17º capitolo

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Oggi è brutto tempo, ma esprime totalmente il mio stato d'animo. Guardo la pioggia che cade al suolo, i lampi in lontananza, e le povere guardie costrette a rimanere fuori sotto l'acqua... dovrei preparare qualcosa di caldo per loro, ma sarebbe meglio chiedere a Konstantin prima di fare qualcosa che possa non piacergli. Qualcuno appoggia la mano sulla mia spalla facendomi sussultare, mi giro e guardo Konstantin, non l'avevo sentito entrare... gli sorrido leggermente.

«Scusa, non volevo spaventare.»

«No, tranquillo... stavo per venire da te.» gli dico allontanandomi dalla finestra.

Non ho più visto suo padre dopo quello che è successo... forse se ne vergogna, ma non credo, e comunque non so nemmeno se sia stato Konstantin a dirgli di andarsene e di non tornare prima che io scendessi... so solo che nessuno ne ha più parlato, e forse è meglio così. I miei genitori sono degli stronzi, stavo insieme ad uno stronzo e credevo la mia migliore amica una stronza... se non fosse per queste persone io sarei sola, chissà dove, quindi devo molto a tutti loro.

«Per darmi bacio?» mi chiede appoggiando le mani sul bancone, accanto a me, impedendomi di allontanarmi, e piegandosi leggermente per avvicinarsi a me.

«Ci potrebbe vedere qualcuno.» sussurro guardando verso le porte e le finestre.

«Ho mandato cameriere a casa, Irina è a telefono di sopra e ci siamo solo noi.»

«Sembrava che... ti fossi pentito di esserti avvicinato a me, l'altro giorno.» gli confesso, lui corruccia la fronte.

Lui ha avuto molto lavoro da fare, negli ultimi giorni, quindi anche se ci vedevamo era di fretta. Ho sperato, la sera, che venisse a trovarmi e si fermasse a dormire con me come l'altra volta, ma non l'ha fatto, e non ho avuto il coraggio di andare io da lui perché non sapevo come avrebbe potuto reagire. Questa è la prima volta che ci vediamo e che siamo soltanto noi due dopo quello che è successo.

«No pentito, sembrava che stavo approfittando di ragazza triste.» mi risponde facendomi sorridere come sempre.

Mi piace quando mi dice cosa sente, cosa pensa, cosa prova... dovrebbero essere tutti come lui.

Mette una ciocca dei miei capelli dietro l'orecchio, è una cosa che fa molto spesso e che mi fa un sacco piacere, mi sembra una cosa dolce e carina, mi piace quando lo fa.

«Ti volevo solo chiedere se posso portare qualcosa di caldo alle tue guardie che stanno sotto la pioggia.»

«No.» si allontana e si appoggia al bancone di fronte a me con le braccia conserte.

«Perché no?»

«Perché poi aspettano che lo fai sempre e non voglio fare io cose tue quando vai via.» lo guardo male e lui si allunga, mi afferra e mi attira a sé legando le sue mani intorno a me: «Sono abituati a stare sotto pioggia, non preoccuparti per loro.»

In effetti stavano già là fuori prima del mio arrivo e ci staranno anche dopo che me ne andrò... per quanto mi dispiaccia, se io facessi questa cosa, non ci sarò sempre a farlo e non voglio che ogni volta che ci sarà brutto tempo si aspettino di vedermi, perché non accadrà... anche se sarei felice di tornare qui ogni volta che c'è brutto tempo per dare loro qualcosa di caldo.

Avvicinandomi in questo modo a lui l'unica che ci starà male sono io, perché lui si sposerà, vivrà in questa bella casa con Svetlana, magari avranno dei figli, mentre io... io non so che cosa farò. Sicuramente andrò a stare con Irina dal loro padre, ma per quanto riguarda i ragazzi... proprio non lo so.

«Senti... se tieni a dare qualcosa di caldo a guardie fallo. Manca ancora qualche mese a matrimonio, avvisali che dopo tua partenza non lo farà più nessuno.» mi dice.

«Davvero?» gli chiedo sorridente, non potendo credere che mi conceda di farlo.

«Prometti che se chiedono di uscire o tuo numero, tu dici che sei fidanzata... anzi, no no, devi dire che ti piacciono ragazze, così non sperano che lasci ragazzo.» scoppio a ridere per quello che ha appena detto.

È serio?

Non posso dargli torto... se fossi io quella che gli permette di stare qui, e se lui mi piacesse come io piaccio a lui, anche io sarei gelosa delle altre ragazze... perché se mi stessi per sposare con qualcuno che a me non piace, cercherei di godermi ogni momento possibile con chi realmente mi piace, perché dopo non potrò più farlo.

Lego le braccia intorno al suo collo, rimane sorpreso da questo, lo capisco, ma voglio anche io godermi ogni singolo momento con lui prima di prendere strade diverse, a costo di uscirne con il cuore spezzato...

«Grazie.» sussurro.

«Tutto per rendere felice mia bellissima...» si blocca prima di finire la frase.

«Cuoca.» la finisco io per lui.

Sospira e appoggia il mento sulla mia testa... lui lo sa che è così, quindi è inutile metterci a discutere.

«Devo andare a mangiare con Svetlana e sua famiglia, prometti di non fare cavolate quando non ci sono?» mi allontano per guardarlo.

«Tipo?» non so a che cosa si riferisca.

«Tipo feste con Irina, o di comprare mie guardie con cibo.» rido e lui ride insieme a me, è così bello poter ridere insieme di sciocchezze simili.

«Non ti prometto niente.» gli dico.

Comunque io lo ammiro: è rimasto accanto a sua sorella nel momento più difficile della sua vita, non l'ha persa di vista un attimo, e oltre al dover preoccuparsi di lei, al dover pensare al suo imminente matrimonio e a tutti i suoi problemi, ha dato una mano anche a me. Konstantin è un ragazzo d'oro, ho sbagliato a pensare che fosse cattivo, perché in lui non c'è niente di negativo. Ciò che tutti credono negativo in lui, è soltanto ciò che lui vuole far credere di essere.

Ci guardiamo per un po', esattamente come l'altro giorno nella mia stanza, ma prima che possa accadere qualcosa, qualunque cosa, la porta viene spalancata da qualcuno, e, esattamente come quella volta, anche questa volta si tratta di Irina. Sorrido a Konstantin, che invece rotea gli occhi e borbotta qualcosa, e mi allontano da lui. Per fortuna lei ha lo sguardo sul cellulare, quindi non si è accorta di quanto eravamo vicini.

«Ho trovato ricetta, proviamo?» mi chiede felice.

«Proviamo.» le rispondo.

«Vado, non fate casini.» ci dice Konstantin andando verso la porta.

Lo guardo andare via, ma prima che sparisca si gira a sorridermi: non credo ci sia niente di più bello, sinceramente.

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