19º capitolo

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Passeggiamo l'uno accanto all'altra, stiamo mangiando dei dolci tipici di cui Konstantin mi ha detto almeno sette volte il nome, ma ancora non l'ho capito bene, comunque sia sono buonissimi.

Siamo andati alla Piazza Rossa, con monumenti unici e spettacolari, da cui partono varie tutte le strade principali della città, che sembrano non finire più. Siamo arrivati alla Cattedrale di San Basilio e abbiamo visitato anche tutto ciò che le sta intorno. È tutto così pazzesco, così bellissimo, unico e perfetto. Le foto e i video su internet non rendono abbastanza la bellezza di tutti questi monumenti e della città in generale. Mi piace la storia, mi piace visitare queste cose, e la presenza di Konstantin rende tutto ancora più bello e fantastico. Ci siamo scattati varie foto, abbiamo riso, scherzato, abbiamo fatto gli scemi e i seri, non so da quanto tempo non mi divertissi così tanto... forse non era mai successo.

D'un tratto mi afferra trascinandomi verso una di quelle vecchie cabine in cui si scattano foto per documenti o anche foto simpatiche da tenere come ricordo.

«Facciamo ultima foto prima di tornare a casa?» mi chiede, annuisco subito e lui entra per primo.

Tra di noi non è successo niente, oggi, e forse non accadrà mai davvero qualcosa, ma non lo ringrazierò mai abbastanza per tutto ciò che ha fatto e che sta facendo per me.

Entro anche io, qui dentro si sta strettissimi, mi attira a sé per farmi sedere sulle sue gambe e poi si leva sia il cappello che gli occhiali. Fino ad ora si era tolto soltanto gli occhiali, ma ora ha levato anche il cappello, quindi lo levo anche io e guardo verso lo schermo posto davanti a noi.

«Questa va bene?» mi chiede indicandone un tipo: quella verticale che è composta da quattro foto diverse.

«Perfetta.» sussurro.

Mentre la macchina inizia a fare il conto al rovescio sorrido mentre lui rimane serio come sempre, poi, per farlo ridere, per la seconda faccio un'espressione buffa, e per fortuna funziona, perché ride. Mi giro a guardarlo divertita anche io, quando appoggia la mano sulla mia guancia e mi guarda per un po' prima di iniziare ad avvicinarsi a me. Non è la prima volta che sta per succedere, ma questa volta non c'è Irina nei paraggi, probabilmente nessuno ci interromperà, e quindi resto ferma a fissarlo, fino a quando, capendo che questa volta nessuno arriverà all'improvviso, chiudo gli occhi e lascio che appoggia le labbra sulle mie. Ce lo siamo già dati un bacio a stampo, ma questo si trasforma ben presto in un bacio pieno di passione, quando le nostre lingue si sfiorano dando vita a qualcosa di unico, di magico. Non mi ero mai sentita in questo modo con nessuno, mai, e non posso credere che a farmi sentire così sia... un ragazzo che in teoria sarebbe il mio capo e che, in pratica, a breve sposerà un'altra ragazza. Mi allontano da lui e lo guardo con gli occhi lucidi, sembra molto sorpreso del fatto che ho messo fine a quel bellissimo bacio, ma lui non si rende conto...

«Non sarebbe dovuto succedere...» dico in un sussurro, mi trema il labbro inferiore.

«Doveva succedere, non dire no.»

«Konstantin devi sposarti con un'altra, ti rendi conto? Tu vivrai la tua vita felice e contento, mentre io... sarò io quella a starci male, lo sai, vero? Dovrò stare a guardarti con Svetlana e... fingere che non sia mai accaduto niente.»

«Io non vivrò mia vita felice con lei. È uno schifo che devo sposare donna che non amo, e pensi di essere solo tu in brutta situazione? Se io sposo lei, non posso più toccarti e qualunque altro uomo potrà farlo.» sbotta, non aveva mai alzato la voce in questo modo con me.

Per lui è questa la brutta sensazione? Il fatto che chiunque altro potrà avermi tranne lui?

Sono sorpresa delle sue parole, immagino che le stesse tenendo per sé da un po' e che sia sbottato perché l'ho fatto anche io, e anche perché finalmente può parlare liberamente senza che nessuno in casa lo senta...

Ha fatto così tanto per me, da quando ci conosciamo, da quando non conosceva nemmeno il mio nome, che ora mi sento in dovere di fare qualcosa io per lui... non che io possa fare molto, ma fargli sapere che la sua cotta è ricambiata e che siamo in due, in tutto questo, credo basterà. Appoggio quindi di nuovo le mie labbra sulle sue, che mi stringe a sé e diamo di nuovo inizio ad un bacio pieno di passione di cui, lo ammetto, avevamo bisogno entrambi.

So che a lui piace usare le ragazze, da quello che so è stato anche con Asia, ma se avesse voluto soltanto usarmi come ha fatto con le altre non mi avrebbe portata da lui, non mi avrebbe detto cose dolci, non mi avrebbe parlato della sua famiglia, non mi avrebbe consolata, non mi sarebbe stato vicino, non mi avrebbe portato a visitare la città. Mi avrebbe soltanto presa in giro. Lui non vuole farlo, lui tiene davvero a me e me lo ha dimostrato in tutti i modi possibili. Presto cambierà tutto, lo so, ma me ne sarei pentita per sempre se non mi fossi lasciata andare con l'unica persona che lo ha fatto con me. Ci stacchiamo senza fiato e appoggia la fronte sulla mia.

«Ti ho aspettata per tutta mia vita.» sussurra.

In un certo senso posso dire anche io la stessa cosa di lui, perché ho sempre saputo che, prima o poi, sarebbe arrivata una persona che ci avrebbe tenuto a me più di qualunque altra cosa... finalmente è qui, davanti a me, ma non so bene come andranno a finire le cose. Sinceramente mi fa un po' paura scoprirlo.

Lo abbraccio, non mi ero mai sentita al sicuro con nessuno prima di incontrarlo, non in questo modo, almeno.

«Torniamo a casa... cose non cambieranno tra noi.» mi promette, e lui mantiene sempre le promesse che mi fa.

Mi alzo dalle sue gambe ed esco prendendo la foto che ci siamo scattati, sono tutti e quattro bellissime: la terza è stata scattata nel momento in cui ci stavamo guardando negli occhi, mentre l'ultima è stata scattata durante il bacio. Era tutto così perfetto che non mi sono nemmeno accorta del flash. Mette sulla mia testa il cappello, mentre lui si è coperto prima di uscire, e gli faccio vedere la foto, sorride, fa sorridere anche me. Ci prendiamo per mano e ci incamminiamo verso l'auto, pronti a tornare a casa e alla vita di sempre, ma pur sempre con la consapevolezza che staremo bene, perché saremo insieme, ed è questa la cosa che conta. Al dopo ci penseremo dopo...

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