» 𝟎𝟎𝟎𝟖 : 𝐞𝐥𝐨𝐪𝐮𝐞𝐧𝐳𝐚

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/𝚎-𝚕𝚘-𝚚𝚞𝚎̀𝚗-𝚣𝚊/ = l'arte di adattare la parola all'argomento che si vuol trattare e agli effetti che si vogliono suscitare; forza espressiva

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Jungkook aveva avuto bisogno di non uno, ma ben due bicchieri di quella bevanda alcolica che Roxanne gli aveva consigliato per riuscire a muoversi e ballare invece di congelarsi sulla pista, all'inizio duella serata.

Accusava come una delle tante cause di quel suo imbarazzo - quando si trattava di quelle cose - il fatto che Roxanne, oltre a possedere venustà, avesse anche studiato danza e che quando si trattava di ballare si desse da fare, attirando l'attenzione di tante persone, cosa che quell'introverso di Jungkook odiava.

Per questo ora si trovava seduto su una poltrona e Roxanne su una delle due fiancate di essa, mentre poggiava i piedi sull'altra. Pian piano scivolò da dove stava seduta fino a sedersi sulle gambe di Jungkook. I due si stavano baciando ormai da un po'; il corvino le accarezzava delicato i fianchi mentre lei faceva altrettanto con i suoi, poi ella portò le mani dentro la maglietta del ragazzo e iniziò a tastarne il corpo, in particolar modo l'addome.

All'improvviso Jungkook sgranò gli occhi e la allontanò da sé con un gesto veloce: si era come svegliato da quei due bicchieri bevuti poco prima e si era reso conto di dove si trovasse e cosa stesse facendo. Si schiarì la gola e si guardò intorno cercando una buona scusa per andare prendersi una boccata d'aria fresca senza risultare scortese nei confronti della sua ragazza, che lo guardava confusa e sinceramente preoccupata; «Devo andare in bagno.» mandò deglutì nervosamente, sperando non si notasse la bugia.

«Ti accompagno.» gli disse Roxanne all'orecchio per farsi sentire, si alzò e gli tese la mano per aiutarlo a fare altrettanto. Non appena fu al suo fianco Jungkook rifiutò l'aiuto biascicando un confuso: «Vado da solo, ci metterò un po' a trovarlo quindi non ti preoccupare. Divertiti.» e la lascio lì, attonita.

Camminò appiccicato al muro per non doversi mischiare alle persone che ballavano nell'improvvisata pista da ballo e raggiunse inaspettatamente delle scale. Aveva perso di vista sia Jimin che Chaeyoung quasi subito quindi non sapeva esattamente dove stava andando, solo chi sperava di incontrare durante il suo viaggio alla ricerca di una toilette. Voleva anche bagnarsi i polsi e il volto con un po' di acqua fresca e prendere fiato: non era abituato a quel tipo di situazioni: c'erano decisamente troppe persone per i suoi gusti.

Il corridoio era in penombra - e solo grazie alla porta di quel balcone aperta - quindi Jungkook iniziò a tastare il muro e a provare ad aprire ogni porta che trovava in cerca del bagno. Le prime tre erano chiuse a chiave, la quarta invece si aprì. Socchiuse la porta e provò a guardarvi l'interno ma era troppo buio, così spalancò la porta e fece scivolare la mano sulla superficie del muro affianco a lui in cerca dell'interruttore della luce.

«Oh prego, fai con comodo.» disse una voce che proveniva dall'interno della stanza; era tremendamente baritona, Jungkook non riuscì a riconoscerla ma si spaventò quando la udì. Mosse più velocemente la mano in cerca dell'interruttore e accese la luce immediatamente.

«Oh, spegni quella luce!» esclamò Taehyung, coprendosi gli occhi con le mani e socchiudendoli. Era seduto sul pavimento con le gambe distese lungo il pavimento e la schiena poggiata alla pediera del letto.

Jungkook spense la luce immediatamente ma quando si rese conto che quello fosse il castano la riaccese e disse: «Taehyung?» con una vocina confusa. «Jungkook? Spegni la luce, ti prego.» la stessa voce baritona che aveva ordinato prima, ora lo pregava, gentile.

𝐈 𝐦𝐨𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐢𝐦𝐦𝐨𝐫𝐭𝐚𝐥𝐢 𝐝𝐢 𝐊𝐢𝐦 𝐓𝐚𝐞𝐡𝐲𝐮𝐧𝐠Where stories live. Discover now