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•Capitolo 22•

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Jimin esce di casa la mattina presto.
Un'ondata di freddo si è abbattuta durante la notte, lasciando macchine, tetti ed erba coperti di brina.
Mentre Jimin si abbassa le maniche sulle dita intorpidite, cerca di non dar conto alla scomodità causata dal freddo, ma piuttosto al sollievo di poterla sentire.
Nonostante il dolore che sta sopportando, è vivo.
È vivo ed è libero, prima di tutto; quindi dovrebbe usare questa sua libertà a differenza di coloro che non ce l'hanno.

Il piacevole sogno avuto la notte precedente gli ha risollevato un po' l'umore, e sebbene non possa liberarsi dell'ombra errante che lo attende oltre la porta della stanza di Yoongi, fa del suo meglio per concentrarsi sui suoi esami.
Sembrerà un po' stupido adesso, anche ingenuo, pensare che prendere la laurea potrebbe cambiare tutto, pensare che potrebbe guadagnare tutto quel potere da delle parole stampate su di un foglio costoso.
La laurea in sé non sarà la risposta, bensì sarà l'elemento propulsore, e sebbene Jimin sia a conoscenza dei dubbi che appesantiscono la sua mente, vuole rimanere positivo, necessita di qualcosa a cui aggrapparsi.

Il sole spunta a malapena da dietro gli alberi privi di foglie quando Jimin mette piede nell'Università.
Vestito di jeans, converse e felpa nera; non ha null'altro se non il suo telefono, il portafoglio e un paio di penne, anche se due penne potrebbero essere più di quanto gli serve.
Il suo stomaco brontola mentre cammina sul marciapiede tra gli edifici incombenti.
Anche se non riesce a ricordare l'ultima volta in cui ha mangiato qualcosa, sente lo stomaco chiudersi ogni volta che tenta di portare del cibo alle labbra.
Eppure, Jimin sa di dover mangiare qualcosa al più presto.
Non che avesse programmato di non mangiare, è solo che al momento non è qualcosa che reputa capare di fare, soprattutto non con Hoseok che abita nell'unico posto sicuro rimastogli.

Jimin preme le labbra insieme, affonda le mani nelle tasche della sua felpa per resistere al suo stomaco che protesta mentre si avvicina all'edificio d'arte, le porte automatiche gli consentono di entrare.
Oggi ha gli esami trimestrali di danza e chimica, e sebbene dovrebbe prepararsi meglio per l'esame di danza, non si sente in vena di farlo.

Come sarebbe potuto andare in sala prove dopo quello che è accaduto?

In questo momento, mentre i piedi lo portano lungo il corridoio, Jimin riesce a vedere dei guizzi del volto di Jungkook nella sua mente.
Il modo in cui l'Omega lo guardava mentre aspettavano per le docce, la contentezza sul suo volto, come se si fidasse nel farsi guardare le spalle da Jimin, nel farsi proteggere.

Ricorda anche le urla, il suono dei suoi stessi passi sulle scale e la determinazione che aveva nel tornare a casa, pur sapendo del tormento che stava sopportando Jungkook.

È colpa sua, colpa sua, colpa sua e, in qualche modo, questo fa molto più male di qualsiasi altra cosa Hoseok gli abbia mai fatto.

Hoseok può fargli tutto ciò che vuole, ma sapere che qualcun altro è stato ferito a causa sua è troppo doloroso.

Jimin sale le scale lentamente, concentrandosi sul suo respiro e non sulle immagini o sui suoni che si fanno strada nella sua mente.
Quello che sta accadendo, la sofferenza di tutti, potrebbe essere davvero tutta colpa sua; ma un giorno pagherà il debito.

Pagherà il debito a qualsiasi costo.

Gli esami di danza si svolgono individualmente, quindi, mentre gli altri studenti aspettano nel corridoio esercitandosi o ascoltando di nuovo la musica, Jimin si trova nello studio con il suo professore e un assistente.
Non sa se Jungkook è nel corridoio, ma sa che non vuole vederlo, che non può.
Jimin potrebbe davvero piangere se dovesse guardare il ragazzo in questo momento.

Composure | YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora