18.

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*Ashley's pov*

Stavo camminando da sola sotto un portico vetrato, con un fucile in mano e con tutti i sensi allarmati. Gli altri erano andati a tendere una trappola a Teresa per farla avvicinare e rapirla. Il che consisteva sostanzialmente nel Rebeka che le cammina davanti sperando che la segua. Ovviamente era un piano di Thomas, io e Gally avevamo votato per farla svenire e poi rapirla, ma gli altri non hanno accettato. Non avevo neanche potuto prendere parte alla missione, nonostante non avesse niente di pericoloso, così mi hanno costretta più che convinta a stare lì con un "ci serve comunque qualcuno che faccia da guardia". Certo come no, pensai. Sbuffai e scalciai un sasso che si schiantò violentemente contro il vetro, provocando un rumore che mi fece innervosire ancora di più. L'attesa mi stava uccidendo e non sapere se stavano bene o se avessero trovato Teresa mi faceva irritata. All'improvviso sentii dei rumori di passi veloci, che intuii provenissero dal corridoio accanto. Alzai subito l'arma e aspettai. I passi si fermarono ma ancora non vedevo nessuno. Avanzai di qualche passo tenendo gli occhi ben aperti mentre il sudore iniziava a farsi strada sulla mia fronte. Il mio respiro si affannò, ma avanzai comunque di altri due passi. Sentii un rumore dietro di me e mi girai di scatto. Niente. Mi stanno prendendo in giro? Pensai.
"Fatti vedere!" urlai cambiando direzione del fucile. Sentii un movimento davanti a me ma sta volta mi girai all'indietro. Qualcosa mi colpii violentemente in faccia, tanto veloce che non feci neanche in tempo a capire cosa fosse che ero già a terra. Mi portai una mano alla fronte e cercai di alzare il fucile, che però venne scalciato lontano da qualcuno. Ero davvero così debole? Si, mi risposi da sola. Un'ex-spia fuori allenamento, incinta e da sola. Bella idea lasciarmi li. Cercai di mettere a fuoco chi avevo davanti e, ovviamente, riconobbi mio padre. Strisciai all'indietro per un paio di metri finché qualcuno non mi rimise in piedi con la forza. La mia testa pulsava, così notai che la mano con cui avevo toccato il punto colpito era ricoperta di sangue. Mio padre si avvicinò con un sorriso piuttosto trionfante.
"Sapevo che saresti tornata prima o poi" iniziò "Dove sono gli altri?"
"Non so di cosa parli" risposi io guardandolo dritto negli occhi, anche se a scatti ne vedevo quattro.
"Non sono stupido, hai sempre un piano e non ti muovi mai da sola" rispose lui. Lo fulminai con lo sguardo. Si avvicinò ancora, finché non fu a qualche centimetro di distanza da me.
"Mi sono sempre chiesto perché, tra tutti, tu abbia scelto proprio Thomas" continuò cambiando totalmente argomento. Sapevo che era psicopatico, ma non pensavo fosse anche bipolare. Ma no, ovviamente faceva parte del suo piano anche quella affermazione.
"Arriva al punto" suggerii io. Gli altri avrebbero dovuto essere già sulla strada del ritorno, però nel profondo sperai che non tornassero ora, perché avrebbero potuto ferirsi o peggio.
"Beh, non mi sembra saggio lasciarti qui da sola, incinta, in territorio nemico" continuò lui con il suo solito sorriso arrogante. Sposto delicatamente una mano sulla mia pancia e mi fece quella che dovrebbe essere una carezza. "Potrebbe succedere qualcosa al bambino..."
Sgranai gli occhi e senza avere il tempo di rifletterci gli avevo già tirato un pugno sulla mascella, facendolo indietreggiare. Ero già pronta a tirarne un altro ma qualcuno da dietro mi trattenne.
"Che cosa vuoi?!" urlai io.
"Niente, so che tu non parlerai in ogni caso, ma voglio mandare un chiaro messaggio" rispose Janson facendo cenno ad uno dei suoi uomini, che si avvicinò minacciosamente "Siete di proprietà della wckd, e ci ritornerete tutti, non avete mai avuto pieno controllo su niente. Se facevate qualcosa, era perché io lo avevo previsto e andava bene così. Lo capirai molto presto"
La guardia si avvicinò ancora e io cercai invano di liberarmi. Capii troppo tardi che aveva una siringa in mano, più o meno quando me la infilò violentemente nel collo. Mi trattenni dall'urlare dal dolore, non avrei mai dato questa soddisfazione a mio padre.
"Salutami Thomas" concluse mio padre sorridendo, per poi girarsi e andarsene a grandi passi, seguito dai suoi uomini. Non appena gli uomini che mi sostenevano mi lasciarono caddi sulle ginocchia annaspando. Cercai di trovare la forza di urlare qualche insulto, ma le parole mi morivano in gola. Caddi sul pavimento e vidi sfocato per un attimo, ma non persi conoscenza, il che fu anche peggio. Aspettai, per quelle che mi sembrarono ore, che i miei amici tornassero. Quando finalmente sentii dei passi e delle voci ovattate mi costrinsi ad alzarmi. Continuavo a vedere sfocato e sentivo dolore ovunque.
"Ashley!" riuscii a sentire Thomas gridare, ma sembrava molto lontano.
"Ash!" Gridò a sua volta Rebe, perciò ritornai lucida, più o meno. Thomas mi stava sorreggendo quasi del tutto, con il viso a pochi centimetri dal mio, mentre Rebeka mi teneva il viso tra le mani ed aveva un'aria più che preoccupata. Cercai di staccarmi per stare in piedi da sola, ma quasi caddi di nuovo.
"Abbiamo visto Janson scappare via, che è successo?!" Chiese Newt avvicinandosi a sua volta e mettendomi una mano sulla spalla.
"Ci ha minacciato e insultato, ha promesso che prima o poi saremo tutti suoi... sai le solite conversazioni padre-figlia" cercai di ironizzare. Non potevo ammettere il dolore che provavo o si sarebbero solo preoccupati. Non dissi neanche del liquido che mi hanno iniettato, non era necessario. Avevamo già tanto di cui occuparci.
"Sto bene ragazzi davvero" cercai di rassicurarli rimettendomi in piedi da sola. Newt fece finta di essere convinto, mentre Rebeka mi lanciò un'occhiata preoccupata prima di allontanarsi a sua volta. Ovviamente Thomas non credette ad una parola.
"Che è successo?" chiese fermandomi per un braccio e guardandomi intensamente negli occhi.
"Niente" ribattei io. Era ovvio che non mi avesse creduto, ma per qualche motivo mi lasciò stare. Notai che Teresa era tra noi, tenuta stretta da Gally.
Finalmente eravamo vicini a Minho, più che mai, e questo bastava per sopportare tutto quel dolore.

Maze Runner || IS THIS THE END?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora