» 𝟎𝟎𝟎𝟐 : 𝐫𝐚𝐬𝐞𝐧𝐭𝐚𝐫𝐞

745 78 120
                                    

/𝚛𝚊-𝚜𝚎𝚗-𝚝𝚊̀-𝚛𝚎/ = passare vicinissimo a qualcosa, quasi toccandolo; sfiorare

/𝚛𝚊-𝚜𝚎𝚗-𝚝𝚊̀-𝚛𝚎/ = passare vicinissimo a qualcosa, quasi toccandolo; sfiorare

¡Ay! Esta imagen no sigue nuestras pautas de contenido. Para continuar la publicación, intente quitarla o subir otra.

☂︎

Dormiva sereno come non mai quando un urlo lo fece sussultare lievemente e diversi movimenti sul letto lo spinsero infine ad aprire gli occhi; le sopracciglia corrugate ne indicavano la genuina confusione mentre il lieve broncio sulle labbra, la delusione d'esser stato svegliato.

«Jimin! Quanto è vero che mi chiamo Roxanne, se non cancelli subito quella foto ti faccio in mille pezzi!» Jungkook sorrise non appena udì quella frase e si voltò a guardare il suo migliore amico e la sua ragazza tirarsi le orecchie e prendersi a morsi e pizzichi per l'ennesima volta, decisamente divertito. «Siete due bambini.» ridacchiò con voce rauca. I due si resero conto di averlo svegliato si misero quasi subito composti; «Buongiorno Kook! Dormito bene?» gli si avvicinò l'amico dai capelli corti e arancioni sorridendo e dandogli una pacca amichevole sulla guancia. «Sì.» annuì, per poi alzarsi dal letto e annunciare di avere l'intenzione di andare in bagno. «Io ho dormito malissimo, invece. Jimin, perché ti ostini a farmi dormire sul pavimento?» Roxanne gli aveva rivolto uno sguardo molto arrabbiato ma il ragazzo non si fece intimidire: «Perché te lo meriti!» esclamò Jimin, facendo scoppiare nuovamente i due in un bisticcio parecchio infantile.

Jungkook in bagno li sentiva e si divertiva parecchio quando facevano così: «Che stupidi.» pensò.
Erano a casa di Jimin per un pigiama party. Jungkook osservò il suo riflesso allo specchio, in particolar modo le occhiaie - solitamente assenti sul suo volto - e si rasserenò nel ricordarsi che la matita che spesso metteva sotto gli occhi avesse semplicemente sbavato sul suo viso durante il corso delle ore passate prima sveglio e poi dormendo. Si sciacquò la faccia più e più volte, poi la osservò allo specchio attentamente: aveva accidentalmente bagnato alcune ciocche dei suoi capelli scuri come la pece; rimase incantato mentre seguiva con lo sguardo una goccia arrivare alla fine della ciocca e immergersi assieme a tutte le altre sul lavandino.

Il telefono nella sua tasca vibrò e lui si asciugò le mani prima di afferrarlo, sbloccarlo - solo dopo aver fissato il suo sfondo con Emily e Victor di "La sposa cadavere", film del suo regista preferito Tim Burton - e aprire una foto che Jimin gli aveva mandato. Scoppiò a ridere immediatamente, talmente forte da attirare l'attenzione dei due, in particolar modo Roxanne che, essendosi avvicinata alla porta, aveva iniziato a bussare e a dire «Se stai ridendo per quella foto, ti lascio!» lo minacciò la ragazza, ma lui in risposta rise solo più forte. Era possibile cogliere i postumi delle grasse risate sul suo viso, non appena uscito dal bagno.

Nonostante il piccolo bisticcio, i tre si preparano e uscirono per farsi un giro. Quel sabato c'era una fiera in città e pensavano che sarebbe stato carino andarci. Era stato Jungkook a proporre quell'uscita. In quel momento si trovava dietro di loro mentre entrambi si guardavano intorno eccitati, indicavano cose e si tiravano spallate ogni tanto.

𝐈 𝐦𝐨𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐢𝐦𝐦𝐨𝐫𝐭𝐚𝐥𝐢 𝐝𝐢 𝐊𝐢𝐦 𝐓𝐚𝐞𝐡𝐲𝐮𝐧𝐠Donde viven las historias. Descúbrelo ahora