28º capitolo

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Siamo seduti a tavola, tutti mangiano ma io fisso il piatto pieno senza riuscire a mangiare. Adesso che tutti sanno di me e Konstantin dovrei essere più tranquilla, ma, in realtà, che cosa sanno esattamente? Ci siamo baciati una volta e poi lui è scomparso per più di un mese, non abbiamo mai detto "stiamo insieme", o qualsiasi altra cosa, non ne abbiamo proprio parlato, e ora mi ritrovo seduta a tavola con lui, suo padre e sua sorella, convinti di trovarsi davanti ad una coppia, quando in realtà non c'è nulla di ufficiale.

«Perché non mangi? Posso chiedere di prepararti qualcosa che ti piaccia, se vuoi.» mi dice il signor Grubov.

«No, non si preoccupi, grazie.» forzo un sorriso.

Asia è con Yuri, Alexander anche oppure è tornato a casa sua, Svetlana è tornata con i suoi genitori, Pavel lo abbiamo accompagnato noi tanto era di strada, e forse dovrei solo lasciare che queste persone stiano in famiglia senza la mia presenza.

«Pensavo che sia più giusto che io mangi con le cameriere come facevo prima.» dico loro.

«Fai parte della famiglia, perché non dovresti mangiare con noi?» mi chiede il signor Grubov.

«Greta domani torniamo in mia casa e parliamo noi due di questo.» mi dice invece Konstantin.

Non rimetto piede in quella casa da molto, ma so che le guardie ci sono comunque, e anche le cameriere un paio di volte a settimana vanno a pulire. Sicuramente mi mancherà vivere qui, ma credo che tornare là sia la cosa migliore per tutti.

«Io non torno in casa con voi.» sussurra Irina.

«Perché?» le chiede Konstantin.

«Non voglio incontrare nessuno, e poi devo comunque tornare prima di tuo matrimonio.» corruccio la fronte e guardo suo fratello.

Di quale matrimonio sta parlando?

Avevo capito che il matrimonio con Svetlana fosse saltato, il che, da una parte, mi faceva stare tranquilla, ma ora che ho sentito la parola "matrimonio" mi sale il dubbio che non sia mai saltata la loro unione nonostante penso tutti sappiano di me e di lui. Potrebbe anche essere come in quei film in cui lui la sposa davvero ma poi è con me che sta segretamente, in questo caso, mi dispiace, ma non acconsentirò mai e poi mai a farlo.

Konstantin la guarda male e si alza, non capisco se ci sia rimasto male che Irina abbia deciso di restare qui e di non tornare a casa sua con noi, o se sia arrabbiato perché lei ha parlato del matrimonio, che forse non avrebbe dovuto nominare, quindi resto qui confusa, chiedendomi se debba restare seduta a tavola oppure alzarmi e seguirlo.

Che faccio?

Il signor Grubov sospira, come se si aspettasse che sarebbe successo, e mi fa segno di raggiungere il figlio, quindi mi alzo a testa bassa ed esco dal soggiorno, iniziando a correre non appena metto piede fuori dalla loro visuale. Raggiungo il piano superiore e lo vedo appoggiato al muro con la schiena e la nuca, mi avvicino lentamente a lui che ha gli occhi chiusi.

«Devi sposare Svetlana o un'altra ragazza?» gli chiedo facendogli aprire gli occhi, che punta subito nei miei.

«Dove dormi?» mi chiede, forse perché non vuole mettersi a discutere sul corridoio dove potrebbe vederci e sentirci chiunque, e ha ragione, quindi gli indico la mia stanza e lui mi supera aprendola e aspettandomi in piedi di fianco ad essa, entro quindi anche io e chiude subito la porta, per fino con la chiave, come se non volesse che nessuno ci disturbi.

«Ho già detto tutti che se mi obbligano a sposare ragazza che non voglio vado via e non torno.» mi dice andando a sedersi sul letto, io invece resto in piedi.

«Allora di quale matrimonio parlava Irina?» gli chiedo confusa.

«Ho detto no ragazza che non voglio, allora sì ragazza che voglio.»

Cosa...?

Spero che non significhi che è con me che deve sposarsi, perché non saprei che cosa dire e che cosa fare. Tralasciando Konstantin, adoro tutte le persone che ci sono qui: le ragazze, i ragazzi, suo padre, le cameriere, le guardie... e so già che se tra noi due le cose finissero potrei rischiare di non rivederli più, perché sicuramente non resterei qui, nonostante il signor Grubov mi abbia detto che, comunque vadano le cose col figlio, le porte di questa casa saranno sempre aperte per me.

Allunga il braccio e mi prende la mano tirandomi davanti a sé, poi mette le mani dietro alle mie gambe facendomi capire che voglia che io mi sieda, e lo faccio, direttamente sulle sue gambe, a cavalcioni, appoggia le mani sulla mia schiena.

«Non dobbiamo fare matrimonio subito, ma... così hai casa, marito, famiglia... puoi continuare a cucinare, se vuoi, anche invitare tue amiche. Possiamo andare in vacanza, puoi avere tuo autista che porta a fare compere e...» lo fermo.

«No, Konstantin, aspetta. Io non ho bisogno di questo. Non ho bisogno di sapere che hai così tanti soldi da potermi portare in vacanza dovunque voglio, o di avere un autista che mi porti dove voglio in qualunque momento... quello di cui ho bisogno è sapere che qualcuno mi ama, che non mi farebbe mai del male, e che non mi tradisca.» gli dico.

«Ma quello già c'è. Sono io. Io ti ho aspettata perché sapevo che arrivavi, per questo ho rimandato matrimonio, e poi ti ho fatto promessa e ho fatto un mese lontano da te per riportare a casa Vladimir e non sposare Svetlana. Ho fatto per te, capisci?» appoggio la fronte sulla sua.

Sapevo che in pratica mi conosceva ancor prima che ci incontrassimo in aeroporto, ma sapere che ha rimandato il matrimonio con Svetlana per me, che ha fatto tutto questo per me, mi da l'ennesima prova che lui ci tenga davvero a me, che non stia scherzando, che non sia qualcosa di passeggero.

«Mi sei mancato.» sussurro.

Senza nulla togliere alle ragazze, con cui ho passato ogni singolo giorno durante la sua assenza, ma ora che c'è lui mi sento molto meglio.

Ci iniziamo a baciare, finalmente, e credo non ci sia niente di meglio. Si gira lasciandomi cadere sul materasso con lui sopra di me.

Non ho mai avuto una vera famiglia, ma da quando ho conosciuto Konstantin mi ha dato tutto ciò che ho sempre sognato: una famiglia, e tanto amore. A me basta questo.

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