» 𝟎𝟎𝟎𝟔 : 𝐚𝐧𝐧𝐢𝐜𝐡𝐢𝐥𝐢𝐫𝐞

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/𝚊𝚗-𝚗𝚒-𝚌𝚑𝚒-𝚕𝚒̀-𝚛𝚎/ = - transitivo - ridurre al nulla, distruggere; - intrans- perdere ogni capacità di riflessione; - riflessivo - ridursi al niente, distruggersi

/𝚊𝚗-𝚗𝚒-𝚌𝚑𝚒-𝚕𝚒̀-𝚛𝚎/ = - transitivo - ridurre al nulla, distruggere; - intrans- perdere ogni capacità di riflessione; - riflessivo - ridursi al niente, distruggersi

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La sua pelle olivastra alla forte luce del sole di quella mattinata luccicava, imperlata di goccioline di sudore. Taehyung aveva corso tanto - più di quanto il suo corpo potesse effettivamente reggere - e se n'era reso conto solo nel momento in cui gli mancò l'aria. Si fermò, con il dorso della mano si asciugò il sudore dalla fronte e seguitò ad appoggiare ambi i palmi sulle ginocchia, respirando affannosamente per pochi secondi, poi provò a calmarsi.

«Corri, sfigato.» un suo compagno di classe gli passo affianco e lo esortò a correre sfiorandogli il braccio, nel frettoloso atto di dargli uno schiaffetto. Taehyung si mise diritto di scatto e gli fece il dito medio, scocciato, nonostante sapesse che l'altro non avrebbe potuto vederlo. Riprese a camminare tenendo una mano sull'addome, come per assicurarsi di non ricominciare a correre come un forsennato: non lo faceva di proposito: correre gli faceva provare un'insolita sensazione di libertà, neanche si accorgeva di quando superava il limite: aveva gli occhi lucidi, le gambe tremanti, la gola secca e la testa colma di pensieri ma spalancava comunque le braccia lasciandosi accarezzare dal vento e sorrideva, a volte le ginocchia cedevano ma non smetteva di sorridere, folle.

Ora, nel cortile della scuola e accerchiato dai suoi compagni, insegnanti e altre persone che solitamente si trovavano a scuola, certamente non poteva farlo. Dopo neanche quattro giri attorno all'enorme edificio scolastico, rientrò in palestra come primo dell'intera classe e si sedette sul pavimento, davanti alla porta, esausto. Osservò una metà della palestra riempirsi piano piano e ciascuno dei suoi compagni e delle sue compagne fare la sua entrata. Il professore iniziò a spiegare le attività che avrebbero svolto nel corso della restante ora e mezza di educazione fisica, ma Taehyung sentiva solo un uomo urlare delle cose a caso e, pensando fosse per la pessima acustica della palestra, si posizionò come ultimo alla fila che era stata creata e decidendo di imitare quello che avrebbero fatto gli altri, tranquillamente.

«Vai in bagno, per favore.» gli chiese Yoongi, che si trovava proprio davanti a lui; «Mh?» rispose Taehyung, confuso. «Stiamo per fare quella roba sulla fune, tu non puoi farlo.» spiegò l'amico, preoccupato. Il castano gli aveva raccontato di come quel fatidico giorno di maggio di quando aveva tredici anni, successivamente ad una rovinosa caduta da un'altezza di due metri e mezzo a scuola, mentre si arrampicava alla fune, era finito in ospedale e, per mezzo di varie analisi - prima quelle del sangue e successivamente alla scoperta di varie anomalie, quella del midollo osseo -, gli era stata diagnosticata la leucemia, ovvero un tumore del sangue.

Taehyung quel ventotto maggio aveva detto addio alla sua gioventù e aveva permesso al suo corpo di accettare tante di quelle siringhe, farmaci, gli aveva permesso di sopportare tutti gli effetti collaterali che, fra immunità bassa, nausea, vomito, diarrea, perdita di capelli e peli e febbre costanti, era decisamente martoriato; per non parlare delle indelebili cicatrici che Taehyung stesso era riuscito a procurarsi.

𝐈 𝐦𝐨𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐢𝐦𝐦𝐨𝐫𝐭𝐚𝐥𝐢 𝐝𝐢 𝐊𝐢𝐦 𝐓𝐚𝐞𝐡𝐲𝐮𝐧𝐠Where stories live. Discover now