14º capitolo

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Konstantin

Ho passato la mia intera vita a ripetere a me stesso che non avrei mai sposato Svetlana, perché Konstantin Grubov avrebbe trovato la ragazza giusta per lui ad ogni costo, ma non è mai successo, fino al giorno in cui, all'aeroporto, tra mille persone, una ragazza italiana non mi è finita addosso. Avevo già sentito parlare di lei, l'avevo vista in foto, e quando me la sono trovata davanti sono rimasto a bocca aperta, come se fosse un angelo caduto dal cielo: ho passato un paio di volte la notte con quella tizia, la sua amica, non ricordo mai il suo nome perché non è una cosa che mi interessa, e una volta, sul suo cellulare, ho visto una foto di lei con un'altra ragazza, ho pensato che fosse bellissima, le ho chiesto chi fosse, convinto che si trattasse di una ragazza di qui, ma mi ha detto che era la sua migliore amica che abitava a Milano e che era anche fidanzata... quando mi parlava di lei facevo finta di non ascoltare, di non essere interessato a ciò che diceva, ma in realtà non mi sono mai perso un racconto. So che suo padre l'ha abbandonata dopo la sua nascita e non si è più fatto vivo, che sua madre ha sempre avuto ragazzi diversi che metteva sempre davanti a sua figlia, che quando è andata a vivere con uno di questi fidanzati della madre le cose sono iniziate ad andare peggio, per questo motivo a diciotto anni si è trasferita da quello stronzo che ha osato metterle le mani addosso... so che ama cucinare, che ha sempre sognato di trasferirsi a vivere qui, in Russia, ma non sapevo che sarebbe davvero arrivata. Quel giorno ero lì perché avevo appena accompagnato mio padre con i miei amici, doveva partire, e quando l'ho vista non potevo credere ai miei occhi: la ragazza di cui avevo tanto sentito parlare era finalmente davanti a me. Sono tante le cose che so di lei grazie alla sua amica, e conoscendola mi sono reso conto che era tutto vero, anzi, che era ancora più pazzesca, meravigliosa e bellissima di quello che pensavo. Konstantin Grubov è uno stronzo che ha sempre pensato solo a sé stesso, le uniche persone a cui vuole bene sono Irina, sua sorella, e i suoi due amici, Alexander e Yuri, ma nonostante questo vedendola ho capito che è lei... è lei la ragazza che voglio. Più la conosco e più mi rendo conto che lei è quella ragazza che ho cercato per tanto tempo, che avevo paura di non conoscere mai, che ho aspettato e finalmente ho trovato.

Sono seduto sulla poltrona e la guardo mentre aiuta le altre cameriere a sparecchiare, è così bella in ogni momento, qualunque cosa faccia, ma improvvisamente qualcuno mi lancia addosso qualcosa. Afferro il cuscino che mi ha lanciato Yuri e glielo rilancio facendolo ridere.

«Stavo fissando la cuoca, sembri uno stalker, fai paura.» mi dice in russo, così che lei non capisca.

«Non stavo fissando la cuoca.» gli rispondo.

«Sabato non è uscita con la guardia, forse le piaci anche tu come lei piace a te.» mi dice Alexander.

Già, ho saputo che non sono usciti insieme, a quanto pare è una che mantiene le promesse fatte, ne sono felice. Ero preoccupato di tornare e di non trovarla, a quel punto sarei corso a cercarla tra mari e monti per riportarla a casa, ma quando sono arrivato a casa Irina mi ha detto che era andata a dormire da poco. Ho tirato un respiro di sollievo. Sarei voluto andare a dormire con lei come la sera prima, ma c'era mio padre e ha voluto bere qualcosa con me... solo per parlare di lavoro, perché quando si tratta di me e di lui, ci parliamo soltanto di lavoro, di nient'altro.

«Non ti azzardare a spezzare il cuore alla mia unica amica.» Irina si butta sul divano, a quanto pare ha origliato la nostra conversazione...

«Non spezzo il cuore a nessuno. Potete piantarla di dire che mi piace la cuoca? Ci siamo capiti male.» no, in realtà ci siamo capiti alla grande...

La guardo di nuovo, sta leggendo qualcosa dal cellulare e sorride.

Chi le scrive?

Mi alzo senza nemmeno ragionarci sopra e vado verso di lei, non ascolto nemmeno ciò che dicono questi tre scemi che vogliono solo prendermi in giro e la raggiungo velocemente. Mi schiarisco la voce, lei alza lo sguardo e, non appena mi vede, mette via il cellulare tornando seria.

«Chi ti scrive?» forse non avrei dovuto chiederglielo in modo così precipitoso, ma con più calma.

«Nessuno... ha bisogno di qualcosa, signore?» mi chiede, mentre i tre ridono, accanto a me, per cui li guardo male e torno a guardare lei.

«Ha bisogno di sapere chi scrive a sua cuoca.» dice Yuri.

Stupido.

Le cameriere escono dalla cucina e abbassano la testa non appena si rendono conto che sono qui... davvero, non vorrei fare questo effetto alle persone, ma basta che sappiano che sono un Grubov e che sono il loro capo, in questo caso, per agitare le persone... e poi ammetto che, a volte, rispondo male, ma non posso essere gentile. Greta le supera entrando in cucina e io la seguo, facendo segno a tutti di restare qui, quindi entro anche io.

Ho già detto che è bellissima?

Si gira a guardarmi e poi mi da di nuovo le spalle mentre mette degli avanzi della cena in frigo.

«Non volevo parlarti in quel modo, scusa. Ti ho vista ridere davanti telefono e pensavo che ti scriveva altro ragazzo.» le dico.

«Non dovrebbe importanti chi mi scrive, stai per sposarti.» mi dice invece lei.

«Hai dato a mia guardia tuo numero?» le chiedo facendo finta di non aver sentito ciò che mi ha dato.

Si gira e prende il cellulare dalla tasca, lo gira verso di me facendomi vedere una chat con dentro meno di dieci persone in cui hanno mandato dei saluti in italiano e in russo.

«A te non devo nessuna spiegazione. L'unico a cui ho dato il mio numero sei tu, ma le altre mi hanno aggiunto al loro gruppo e stanno cercando di riuscire a comunicare con me. Sorridevo perché l'ho trovata una cosa carina... ma tu non sei stato per niente carino.» mi dice, per poi andare verso la porta e uscire.

Ecco... stupido Konstantin, che ti ingelosisci per nulla.

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