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« Amici, venite da me verso le nove, mia madre non starà a casa per qualche giorno. » fu quel che disse Felix in un vocale, da poter mandare al gruppo su snapchat.

Jisung e Jaemin aprirono quasi subito il messaggio ricevuto.
E vedendo la nota vocale dell'amico, l'ascoltarono per poi dunque, rispondere. Scrissero andava bene per entrambi. Jeongin, invece, non aveva ancora visualizzato, mentre a Jeno il messaggio nemmeno era andato. Strano.

Erano le nove meno un quarto quando il giovane australiano decise di chiamare i due che non gli avevano dato risposta. Chiamò per primo Jeongin, che immediatamente, gli rispose.

« Pronto? » giunse al biondo.
« Ciao In, ma dove sei? » udì il rumore, fastidioso, dei clacson.
« Sono fuori con Olivia. » rispose, alzando il tono della voce.

« Capito, allora niente bello. Divertiti e scopatela. » disse con un sorriso bastardo formatosi sulla bocca.
« E smettila, non tutti siamo dei cazzo di
conigli arrapati come te. » concluse dicendo e ridacchiando un poco.

Era contento per il suo amico; si vedeva che gli piaceva davvero. Magari in futuro, sarebbe persino nato qualcosa di serio.

Ma erano a meno uno. Adesso avrebbe, invece, chiamato Jeno. Non squillò nemmeno, anzi, era partita la segreteria telefonica. Pertanto, stasera, sarebbero stati Jisung, Jaemin e lui, chiaramente.
In ogni modo, andava bene lo stesso.

Ricordava, tuttora, le parole del castano. Parole che aveva potuto udire giorni fa: possibile che uno dei suoi migliori amici fosse omosessuale? Insomma non sembrava il classico "ragazzo gay" o forse era soltanto uno stereotipo a cui lui ingenuamente credeva ancora.
Ciononostante lo avrebbe accettato perché era, e sarebbe stato per sempre uno dei suoi migliori amici. La cosa che, invece, lo turbava era: sebbene fossero passati dei giorni, Jisung non sembrava voler affrontare l'argomento. Gli dispiaque un po', ma non gli avrebbe messo alcuna fretta.

Il diciottenne si cambiò gli abiti che aveva indossato per quasi tutta la giornata, mettendosi addosso una comoda maglia tortora assieme a dei pantaloncini del medesimo colore. Si buttò, pigro, sul materasso del letto, iniziando a scorrere la sua home di instagram. Quelli, dai lui conosciuti, non facevano altro che postare foto noiose. Ad esempio foto fatte al golden hour oppure in un parcheggio pubblico.
Per semplice curiosità andò anche a cercare la sua compagna di classe Haeyon: hae.boo.yonnie.
Insomma un nome utente insolito e strano, credette.
Stava dando una veloce occhiata alle sue foto quando la sua attenzione ricadde su uno scatto fatto assieme al fratello.
Erano di fronte a un grattacielo, ed entrambi indossavano una felpa grigia.

La sorella l'aveva taggato, e dunque prese la saggia decisione di cliccare sul nome utente: @fw.hj

A un tratto, però, sentì il citofono di casa suonare, pertanto suppose che i suoi due amici dovessero essere già arrivati sotto. Aprì la porta.
« Non crederai a chi abbiamo avvistato nei pressi di un nightclub. » sparò Jaemin appena entrato.
« Chi? » domandò.

« Il professor Morgan, quello di storia della sezione C. »

I giovani professori di storia – nella maggior parte dei casi – avevano un atteggiamento inadeguato verso le studentesse. Specialmente le biondine note come pick me girls.

I tre amici, dallo spazioso soggiorno, si spostarono fra le mura della stanza del biondino. Il rosa si buttò, come un sacco di patate, sul confortevole letto. Ma percepì qualcosa sotto al suo braccio: il telefono dell'amico. Lo prese in mano, trovandolo aperto sulla pagina instagram di qualcuno. Più precisamente sul profilo di un certo Hyunjin.

DISTANT STRANGERS, HYUNLIX Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora