29 Gennaio

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Era la sera di qualche giorno dopo, una sera piuttosto fredda, persino per chi accanto aveva qualcuno con cui scaldarsi.

Andreas di posto a fianco a sé ne aveva parecchio, vuoto, ma parecchio.

Ci mise un secondo a scacciare dalla mente quel pensiero assurdo che gli balenò tra gli occhi per un istante.

Non poteva permettersi di ricaderci di nuovo, non in quel momento, non in quelle condizioni.

Era consapevole che probabilmente la parte vuota lasciata nel letto non sarebbe stata solo quella di Michael, ma ancora faticava ad ammetterlo nei suoi pensieri più profondi.

Nei suoi pensieri profondi però c'era anche altro, qualcosa capace di tormentarlo a tal punto da dover chiudere gli occhi; alla ricerca di un disperato tentativo di ottenere una tregua, invano.

Strinse la seta morbida delle lenzuola tra le dita e se la portò al petto. Si convinse che avrebbe potuto piangere, che gli sarebbe stato d'aiuto forse.

Ma non riuscì nemmeno ad avvicinarsi alle lacrime, era arrabbiato e lo era spesso nell'ultimo periodo. Soprattutto quando erano solitudine e silenzio a fargli compagnia.

Sentì bussare e ricadde bruscamente nella realtà, abbandonando i pensieri di un passato troppo tormentato.

Si avvicinò lentamente alla porta, per poi girare la maniglia e aprire.

Un uomo alto, elegante, con un abito bianco e una targhetta appuntata al petto stava in piedi davanti a lui. Di bell'aspetto, pensò Andreas, ma niente a che vedere con il fascino imprevedibile di Michael.

Si vedeva che l'eleganza del vestito faceva il cinquanta percento dell'opera. Michael invece, sarebbe stato bene anche con un sacco della spazzatura.

O nudo. Sì, anche nudo, pensò Andreas.

"Mi hanno chiesto di consegnarle questo"

Il cameriere si sporse in avanti, mostrando quello che Andreas non aveva notato in precedenza.

Tra le mani aveva una bottiglia di champagne e, a giudicare dall'etichetta e dalla provenienza accuratamente evidenziata, doveva valere anche un sacco di soldi.

Conosceva solo una persona che avrebbe potuto fare una richiesta del genere a un impiegato dell'albergo.

Non faticò ad indovinare da chi provenisse, ma non faticò nemmeno a immaginarsi qualcosa che ultimamente tormentava anche i suoi sogni più leggeri.

"Sono stato a letto con Michael"

Andreas ne lesse anche il labiale, era evidente che stesse cercando di provocarlo.

Sentì la testa girare, appoggiò una mano alla porta e ostentò un'ottima condizione fisica che sapeva di non avere.

"Come scusi?"

"Ho chiesto dove posso appoggiarlo" ripeté il povero cameriere, ormai più confuso del suo cliente.

"Oh"

Andreas parve risvegliarsi tutto a un tratto, sbatté le palpebre e tentò di reggersi in piedi decentemente.

"Lo dia pure a me, grazie"

Gli prese la bottiglia dalle mani e lo liquidò forse troppo malamente, ma poco gli importava.

Si sedette sul letto e cercò di tenere il cervello dentro la testa, che ad ogni secondo minacciava di scoppiare.

Prese il telefono, consapevole del fatto che avrebbe potuto attraversare il corridoio e chiedere di persona, ma lo prese lo stesso e scattò una foto alla bottiglia.

Digitò poche parole per chiedere spiegazioni, poi attese. Sapeva che non avrebbe dovuto aspettare a lungo.

"Perché mi hai mandato questa bottiglia di champagne?"

"Perché ci servirà"

Per cosa? Perché Michael mostrava così tanta voglia di festeggiare, quando in realtà Andreas avrebbe solo voluto addormentarsi sotto le coperte e non svegliarsi mai più?

"Non posso neanche berlo"

Non voglio neanche berlo.

Avrebbe voluto rispondere così, ma per un istante si sentì in dovere di non ferire i sentimenti del ragazzo, senza neanche sapere il perché.

"Non ancora"

Dall'altra parte dello schermo, Michael sembrava non essere mai stato più ottimista.

"Cosa cerchi di dirmi?"

Andreas alternava momenti di totale spensieratezza a momenti così bui da non vedere una via d'uscita. In quell'istante sembrava proprio che si trovasse in uno di quelli oscuri, accecato dalla paura, l'insicurezza e la solitudine.

"Che ti amo"

Però Michael era lì, presente come sempre. E un posto in cui esiste anche lui come può essere oscuro?

Il biondo rimase intrappolato in quel limbo: cuore o cervello?

"E se io non ti amassi?"

"È così?"

Andreas si ritrovò in trappola, incapace di reagire. Di nuovo: passione o razionalità?

"Voglio dormire" rispose.

Per quella sera non aveva voglia di scegliere, o, forse, le stava scegliendo entrambe.

È possibile far collaborare cuore e mente?

"Vorrei baciarti fino a farti passare il sonno"

Andreas si rifugiò sotto le coperte. Forse era possibile: c'era una luce alla fine del tunnel. Si ritrovò a sorridere, sentendo il petto e la testa leggeri allo stesso modo.

3.7.14Where stories live. Discover now