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Il biondo, al momento, stava in piedi di fronte al portone niveo di casa Hwang, e con un cuore che non cessava un attimo di battere forte, lentamente si ritrovò a portare il polpastrello sul campanello.

Dunque, la porta fu finalmente spalancata e: - ehi moccioso, entra pure dentro. - fu quello che poté udire oltre al suo cuore chiaramente impazzito.


( qualche ora prima )


Il mattino seguente il biondino si svegliò verso le nove, ma non era da solo sul letto. Assieme a lui c'era ancora l'amico Jisung, il quale invece sembrava proprio star ancora dormendo beatamente. Ieri erano usciti insieme agli altri del gruppo, il castano se ne era ritornato nella propria abitazione ma d'improvviso si era presentato nuovamente davanti alla casa dell'amico. Non parlava da ieri notte e la cosa stava giusto cominciando a preoccupare Felix.

Cosa sarà successo ieri sera?

- Sungie alzati. - borbottò, cercando di staccare il castano dal proprio corpo. Lo teneva stretto a sé come se fosse un orsacchiotto da abbracciare, ma dalla bocca di quest'ultimo non uscì nulla, segno che stava ancora dormendo.
- Jisung! - lo buttò giù dal letto perché aveva seriamente bisogno di qualche spiegazione e di sapere come stava. Voleva sentirlo parlare.

- Ouch coglione, mi hai fatto male. - si lamentò, tuttora con gli occhi chiusi e tuttora assonnato.
- Alzati, sono quasi le nove. - gli disse, levandosi anche lui dal letto.

Tra circa un'oretta l'australiano si sarebbe dovuto recare a casa Hwang per la lezione di matematica; tra un paio di giorni aveva persino la verifica, e le ripetizioni gli avrebbe seriamente fatto comodo. Ad essere onesti, aveva appreso qualche argomento, anche se poco, poteva affermarlo con orgoglio.
Per il biondo era già tanto in quanto fosse seriamente negato per quella materia, e doveva proprio ringraziare Chan per l'aiuto che gentilmente aveva offerto. Ma in fondo quello era solo il suo lavoro.
- Non pensi di dovermi delle spiegazioni. - parlò con serietà.

- Non mi va di parlarne ora. - ribatté facendo delle spallucce.

Ecco, non comprendeva l'inusuale atteggiamento nei suoi riguardi; erano migliori amici, perché non voleva aprirsi? In ogni caso avrebbe aspettato, magari gli serviva solo del tempo.

Dopodiché il giovane biondo levò di dosso la maglietta rossa: avrebbe fatto una rilassate doccia calda prima di uscire. - Mamma ha scoperto che sono omosessuale, non mi accetta e non mi vuole vedere fino a che non torno "normale" - sputò irritato, alzandosi da terra.
Ora capisco il perché. Modestamente se lo aspettava che i genitori di Jisung si rivelassero un poco omofobi, insomma sembravano caratterizzati da questo atteggiamento mite e conservatorio, ma non a tal punto da volerlo mandare via di casa.

- Mi dispiace sai, puoi stare da me tutto il tempo che vuoi, comunque come stai? - chiese il ragazzo, guardando il suo amico sedersi di nuovo sul letto per poi sdraiarsi completamente.
- Bene dai, ho affrontato di peggio, in realtà pensavo pure di prendermi un appartamento in affitto, ormai sono maggiorenne quindi mi cercherò un lavoro per guadagnarmi da vivere. Penso di potercela fare. -

- Non ne sarei sicuro, è più facile a dirsi che a farsi, pensaci bene, non prendere decisioni affrettate perché poi sarai tu a subirne le conseguenze. - disse infine sparendo dalla vista di Jisung.

- Aspetta Lix! - gridò, e dunque il nominato si affacciò alla porta della ampia stanza, - e se condividessimo l'appartamento, io e te. Forse anche a Jaemin piacerebbe, l'altro giorno mi stava dicendo di cercarne uno per lui. -

DISTANT STRANGERS, HYUNLIX Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora