capitolo 23

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"E' incredibile pensare
che quando guardo la luna,
è la stessa luna che
Shakespeare e Maria
Antonietta e George
Washington e
Cleopatra guardarono"
(Susan Beth Pfeffer)




All'interno della macchina, non faceva freddo.

I sedili erano comodi e Mason cercava in tutti i modi di farmi ridere.

Il problema ero io. Non riuscivo a sorridere.

Una sensazione che mi rendeva lo stomaco pesante mi stava facendo sentire strana.

Sapevo che stava per succedere qualcosa.

Qualcosa di brutto.

Mason era preoccupato, continuava a guardare il cellulare, a corrucciare la fronte e a rispondere alle patetiche domande che facevo per cercare di capirci qualcosa.

I vetri appannati per colpa del contrasto tra il freddo dell'esterno ed il caldo all'interno della macchina.

La neve che cominciò a scendere.

Battevo l'indice sulla portiera della macchina, mentre aspettavo che la discoteca apparisse davanti ai miei occhi.

La strada che aveva imboccato Mason era sconosciuta ai miei occhi e mi preoccupai per un momento.

Lui mi raccontava di quello che faceva, di quello che aveva intenzione di fare, di come fosse noiosa la vita all'università.

Stava mentendo, sapeva che l'avevo capito.

Stava inventando storie e scuse per non farmi preoccupare.

Stava cercando di prendere tempo.

Ma io come sempre non ci capivo nulla, era insopportabile la sensazione che provavo quando sapevo che nessuno mi diceva mai nulla.

C'era un assassino a piede libero che voleva me.

Qualcuno mi voleva uccidere, in questo momento dovevo restare nascosta, ma non ci riuscivo mai.

Giocavo con i miei capelli, la morte di Margaret continuava a tempestarmi la mente.

Non ci stavo riuscendo, dovevo dirlo.

Il mio cuore prese a battere più forte e velocemente.

La testa stava cominciando a girare.

"Margaret è morta"

Avevo peggiorato la situazione, il modo in cui la macchina sbandò per qualche secondo me lo fece capire.

Mason restò in silenzio per un momento, guardandomi il profilo mentre io tenevo lo sguardo fisso sulla strada bagnata che scorreva sotto di noi.

"Cosa?" il suo tono di voce era basso.

"L'hanno uccisa"

L'immagine di Margaret mi apparve davanti.

La giacca stava cominciando a strozzarmi.

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