15.

291 13 11
                                    

*Ashley's pov*

La mattina dopo Jorge ci svegliò tutti e ci disse di entrare nel jet e seguire lui e Jackson, quando provai a ribattere e chiedere dove stessimo andando si limitò però a dire un 'lo vedrete'.
Una volta che tutti fummo finalmente sul fantomatico jet mi alzai in piedi e ribadii la mia domanda.
"Adesso ci dite dove stiamo andando?" esclamai alzando le braccia.
"Insistente eh? Alle porte della città, vediamo come se la cavano i ribelli e soprattutto se qualcuno di noi troverà un modo per entrare" rispose Jackson facendomi sospirare.
Finalmente una risposta concreta.
Una volta arrivati lasciammo il jet all'esterno delle mura e ci incamminammo tra la folla.
Era pieno di gente e anche solo l'avanzare era uno spreco assurdo di energie, iniziai a sgomitare tra le gente quando un nuovo furgone si fece spazio in strada, su di esso c'erano dei ragazzi incappucciati, riconobbi uno di quelli essere Gally, che ci fece un cenno con la mano prima di avanzare con il veicolo.
Realizzai che Rebe non l'aveva ancora visto, dato che era stato quasi assente durante il suo salvataggio, pensai di doverglielo dire e mi avvicinai a lei, davanti a me accanto a Newt, ma un dolore improvviso mi colpì lo stomaco facendomi sussultare.
"Va tutto bene?" chiese subito Thomas prendendomi la mano.
"Credo di sì, ora andiamo" risposi semplicemente annuendo, provando a nascondere il dolore che in realtà stavo provando.
Dopo una mezz'ora buona di sgomitate tra la folla arrivammo davanti a un muro alto almeno quaranta metri, dal quale eravamo separati solo da una recinzione che sembrava essere presente da almeno un anno.
Notai solo in quel momento, quando mi guardai in giro, che eravamo nel mezzo di una manifestazione contro WCKD, e che quasi ogni persona presente aveva un cartello contro la suddetta organizzazione.
Thomas fece un passo davanti a me, dandomi la schiena, e vidi una piccola luce gialla spiccargli sulla nuca, creando dei piccoli quadrati uno sopra l'altro.
"Thomas..." mormorai toccandogli il punto dove la lucina si faceva più forte.
Lo sentii sussultare al contatto e istintivamente ritirai la mano, mi girai verso Rebeka, e notai che anche lei era nella sua stessa situazione, così come Newt.
All'improvviso un rumore mi scosse da i miei pensieri: somigliava ad una specie di corno, poi a mano a mano che andava avanti si faceva più forte, diventando come un allarme che si faceva spazio nella mia testa, iniziando a martellare sul mio cranio.
Non feci in tempo a portarmi le mani alla testa che vidi delle specie di enormi torri ergersi sulle mura davanti a noi, immobilizzandosi subito dopo.
"Via!" gridò qualcuno dietro di noi mentre le torri scoprivano dei fori larghi almeno un metro ciascuno, che iniziarono a roteare su se stessi.
"Andiamocene via da qui" mormorarono Rebeka e Newt iniziando a tirarci tutti per le magliette.
Non capii all'inizio, ma poi quando il primo missile venne lanciato dalla torre più lontana, atterrando con un suono così forte da sentirlo nelle ossa, accanto a noi mi impanicai e iniziai a correre.
E corsi, corsi, seguita da i miei amici, fino a perdere il fiato, vedendo gli altri però ancora abbastanza lucidi.
Riuscimmo a ripararci, mentre gli spari continuavano, in un vicolo all'aperto, lontano però dalla strada principale dove in quel momento erano presenti diversi cadaveri e la polvere si era alzata di almeno un metro e mezzo.
Sentii delle mani sulle spalle, pensando che si trattasse di Thomas mi girai, per poi vedere anche i miei amici cercare di liberarsi dalla stretta di alcuni uomini incappucciati.
Gally era quello che mi aveva appena afferrato. Non vidi ancora la sua faccia, ma ad un certo punto lo sentii rassicurarmi sottovoce, e riconobbi il suo tono e il suo accento.
Nonostante la delicatezza di prima mi lanciò nel furgone bianco più vicino in modo relativamente brusco, facendomi finire addosso a qualcuno.
"Dio Ash!" esclamò Rebeka espirando sollevata.
"Mi hai attutito la caduta" risposi mettendomi a sedere di fronte a lei.
Rimanemmo in silenzio per altri dieci minuti, in cui continuai a guardare il vuoto.
Le immagini della distruzione che con così tanta indifferenza avevo guardato prima ripresero posto nella mia mente, facendomi pensare di nuovo a quanta sofferenza dovevo aver causato mentre lavoravo per mio padre.
Non mi accorsi neanche del fatto che ci eravamo fermati, e ora eravamo in un altro edificio, anche questo probabilmente abbandonato.
Ci fecero uscire dal furgone, e mi ritrovai ancora Thomas accanto, che non aveva esitato a raggiungermi.
Gally si tolse la maschera, rivelando il suo volto ancora più frastornato di prima.
"Rebe lui-" provò a dire Thomas venendo subito interrotto dalla ragazza che, con una velocità che non avevo mai pensato le potesse appartenere, si era già scagliata contro il biondo davanti a lei, atterrandolo completamente.
"Bastardo! Hai ucciso Chuck!" gridò tirandogli un sonoro pugno sulla mandibola.
Stava per tirarne un altro quando io e Newt scattammo verso di lei, tenendola ferma.
"Eravate con me! L'avete visto benissimo!" esclamò mentre le lacrime iniziavano a rigarle il volto.
"Si, ma io mi ricordo che era stato punto. Ha aiutato a salvarti, adesso calmati" disse Newt abbracciandola.
"È bello vederti Rebe" disse l'altro guadagnandosi un'occhiataccia da parte mia.
Vidi Thomas avvicinarsi a lui e scambiare insieme qualche parola sottovoce, per poi farci cenno di seguirli al piano di sotto.
Mano a mano che scendevamo le scale una voce si faceva spazio nell'aria. Era quasi un sussurro, tra poco anche impercettibile, che ripeteva sempre le stesse parole.
"Gervaso... mi ha rubato il naso... non fateci caso"
Avrebbe fatto ridere in altre circostanze, ma a sentirlo così, come un sospiro lontano in una stanza mal illuminata da ridere c'era veramente poco.
Ci ritrovammo davanti alla fonte del suono, un uomo cupo ripiegato su delle piante in fondo alla stanza dove ci trovavamo.
"Chi sono queste persone Gally?" chiese la figura girandosi.
Lo spettacolo che mi ritrovai davanti mi fece sussultare non poco: l'uomo aveva il viso scavato, una guancia completamente blu e ricoperta di protuberanze nere, in più era probabilmente cieco da un occhio e non aveva il naso. Nel senso letterale della cosa. Mancava tutta la struttura di esso.
"Siamo fuggiti da WCKD, eravamo sottoposti alle prove del Labirinto" dissi facendomi avanti.
"Dobbiamo trovare un modo per attraversare le mura" aggiunse Rebeka.
"Impossibile. E anche se ci riusciste, dopo cosa fareste? Vi rinchiuderanno di nuovo" rispose lui avvicinandosi a passo svelto a noi.
"Un nostro amico è stato rapito. Esattamente come altre centinaia di ragazzi. Dobbiamo andare a prenderli" disse Thomas mettendosi faccia a faccia con l'uomo.
"Posso darvi una mano in questo caso. Ma sapete cosa sono io?" mormorò portando il volto vicino a quello del ragazzo "Sono un uomo d'affari. Questo comporta che io stesso non posso correre rischi, nel caso in cui la vostra missione suicida non vada a buon fine" finì per poi allontanarsi bruscamente.
"Cosa dovremmo fare allora?" chiesi io di nuovo.
"Siete in tanti, quattro di voi andranno con Gally a perlustrare il luogo. Gli altri rimarranno qui, come garanzia che ritroverete la strada" ribatté l'uomo con decisione.
Newt, Thomas e Rebeka mi lanciarono un'occhiata.
"Ci stiamo" rispose quest'ultima dirigendosi verso Gally, seguita dagli altri due.
Insieme poi, tutti e quattro mi vennero vicino.
"Te la senti?" chiese Thomas mettendomi una mano sul ginocchio.
"Si. È per Minho, ricordate?" risposi accennando un sorriso.
Mi rimisi in piedi con l'aiuto degli altri, e insieme a Gally ci dirigemmo verso una specie di tombino che a detta dell'uomo avrebbe dovuto portarci 'dove avremmo visto con chiarezza WCKD'.
Mi calai giù per prima, atterrando in un miscuglio di acqua e liquami vari. Puzzava da far schifo, ma dopotutto avremmo dovuto andare avanti comunque.
"Che schifo" sentì mormorare la mia amica, e non avrei saputo esprimermi meglio.
Avanzammo così, al buio, in silenzio. Fino a raggiungere altre scale.

Maze Runner || IS THIS THE END?Where stories live. Discover now