6º capitolo

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Sto mangiando quando delle persone si siedono al mio tavolo. Alexander è al mio fianco, mentre di fronte a lui c'è Yuri e di fronte a me Konstantin.

Bene.

Ero felice di essere entrata nell'unico posto che mi è famigliare oltre alla casa da cui me ne sono appena andata e di non averci trovato Konstantin e i suoi amici, ma a quanto pare non dovevo darmi subito alla pazza gioia. Non ho nulla contro Yuri e Alexander, ma se li avessi incontrati avrebbero potuto avvertirlo che ero qui, ma non lo avvertiranno perché lui è già qui. Probabilmente sapeva che sarei venuta qui.

«Che cosa volete ancora?» sbuffo e smetto di mangiare.

«Che cosa ci fai con valigie?» mi chiede Konstantin.

Sbuffo e bevo un sorso d'acqua. Non capisco perché sono qui, perché non mi lasciano in pace? Dovrebbero farsi gli affari loro e sedersi ad un altro tavolo, invece vogliono farmi andare di traverso il poco che sono riuscita a mangiare prima del loro arrivo.

«Me ne sono andata e ora devo cercare un hotel in cui stare. Probabilmente per pagarlo mi andrò a prostituire. Mi serve un protettore, vuoi esserlo per me?» ovviamente scherzo, ma lui pensa che io sia seria.

Yuri sorride senza farsi vedere, almeno lui ha capito che sto scherzando.

«Puoi lavorare per me. A casa mia. So che sei cuoca, quindi puoi cucinare a casa mia, in cambio hai stanza dove vivere e ti pago.» non sembra una proposta.

Alexander inizia a parlare in russo e sembra arrabbiato, mi spavento quando si alza di colpo tirando un pugno sul tavolo e se ne va. Yuri, invece, mi sorride e si alza per seguire l'amico, lasciandomi sola con Konstantin. Sinceramente mi sarei aspettata il contrario... cioè che Yuri avrebbe reagito in quel modo e Alexander mi avrebbe sorriso per poi seguirlo, invece non è andata proprio così.

«Ti decidi a lasciarmi in pace?» gli chiedo senza fargli domande sui suoi strani amici.

Vorrei davvero che la smettesse, sta complicando tutto.

«Tu sei in mio ristorante.» ha un tono da superiore.

Impallidisco, ha ragione, ma dove sarei potuta andare visto che non conosco nessuna parola russa e questo è l'unico ristorante che conosco?

Abbasso lo sguardo non sapendo che cosa dire... è così strano essere qui, ancora con lui, e non essere invece a cercare di risolvere con Asia.

«Io non mi sono mai innamorato in mia vita, unica persona a cui voglio bene è mia sorella. Non mi importa di nessuno.» mi dice, e io non capisco perché mi stia dicendo queste cose.

«Perché me lo stai dicendo?»

«Ti vedo debole, non voglio che ti accade niente.» sembra serio: «E comunque di tua amica non importa. Non sapevo suo nome fino a due giorni fa.»

Lui ha ragione... sono debole.

Alla fine è anche colpa sua se mi trovo in questa situazione, e un lavoro mi serve, per cui ho intenzione di accettare la sua proposta anche perché dovrò cucinare, che è la cosa che amo fare di più.

«Ci sto, ma se insulti il mio cibo me ne vado.» lo avverto.

«Mi piaci quando fai arrabbiata.» arrossisco mentre ride e lo guardo ancora peggio, ma alla fine sorrido anche io.

«Vivo poco lontano da qui, casa è mia, mia sorella vive con me.» mi dice poco dopo, rendendosi conto che stavamo sorridendo entrambi e che qualcuno ci stava guardando, quindi annuisco e mi alzo prendendo il portafoglio dal borsone, ma lui appoggia la mano sul mio braccio delicatamente per fermarmi: «Offro io.»

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