-Capitolo 17-

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T/N pov
<<Avanti >> dissi scocciata, essendo che non avevo per nulla voglia di parlare con qualcuno.

Mi si presentó una donna dai capelli biondi e corti, abbastanza alta, che avevo visto pochissime volte.

Credo si chiami Nanaba.

<<Sono venuta per dirti che l'allenamento sarà spostato di un'ora oggi>> mi disse guardandomi con disprezzo.

Ma come si permette sta qua? Non solo viene in camera mia disturbandomi ma in più mi guarda dall'alto in basso?

I suoi occhi si posarono sulla busta incustodita che era sulla scrivania.

<<Quella cos'è? >> mi chiese indicandola.

<<Una villa guarda >> dissi ironica.

Lei la prese in mano e io mi alzai di scatto.

<<Posala>> le ordinai io.

<<Non c'è il destinatario, per chi è? >> mi chiese girando la lettera.

<<Ho detto posala! >> le urlai io.

<<Hange mi ha detto che ti era stata inviata una lettera, questa potrebbe essere la risposta. Devo leggerla>> disse lei aprendo la busta.

Presi il coltellino che avevo nella tasca e mi fiondai su di lei, buttandola per terra e tenendole fermi i polsi con una mano.

<<Io ti avevo avvertito>> dissi con sguardo sadico.

Lei si dimenó come una pazza ma io la pugnalai alla carotide per poi colpirla varie volte al petto fino a farla morire dissanguata.

Mi alzai e notai solo ora il casino che avevo fatto.

<<Cazzo... >> dissi sussurrando mentre guardavo il suo cadavere e quanto sangue aveva sparso in giro.

Cosa faccio ora? Se entra qualcuno è la fine.

Per questo chiusi la porta a chiave, giusto per essere più sicura.

Ok allora, manteniamo tutti la calma, devo prima mettere il corpo in un sacco abbastanza grande, poi pulisco dal sangue e infine mi lavo.

Cercai dappertutto qualcosa in cui mettere la mia vittima, finché non trovai quello che cercavo.

Poi presi alcuni prodotti che mi ero fatta dare in questa settimana e iniziai a scrostare il sangue dal pavimento.

Ci misi un sacco di tempo, appunto avevo saltato allenamento e cena.

Alla fine mi andai velocemente a lavare, e ci misi un pó visto che il sangue si era seccato.

Infine lavai i vestiti e li misi ad asciugare.

Dovrebbero essere circa le 23:35, perciò non dovrebbe esserci nessuno per i corridoi.

Mi misi il mantello con il cappuccio, almeno se mi avessero vista non mi avrebbero riconosciuta.

Fatto questo presi il sacco in spalla e lo portai in giardino senza troppi intoppi per mia fortuna.

Alla fine optai per buttare il cadavere nel lago qua vicino e così feci, in modo che le impronte digitali si sarebbero cancellate.

Alla fine, dopo qualche minuto ero così presa dai miei pensieri che non mi accorsi di essere arrivata davanti alla mia camera.

Mi tolsi il mantello, giusto perché ormai non c'è più pericolo.. Giusto?

Ma mi è sembrato troppo semplice. Dov'è l'inganno? Non può andare tutto bene.

<<T/N... >>

Mi presi un infarto quando sentì pronunciare il mio nome, essendo sicura che mi avessero beccata e che mi avrebbero mandata alla forca.

Mi girai molto lentamente e trovai Levi.

Mi spinse al muro e mi restó a fissare per qualche secondo.

Non si vedeva quasi nulla, ma quella poca luce fioca che c'era mi fece vedere gli occhi rossi di Levi, segno che aveva pianto.

Avvicinó il suo viso al mio e mi iniziò a baciare, ma il bacio era tutto tranne che casto.

Mi dimenavo ma niente, non riuscivo a staccarmi da lui.

Gli morsi la lingua e finalmente si staccó da me, mugugnando da dolore.

<<Levi puzzi di alcool! >> gli urlai passandomi il palmo della mano sul mento.

Lui non rispose.

Era ubriaco fradicio, che schifo...
Ma se regge bene l'alcool quanto cavolo ha bevuto?

<<Levi cosa ci fai alzato di notte? >> gli chiesi.

<<So cos'hai fatto>> mi disse sorridendomi.

<<E sentiamo... Cosa sai? >> dissi io dubitando delle sue parole.

Lui si avvicinó al mio orecchio e sussurró.

<<So che l'hai uccisa >>

Sobbalzai.

Poi mi ricordai che se era ubriaco probabilmente la mattina dopo se lo sarebbe dimenticato, quindi non avevo nessun problema.

Gli toccai la fronte e notai che scottava.

<<Levi ma hai la febbre >> gli dissi cercando di cambiare discorso.

Lui non disse nulla, al contrario mi abbracció, quasi facendomi soffocare.

Inizió a piangere e a singhiozzare, cosa che mi fece sentire uno schifo, avendo la certezza che la causa del suo dolore ero io.

Iniziai a piangere anche io e ricambiai l'abbraccio.

<<T/N non mi aspetto il tuo perdono.. Ma almeno continua a guardarmi con quei tuoi occhi c/o che starei a guardare per ore. Ti prego >> mi imploró lui.

Adesso che faccio.. Lo uccido? Lo perdono? Lo lascio in vita?

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T/N PERDONERÀ LEVI??

È successo tutto a dicembre ❤︎Levi x reader❤︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora