora sopra di lui, alzo la testa e faccio per rimettermi sul materasso, ma lui mi tiene stretta, quindi mi accoccolo a lui e gli do un bacio sul collo.

È proprio questo che intendo: quando mi abbraccia e mi tiene stretta come se fossi la cosa più preziosa e importante che possiede, mi fa sentire a casa, mi fa sentire come se questo fosse il posto in cui correre ogni volta che mi sentirò in pericolo, perché mi proteggerà da ogni cosa e da ogni persona, ogni volta che mi sentirò triste, perché mi farà sentire meno sola e mi farà capire che, insieme, possiamo superare tutto, perché in ogni momento, di qualsiasi cosa io abbia bisogno, questo è il posto che mi farà sempre sentire meglio.

«Perché non ci sposiamo subito? Solo con persone importanti per noi, senza perdere più tempo. Cosa dici?» mi dice lasciandomi di stucco.

«Perché?» gli chiedo sorpresa da questa sua proposta.

«Perché voglio che sei mia moglie e non serve tante persone. Tu vuoi tanti invitare?» mi chiede.

«Ehm... no, non ci sono molte persone che conosco. Direi che per me inviterei solo Pavel e Miroslav.»

«E io... forse nessuno, ma posso invitare Alexander e Yuri.»

«E il signor Grubov.» aggiungo io facendolo sbuffare.

«Va bene. Invitiamo Alexander, Yuri, proviamo anche Irina, Pavel, capitano e signor Grubov.» sorrido e gli do un altro bacio a stampo, per poi buttarmi di nuovo sul materasso e abbracciarlo, appoggiando la testa sul suo petto.

Suo padre ci deve essere, insomma, anche lui per me ha fatto tanto, e vuole molto bene al figlio, quindi sarebbe un grande errore non invitarlo al nostro matrimonio.

«Io e tuo padre abbiamo parlato, mentre tu eri scomparso... e mi ha detto che la famiglia di tua madre l'ha uccisa, che lui si è pentito... senti, a me dispiace tantissimo per lei e per te e Irina, ma io sono stata abbandonata dai miei genitori, e tu che puoi averne uno... non respingerlo. Ti vuole bene e fa di tutto per voi, si sente in colpa per non essere riuscito a salvare tua madre.» gli dico, perché proprio non ce la faccio a tenere la bocca chiusa...

«Perché devo?» mi chiede, come se non avesse ascoltato nulla di ciò che gli ho detto.

«Perché è tuo padre, Konstantin. È la persona che i tuoi figli chiameranno nonno, che tu lo voglia o no.»

Il fatto che non dica niente non so cosa significhi, ma inizia ad accarezzarmi la spalla e mi da un bacio tra i capelli.

«Allora va bene fare matrimonio solo con persone che tutti conosciamo?» mi chiede cambiando discorso: «Ovvio con signor Grubov in prima fila.» dice poi, facendomi scoppiare a ridere.

«Va bene.» sussurro.

Sarà comunque meglio di avere intorno persone che non ho mai visto prima. Una cerimonia intima è ciò che ci serve, e non vedo l'ora: all'inizio ero titubante, invece ora sono così emozionata da volere che accada subito.

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