» 𝟎𝟎𝟎𝟗 : 𝐢𝐫𝐢𝐝𝐞𝐬𝐜𝐞𝐧𝐭𝐞

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/𝚒-𝚛𝚒-𝚍𝚎-𝚜𝚌𝚎̀𝚗-𝚝𝚎/ = che presenta i colori dell'iride e riflessi mobili e cangianti

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Il lunedì che seguì quella festa fu terribile: tornare a scuola dopo aver passato l'intera domenica a pulire casa - assicurandosi di non lasciare alcun mozzicone di sigaretta in giro e lavando per bene tutte le tende e i copridivano dall'alcol - era stato decisamente stancante. Tutti i fratelli Kim, Elliott compreso, avevano due scure borse sotto gli occhi e un aspetto spossato.

Taehyung pervenì nella mensa più tardi del solito, giacché proprio non riusciva a scollarsi dalla sedia ove aveva passato le precedenti cinque ore seguendo le lezioni. Si trovava sulla soglia dell'entrata quando, guardandosi intorno con una certa circospezione, si rese conto che al tavolo dove Jungkook soleva sedersi c'era solo Jimin; del corvino - e della sua ragazza - nessuna traccia.

Preso da un insolito istinto, non appena ebbe il suo pranzo nel vassoio, si incamminò verso quel tavolo lasciando i suoi compagni di pranzo decisamente sorpresi.

Si sedette esalando un lungo sospiro; «Posso?» domandò con fare cortese al ragazzo, il quale perplesso annuì. «Mi chiamo Taehyung, tu devi essere Jimin.» iniziò a conversare il castano, mentre abbracciava con le labbra le bacchette e il cibo che aveva preso con esse, iniziando a masticarlo.

«Proprio così. Jungkook oggi non pranza qui. E comunque so perfettamente chi sei.» spiegò Jimin. Dalla sua voce si poteva notare chiaramente della tristezza, nonostante ciò aveva quel suo solito sguardo ampolloso e l'aria di chi è tanto, tanto superbo. «Grazie per l'informazione ma non te l'avevo chiesto. Non sono qui per lui.» Taehyung scrollò le spalle, ostentando un'insolita tranquillità e facendo corrugare le sopracciglia al suo interlocutore. «Sei qui per me?» domandò sorpreso, quest'ultimo.

«Sì. Nuovo colore di capelli? Come mai? L'arancione ti stava proprio bene.» le labbra naturalmente violacee del castano si incresparono in un sorrisetto. Jimin si passò una mano sui capelli biondi - questa volta senza incastrarvi li anelli - e ghignò: «Sì. Purtroppo a qualcuno piacevano anche troppo.» fece roteare gli occhi, tornando poi a guardare il castano. «Oh, penso di aver capito di chi parli.» sospirò quest'ultimo, causando in Jimin tanto sgomento da portarlo a spalancare gli occhi e avvicinarsi col volto a Taehyung, che era proprio davanti a lui. «Yoongi ti ha detto della nostra conversazione?» sbottò.

«No. - rise Taehyung, gli occhi pregni di tracotanza - Tu l'hai fatto. Adesso.»

Non appena realizzò quelle parole e il modo spudorato in cui Taehyung l'aveva portato ad esporre sé stesso, un moto di rabbia fece riscaldare l'intero corpo di Jimin. Ora capisco a cosa si riferiva Jungkook quando diceva che lui lo faceva parlare; pensò il biondo, lanciando a quel divertito Taehyung uno sguardo molto arrabbiato. «Senti un po', Kim, che intenzioni hai esattamente? Mi riferisco principalmente a Jungkook.» domandò Jimin assottigliando gli occhi ed assumendo un'espressione guardinga, in cerca di tutte le bandiere rosse possibili e visibili sul volto di Taehyung.

𝐈 𝐦𝐨𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐢𝐦𝐦𝐨𝐫𝐭𝐚𝐥𝐢 𝐝𝐢 𝐊𝐢𝐦 𝐓𝐚𝐞𝐡𝐲𝐮𝐧𝐠Where stories live. Discover now