capitolo 37

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L'anima dell'assassino
è cieca e non c'è vera
bontà o vero amore
senza tutta la
chiaroveggenza
possibile.
(Albert Camus)






Quando ero più piccola, sognavo ogni sera di scappare.

Verso un altro mondo, magari attraversando l'oceano in barca oppure prendendo un aereo senza sapere la destinazione, solo andata.

Fingevo che di essere adulta, osservando ed interpretando le cose che succedevano intorno a me.

Era difficile, soprattutto se eri una bambina di 6 anni  con le mani sporche di sangue.

Nella mente avevo ancora quello sguardo.

Non riuscivo a cancellarlo, perché anche se per due minuti riuscivo a non pensarci più, sapevo che le notti i ricordi sarebbero tornati a tormentarmi.

Saltavo da uno psicologo all'altro, ma Margaret diceva che non servivano a nulla. Non avevo visto differenze tra una visita e l'altra.

Avevo perso le speranze nel momento esatto quando Margaret era morta.

Avevo bisogno di redenzione.

Peccato che questo era difficile tanto quanto amare Eros.

Per questo lo evitavo, perché non volevo cadere nell'abisso che mi aveva tormentato per più di cinque anni.

Non so cosa la gente si aspettava da me.

Non rimanevo delusa se non soddisfavo le loro aspettative.

Alla fine ero comunque io quella a non avere niente di positivo e questo ero un vantaggio per gli altri.

Ero rinchiusa nella mia stanza dopo essere scappata via come una codarda.

Avevo paura.

Sembrava non ci fosse nessuno nell'edificio.

Ripensavo a quello che era accaduto. Fissavo sconnessa dalla realtà il mio peluche.

Non era il mio, ma non volevo ammetterlo a me stessa.

Non volevo ammettere di averlo rubato all'unica persona che aveva veramente tenuto a me.

Avevo preso qualcosa che non era mia dopo aver fatto quello che mi aveva chiuso le porte per il paradiso.

Tobias era il mio fratellino.

E io lo avevo ucciso.

Strinsi gli occhi. La luce della luna piena filtrava tra le tende e feci qualche respiro per regolare il mio battito cardiaco.

Avevo bisogno di fare qualcosa, qualcosa che mi avrebbe fatto smettere di pensare.

Aprii la finestra e fissai la foresta in lontananza.

Qualcuno bussò alla porta.

Perché ogni volta qualcuno doveva interrompermi?

Mi asciugai le lacrime con il dorso della mano e mi alzai.

Il pavimento era freddo e rabbrividii camminando lentamente verso la porta.

Non feci in tempo ad aprire la porta che si spalancò velocemente.

Ariel entrò ed io rimasi sulla soglia a guardarla mentre la osservavo sedersi sul letto.

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⏰ Laatst bijgewerkt: Dec 11, 2023 ⏰

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