capitolo 9

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"The church is
a hospital of
sinners
not a museum
for saints"
(Thimoty Keller)


Anche dopo essermi lavata, non riuscivo a togliermi quella strana sensazione che continuava a scorrermi sulla pelle.

Ogni volta che mi strofinavo la spugna sulla pelle, oppure quando consumavo mezza bottiglia di bagnoschiuma.

Restai sotto il getto dell'acqua per tanto tempo.

Quando piegai il braccio per vedere la situazione del mio polso, notai il sangue scorreva dalla ferita, lungo l'avambraccio insieme all'acqua e al sapone.

Spostai la mano sotto il getto dell'acqua dopo che girai il rubinetto per spostarlo e far scendere acqua fredda.

Mi ritrassi di scatto quando l'acqua congelata mi colpì la mano e parte della mia coscia, ma riposizionai la mano dove l'avevo messa prima.

Notai che la ferita si stava ripulendo lentamente e il bruciore del sapone sulla carne aperta sparì poco dopo.

Alcune schegge di legno caddero a terra insieme al sangue.

Si mischiarono insieme al sapone ai miei piedi, sparendo poi nello scarico.

Una ciocca di capelli bagnati mi ricadde davanti al viso.

Quando non ne potei più, decisi finalmente di uscire dalla doccia.

Bagnai il pavimento, ma non me ne importò granchè.

Mi appoggiai al lavandino con solo un asciugamano addosso.

Il riflesso nello specchio riflette l'immagine di me. Le occhiaie e le guance scavate che mi caratterizzavano il viso e gli occhi neri che mi impedivano di capire cosa stessi provando.

Era mattina, gli uccellini cantavano tra i rami degli alberi e sentii alcuni tosaerba che falciavano il prato.

Volevo affacciarmi, ma essendo indisposta mi fiondai in camera.

Non ho dormito questa notte e anche se mi fossi messa a dormire adesso, non mi sarei comunque addormentata.

Aprii l'armadio, spoglio a metà perchè riempito con i pochi vestiti che avevo portato con me.

Magliette, gonne, jeans, due paia di leggins e forse un vestito. Se si poteva chiamare così.

Presi un paio di mutandine azzurre e le indossai, il reggiseno non lo trovai, perciò decisi di non indossarlo.

Quello che presi però era una canottiera, una felpa in lana col colletto ed un paio di leggins.

Sarei rimasta in camera per tutta la giornata, quindi, il più comoda stavo, meglio era.

Presi l'Mp3, mi infilai prima una cuffia e poi l'altra e mi buttai letteralmente nel letto.

Appena atterrai sul tessuto del piumone, che mi ero ritrovata sotto il letto qualche giorno prima, mi sentii subito più rilassata.

Aprii il cassetto accanto al letto e presi un kit pronto soccorso.

Lo aprii per cercare delle garze o qualsiasi cosa che potevo usare per bendarmi la ferita e trovai esattamente delle garze.

Me ne avvolsi una attorno alla mano e rimisi la scatola dove l'avevo trovata.

Premetti il bottone di accensione e la musica cominciò a tuonarmi nelle orecchie.

Senza staccare il mio culo dal letto, ovviamente, allungai la mano per prendere il libro che la signora Clooney mi consigliò di leggere sin dal primo giorno che l'avevo incontrata.

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