• XVIII •

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•Capitolo 18•

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Jimin scappa un minuto dopo che escono dalla tavola calda.

Anche se è nell'istinto Alpha rincorrere, ed anche se Jimin si sta solo rendendo una preda scappando, ha buttato tutta la logica completamente fuori dalla finestra dopo aver passato quarantacinque minuti ad ascoltare con fatica le chiacchiere inutili di Hoseok.

In un certo senso è esasperante, sedersi di fronte a qualcuno che odi, guardare l'altro sorridere e ridere mentre consumano lentamente la colazione ed avere un occasionale desiderio di strapparsi la carne delle ossa.
Ogni sorriso, ogni 'morso' offerto dal piatto di Hoseok, gli ha fatto girare lo stomaco e risalire la bile.

Adesso, mentre le sue scarpe picchiano sul cemento, Jimin riesce ancora a vedere il sorrisetto sulla faccia di Hoseok intanto che scappa ed attraversa il marciapiede.

Ricorda le parole dell'Alpha:

'Vuoi che ti rincorra?'

Questo l'ha fatto solo accelerare.

Gli Omega sono più veloci degli Alpha, e Jimin ne è felice.

Tuttavia, nonostante i suoi istinti predatori, Hoseok non ha iniziato a rincorrerlo.
Al contrario, l'Alpha l'ha guardato correre via con nient'altro che un sorrisetto stampato sulle labbra.
Jimin si è guardato indietro solo una volta prima di concentrare tutta la sua attenzione sull'allontanarsi quanto il più possibile da Hoseok, esortando le sue gambe molli a muoversi più veloce ed ancora più veloce fino a che non è stato più capace di vedere l'Alpha.

Quando Jimin si ferma, ha percorso pochi isolati ed è arrivato nella parte bassa della città.
È più affollato lì, i marciapiedi sono animati e le macchine vibravo accompagnate dai tubi di scappamento.
Si prende un momento per recuperare il fiato, l'aria fredda gli congela la gola rendendo così doloroso ogni respiro.
Una volta che questo ritorna alla normalità si controlla nuovamente alle spalle e, non vedendo Hoseok, il sollievo gli scivola per le membra.

Stanco per la corsa, Jimin attraversa la strada prima di entrare nel cuore della città.
Alti edifici e grattacieli incombono su di lui, passanti occupati che hanno un posto da raggiungere o qualcosa da vedere lo superano senza dargli importanza.
Ha ancora l'odore di un Alpha, ma probabilmente ora ha un sottotono agrumato a causa dell'ansia provata in precedenza alla tavola calda.

Senza una destinazione specifica in mente, continua a camminare con le mani infilate nelle tasche della giacca e con il volto rosso per l'aria fredda.
Il suo petto fa ancora male a causa della forzata estensione dei muscoli, ma Jimin non riesce a fermarsi, mancano solamente altri pochi isolati.

Quest'ultimi gli sembrano infiniti, così come le strisce pedonali.
Jimin mantiene alta la testa ed alti gli occhi, come un Alpha sicuro di sé.
È un predatore, è inutile preoccuparsi, questo è tutto quello che Jimin vuole che gli altri credano nonostante voglia rimpicciolirsi e nascondersi.
Passano 10 minuti, poi 20 minuti prima che si fermi davanti alla libreria, prende posto sulle scale davanti ad essa e tira fuori il telefono per chiamare Taehyung.

Non è che Jimin si fidi di Taehyung, non completamente, ma non vuole nemmeno essere lasciato da solo.
Se Taehyung lo tradirà, allora si trasformerà e correrà per le foreste fino a quando non sarà così distante da Hoseok o da qualsiasi altra persona che sarà impossibile trovarlo.

"Pronto?"

"Taehyung..."
Jimin si ferma.
"Sono Jimin."

"Oh... dammi un secondo."
Giunge un po' di confusione dall'altra parte, delle voci rumorose interrompono la linea prima del silenzio.
Jimin controlla il telefono per assicurarsi che l'altra linea non si sia staccata.

Composure | YoonminWhere stories live. Discover now