8 Gennaio

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Era una sera come tante altre nella città inglese, avvolta nel freddo pungente dell'inverno. Era una sera di gennaio non diversa da molte che il cantante aveva vissuto nella sua casa londinese, eppure Michael avrebbe potuto giurare a se stesso che l'aria respirata dentro le calde mura non era più la stessa di prima.

"Non riesco.."

Aveva scritto velocemente sulla tastiera. Lo aveva cancellato altrettanto di fretta, ma poi, dopo l'ennesimo tentativo di lasciar perdere, il cuore aveva prevalso sulla mente.

Non si aspettava una risposta. Benché la sperasse, sapeva che ad Andreas quel messaggio sarebbe scivolato sulla pelle, quasi neanche lo avesse toccato.

Ecco perché si decise a mettersi finalmente a letto, dopo un'inutile mezz'ora spesa a controllare vanamente le notifiche del telefono.

Si mise il pigiama e si tirò le coperte fin sotto il naso, cercando calore dal tessuto morbido.

Chiuse gli occhi, ma non la mente. Cominciò a pensare, a rivivere e a fantasticare: forse la sua attività preferita, ma anche la più distruttiva.

A ripensarci, quella sera di qualche settimana prima gli sembro così superflua.

Perché era finita in quel modo?

Perché aveva dovuto ridursi così?

Fu fortuna, o sfortuna, a dare un freno ai pensieri ormai troppo negativi del ragazzo.

Il suo telefono emise una piccola vibrazione, per poi illuminarsi.

"Michael è finita. Perché non lo vuoi capire?"

Si pentì in pochi secondi di aver letto la risposta.

Ma d'altronde, cos'altro poteva aspettarsi?

Ad Andreas era concesso di diritto di rispondergli male, e lui non avrebbe potuto ribattere a tono, non senza causare conseguenze peggiori.

Dopo un sospiro lungo e una sensazione di vuoto crescente nel petto, premette più volte le lettere sulla tastiera, fino a formarne un'altra richiesta di scuse, ma meno supplicante.

"Perché io ti voglio ancora Andy. Ti volevo quando avevamo 18 anni e ci sembrava tutto un gioco. Ora ne ho 30 e sono ancora innamorato di te, ti voglio ancora."

Era mancanza fisica, psicologica e persino spirituale.

Condividere anni di vita con una persona era stato per Michael come condividere se stesso: esperienze ed emozioni, in qualsiasi cosa gli capitasse di imbattersi, lui ormai ci rivedeva Andreas.

E voleva continuare a vedercelo.

"Non rendere tutto più difficile, ti prego."

"Sarebbe più facile per te se sparissi?"

Una domanda di cui conosceva la risposta, nel suo profondo.

"Sì"

Ma fu devastante allo stesso modo leggerne la sentenza.

"Non ci credo"

Non lo voleva ammettere, ma ci credeva.

"Preferirei che tu sparissi, per sempre. Tu e il tuo stupido giocattolo che hai usato per tradirmi"

Era a conoscenza anche di questo. E sembrava che ciò che di più negativo sapesse tentava di manifestarsi quella sera, a ricordargli che gli errori hanno un prezzo. E che il prezzo non lo decidi tu.

"Se mi permettessi di venire a trovarti..."

Lo scrisse per pietà, quella che voleva gli fosse concessa da Andreas, desiderava una tregua con lui e avrebbe preferito di gran lunga essere presente di persona per confessarglielo.

"Scordatelo. Devi sparire"

Ma più le risposte del ragazzo si facevano cattive, più lui sentiva animarsi la necessità di un contatto.

"Rispondi a una domanda, poi sparisco"

Sorrise per la bugia che aveva appena pronunciato, ma sorrise ancora di più pensando alla probabilità che ciò che c'era nella sua testa potesse diventare realtà.

"Una sola"

"Vuoi sposarmi?"

3.7.14Where stories live. Discover now