Capitolo 14: La prima punizione

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Ed ecco come mi ritrovai dopo tutto ciò che era successo: distesa sulle ginocchia di Sheldon Cooper a prenderle come la bambina che ero. Perlomeno non mi sarei potuta lamentare sul fatto che fosse una punizione non adatta per quella che ai tempi era la mia età: se avessi avuto qualche anno in più, sicuramente il contesto sarebbe stato molto più imbarazzante.
Nonostante mi fossi distesa sul grembo di Sheldon con una mentalità ben più serena rispetto all'inizio (fattore che vi avevo già accennato nel capitolo precedente), una leggera agitazione la provavo comunque.
E questo stato di agitazione mi fece a sua volta irrigidire tutto il mio corpicino. Compresi i muscoli del sedere. Aspettandomi l'arrivo degli sculaccioni, avevo involontariamente reso il mio corpo come una corda di violino. Ergo, ero molto tesa.
Di conseguenza, i primi schiaffi mi causarono molto più dolore rispetto a quello che avrei dovuto realmente sentire, nonostante in quel momento avessi ancora addosso le mutandine e i pantaloni della tuta, i quali mi offrivano una lieve protezione.
La situazione fu molto diversa rispetto a quando avevo ricevuto quegli sculaccioni tirati al volo durante le ore precedenti:
in quel caso, gli schiaffi erano inaspettati. Ed essendo tali, non avevo il tempo materiale per metabolizzare la cosa e per irrigidire i miei muscoli. Ma sicuramente mi avevano provocato meno dolore.
Ad ogni modo, le prime sculacciate furono insopportabili proprio per il motivo di cui vi ho parlato qui sopra. Sentivo troppo male. Talmente tanto che, oltre ad urlare, mi venne naturale scalciare con le gambette in maniera quasi pietosa.
Sheldon fu costretto a fermarsi dopo appena tre sculacciate.
"Così non ci siamo. Non posso continuare se ti ostini a tenere i glutei contratti. Andando avanti, rischieremo entrambi di farci seriamente del male. E fidati delle mie parole. Lo so per esperienza personale. Comprendo che possa essere complicato come concetto, ma meno le natiche rimangono rigide e più lieve sarà il dolore. Anche se ti risulterà difficoltoso, cerca di rilassarti. Il castigo sarà così più digeribile per te e io non dovrò sentire dolore alla mano ogni volta che ti tiro una sculacciata."
Più facile a dirsi che a farsi. Sheldon non fece e non disse più niente per i successivi due minuti. A fatica, riuscì da sola a sciogliere ogni singolo muscolo del mio corpo. Ma quando Sheldon appoggiò a sorpresa la sua mano destra sul mio inerme fondoschiena, tutti i miei sforzi divennero vani. I miei glutei si irrigidivano ad ogni singolo tocco e vi posso assicurare che fu un gesto totalmente involontario. Non lo facevo apposta. E a questo punto, che successe?
Sorprendentemente, Sheldon mi cantò nuovamente quella canzone che mi aveva già cantato durante quella mattina, la quale avrebbe dovuto avere lo scopo di rilassarmi un minimo; ovvero Soffice Kitty (se non vi ricordate il testo, l'ho scritto in uno dei capitoli precedenti). Incredibile ma vero, il suo metodo funzionò di nuovo: i miei muscoli non furono più contratti, nonostante la sua mano fosse ancora appoggiata sulle mie natiche.
"Adesso sei seriamente pronta per ricevere la tua punizione?"
Risposi in maniera positiva, oramai pronta per ricevere interamente il mio castigo.
E la punizione continuò.
I colpi successivi furono molto più sopportabili rispetto ai precedenti tre. Però, questo non voleva certo dire che la sensazione che provai fu lo stesso piacevole: inizialmente, gli sculaccioni mi procurarono solo un lieve pizzicore; ma più Sheldon mi sculacciava e più quel pizzicore si trasformava in calore. Si trattava di un bruciore molto leggero e per nulla difficile da sopportare.
Sheldon non ci stava mettendo neanche troppa forza e questo mi permise di prendermi quella prima parte del castigo senza lamentarmi. Ma il peggio, doveva ancora arrivare. 
Mi sculacciò in questo modo per circa tre/quattro minuti. Successivamente, sentì la sua mano tirare l'elastico dei pantaloni della mia tuta e, con molta lentezza, me li sentì sfilare.
Il mio cuore cominciò di nuovo a battere all'impazzata. Non tanto per l'imbarazzo di essere sdraiata con il sedere mezzo scoperto davanti ad un ragazzo che aveva 23 anni in più rispetto a me, ma avevo il terrore di patire molto di più i colpi senza l'ausilio dei pantaloni, i quali ovviamente mi offrivano protezione.
Per di più, il fondoschiena già arrossato non aiutava per niente.
La mano destra di Sheldon si appoggiò nuovamente sul mio sederino, senza tirarmi alcuno schiaffo.
"Adesso mi sapresti spiegare in maniera dettagliata il perché di questa punizione?"
mi chiese lui con tono autoritario, senza spostare la sua mano destra.
Inizialmente rimasi un pò sbigottita: non mi aspettavo delle domande da parte sua e il tono di voce utilizzato mi fece rimanere bloccata sul posto, poichè avevo paura di prenderne di più nel caso avessi risposto in maniera errata.
Dopo una trentina di secondi, una sculacciata più forte rispetto alle altre si abbattè sul mio fondoschiena. Più per la sorpresa che per il dolore in se, emisi un flebile gridolino.
"Allora? Non mi sembra tanto complicato rispondere a questa domanda....Dato che sei pienamente a conoscenza di ciò che hai fatto, dovresti rispondere al volo ad un quesito del genere!" mi disse ancora Sheldon, evidentemente spazientito dal fatto che non avessi risposto subito.
Rimasi pietrificata per qualche secondo, ma presi comunque coraggio e risposi, onde evitare di prendere altre sculacciate extra.
"Ehm, perché...Perché ti ho picchiato con un mattarello!" dissi io tutto d'un fiato.
Un'altra sculacciata cadde sul mio fondoschiena.
"Sotto consiglio di chi?" mi chiese ulteriormente Sheldon.
Il mio cuore iniziò a battere più velocemente.
"Me l'ha consigliato Howard"
Arrivò una terza sculacciata.
"E secondo te ha avuto senso dargli ascolto?"
Il mio respiro si fece sempre più pesante e iniziarono a risalirmi i singhiozzi che con tanta fatica ero riuscita a sommettere.
"No..."
Sentì arrivare il quarto sculaccione.
"E allora perché l'avresti fatto?"
Avete tenuto a mente quando vi avevo detto che il peggio doveva ancora arrivare?
Scommetto che subito avrete pensato ad una serie di sculacciate molto più intensa e, chissà mai, magari anche somministrate mentre il mio sedere era totalmente nudo.
No. Fu quella domanda il peggio di tutta la punizione.
Dovete sapere (anche se presumo l'abbiate capito da soli), che io sono da sempre stata una persona molto emotiva. Anzi, azzarderei dire: esageratamente incapace nel controllare le emozioni. E l'essere costretta tramite quel quesito a tirare fuori praticamente tutti i pensieri che avevo rivolti verso Sheldon fu un colpo tremendamente basso.
Stesa sulle sue ginocchia, mi venne da ragionare su una fattore molto importante: alla fin fine, quella mestolata tiratagli ai testicoli rappresentava tutto ciò che non apprezzavo di lui. E non volendo esprimermi a parole, ero stata in un certo senso obbligata a sfogarmi in quel modo.
Però, nonostante avessi trovato il punto cardine del problema, non volevo dirgli niente.
Definitemi pure testarda (o una testa di cazzo, se preferite), ma non me la sentivo di buttare tutto fuori davanti a Sheldon, nonostante questa azione da parte mia sarebbe servita per mettere la parola "fine" a questo disguido.
Un paio di lacrime iniziarono a solcare le mie guance. Sapevo che di lì a poco sarei totalmente esplosa.
"Non mi va di parlarne..." dissi io con voce tremolante a causa del pianto imminente.
Piovvero tre sculaccioni di seguito sul mio fondoschiena. E a quel punto, iniziai a piangere.
"Piccoletta, non ti farò scendere dalle mie ginocchia fino a quando non mi avrai risposto in maniera totalmente dettagliata. Specialmente a questa domanda. Ripeto: perché l'avresti fatto???" mi chiese Sheldon, quasi sul punto di urlare.
A quel punto, pressata da tutte quelle emozioni, buttai finalmente fuori tutti quei pensieri che attanagliavano la mia mente.
"PERCHÉ È DA QUANDO SONO ENTRATA IN QUESTA CASA CHE NON MI SENTO APPREZZATA DA TE!!! MI CONSIDERI STUPIDA O IGNORANTE SENZA ALCUN MOTIVO!!! LEONARD E PENNY MI HANNO PIÙ VOLTE DETTO DI NON DARTI ASCOLTO, MA IN REALTÀ NON CE LA FACCIO PIÙ A SENTIRMI SOTTOVALUTATA IN QUESTO MODO!!! E NON AVENDO IL CORAGGIO DI DIRTI TUTTE QUESTE COSE FIN DALL'INIZIO, HO COMMESSO QUELLA STUPIDATA E TI HO FATTO MALE... MI RENDO CONTO CHE AVREI DOVUTO PARLARTI FIN DA SUBITO, PIUTTOSTO CHE AGIRE IN QUEL MODO... PERDONAMI SHELDON!!! PERDONAMI!!!"
Conclusi questo discorso con un attacco di crisi respiratoria. I singhiozzi e le lacrime versate mi avevano completamente lasciato senza fiato.
Sentì la mano sinistra di Sheldon liberarmi da quella morsa che fino a quel momento mi teneva inchiodata sulle sue ginocchia. Percepì poi quest'ultima farmi un piacevole e continuo massaggio alla schiena. Quello di Sheldon fu un tocco delicato e allo stesso tempo molto gentile. Fino a quel momento, giuro che non ci avrei mai creduto.
Ci vollero all'incirca due minuti prima che i miei singhiozzi furono perlomeno rallentati.
E fu proprio a quel punto che Sheldon, continuando il suo massaggio, proferì parola:
"Ma per quale motivo non mi hai esposto fin da subito questi problemi? Avremmo potuto conversarne con tranquillità davanti a una bevanda calda e avrei cercato di essere il più comprensivo possibile per cercare di renderti più serena. A tal proposito, non sarebbe stato necessario arrivare a punti così drastici per tirare fuori le parole dalla tua bocca..."
"È tutta la giornata che mi dici che non vuoi avere distrazioni per via di quel tuo lavoro importante... E, oltre a questo, pensavo che mi avresti risposto in malo modo..."
Sheldon smise improvvisamente di massaggiarmi la schiena. Sospirò e disse:
"Voi bambini e le vostre continue paranoie...Sempre a enfatizzare su ogni singola cosa senza avere sotto mano delle prove o dei fatti certi... È vero, tra ieri sera e questa mattina sono stato incredibilmente impegnato.... Ma mi pare di non averti fatto mancare nulla di ciò di cui avevi bisogno... Quando avevi fame, ho messo il lavoro da parte e ti ho preparato la colazione, interessandomi tra l'altro al tuo peso corporeo e alla regolarità del tuo intestino, preoccupandomi della tua salute e perdendo così ulteriore tempo... Ho cercato di trovarti un'attività creativa e interessante quando mi avevi fatto notare il tuo stato di noia (se poi hai rischiato di ammazzarti non è certo colpa mia)... Ti ho recapitata a Penny perchè sapevo che con lei ti saresti divertita e che qui invece non avresti trovato altro passatempo da fare se non quello di girarti i pollici. Prima di continuare il mio discorso, voglio farti una domanda: avendoti fatto notare tutte queste cose, a parer tuo, non avrei trovato dieci minuti di tempo per conversare con te su ciò che ti affliggeva?"
"No... Hai ragione..." dissi io, oramai con la consapevolezza di essere nel torto marcio.
"E allora smettila di vedermi come una sorta di mostro insensibile, per favore... Il mio tempo sarà anche limitato, se non addirittura prezioso... Ma non mi permetterei mai di voltare le spalle ad una persona che ha bisogno di aiuto o di soccorso, nonostante io faccia fatica a sopportare i piagnistei in generale... Voglio che tu capisca un'altra cosa, senza la quale non potremmo andare d'accordo in un prossimo futuro: io sono un uomo di scienza, non una bambinaia o un coniglietto coccolone. Non posso perdere tempo a prestarti attenzioni per tutto il giorno. Riguardo a ciò, ti chiederei soprattutto di non cercare alcuna tipologia di contatto fisico da parte mia se non per motivi di vera e propria emergenza o necessità. Il contatto umano è un concetto che detesto con tutto me stesso per motivi assai validi e fidati che al momento siamo in una situazione nella quale non mi sto per nulla divertendo. Se tu sarai disposta a venirmi incontro, prometto di non sottovalutarti più senza prima averti dato la possibilità di dimostrarmi le tue capacità, dato che questa è un'altra cosa che ti ha dato incredibilmente fastidio. In conclusione, se in futuro ci saranno delle questioni che non ti varranno a genio, parla. E non sfogarti più sui miei testicoli... Ci siamo capiti?"
"Si... Scusami Sheldon...."
"Scuse accettate. Adesso però, concludiamo la tua punizione. Abbiamo quasi finito."
Detto questo, prese l'elastico delle mie mutandine e me le tirò giù, lasciando scoperto tutto il mio fondoschiena.
"Voglio solo darti qualche sculacciata in più per essere certo che il tuo comportamento rimanga perlomeno accettabile per un discreto lasso di tempo."
Quelle che mi diede furono le ultime dieci sculacciate, le quali furono date con maggiore forza rispetto alle altre. Gridai e sbattei leggermente i piedi ad ogni singolo sculaccione: li avevo sentiti tutti.
Ma in neanche trenta secondi, tutto fu finito.
Sheldon mi rialzò con delicatezza le mutandine e i pantaloni della tuta e mi ordinò successivamente di alzarmi in piedi.
Ovviamente, io obbedì subito. Onestamente, non ce la facevo più a rimanere sdraiata in quella vulnerabile posizione.

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