Capitolo 6: Una colazione sudata

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Mi svegliai la mattina dopo totalmente riposata. In quel momento, non ricordai una sola notte in cui abbia dormito così bene.
Guardai la sveglia: erano le 8:30 e Leonard se n'era già andato. Questo voleva dire solo una cosa: che in casa eravamo solo io e Sheldon.
Sinceramente ero parecchio incerta sul da farsi. Avrei tanto voluto stare tutta la giornata chiusa in camera ad aspettare il ritorno di Leonard, prima di poter uscire allo scoperto.
La cosa però non sarebbe stata fattibile: tralasciando il fatto che non toccavo cibo dalla cena precedente e che quella mattina mi ero svegliata con una fame da lupi, lì in camera non c'era alcun bagno privato.
Quindi nell'arco della giornata sarei stata costretta ad uscire prima o poi.
E oltre a ciò, avevo paura che Sheldon ce l'avesse ancora con me per ciò che era successo la sera prima.
Rimasi seduta sul letto a rimuginarci su per circa dieci minuti, fino a quando non mi feci effettivamente coraggio e decisi di uscire dalla camera di Leonard.
Guardai davanti a me e vidi la porta della camera di Sheldon spalancata, segno che si era già svegliato. Perfetto, pensai.
Lentamente mi avviai verso il salotto, con le gambe che tremavano leggermente ad ogni mio singolo passo.
Appena entrata, vidi Sheldon girato di spalle che stava lavorando su un portatile totalmente rosso. Concentrato su ciò che stava facendo, non si rese neanche conto del mio arrivo.
Decisi di avvicinarmi lentamente a lui, fino a quando non fui al suo fianco destro (sempre mantenendo una determinata distanza, ovviamente). Mi feci notare con un flebile e abbastanza intimorito "buongiorno".
"Ciao" mi rispose lui, con tono evidentemente scocciato.
Ci fu un minuto di silenzio, durante il quale io non sapevo come agire e lui continuava a lavorare senza considerarmi un minimo.
Decidendo alla fine di rompere un pò il ghiaccio, gli chiesi con la voce leggermente tremolante:
"C-Cosa stai f-facendo?"
Senza neanche distogliere lo sguardo dal portatile, mi rispose dicendo:
"Sto finendo una ricerca che ieri sera non sono riuscito a terminare poiché Leonard mi ha gentilmente convinto a badare ad un'adorabile infante qui presente che si è insinuata casualmente nelle nostre vite private. Ed io felicemente ho tralasciato questo lavoro per renderlo contento. Comunque, se non si fosse capito, ero sarcastico."
Era sarcastico sul discorso che stesse completando la sua ricerca o sul discorso che fosse felice per aver badato a me?
Oppure era sarcastico su entrambi i discorsi?
Non riuscì a capirlo più di tanto. Anche perché disse tutto con lo stesso identico tono.
Presa dalla curiosità, cercai di capire cosa stesse effettivamente facendo al computer.
Notai formule e segni a me ancora adesso sconosciuti.
Vidi però il titolo della ricerca e provai a leggerlo ad alta voce:
" D-d-dia-diagramma di Fe..."
Mentre cercai di leggere codesto titolo, Sheldon mi degnò finalmente di uno sguardo:
"Oh santo cielo, non sei ancora in grado di leggere? Diagramma di Feyman, ovvero un grafo arricchito che visualizza un termine della serie perturbativa dell'ampiezza di scattering per un processo definito dagli stati iniziali e finali, inventato da Richard Feyman negli anni quaranta. Sarebbe meglio per te se soffermassi la mia spiegazione, altrimenti rischierei di far esplodere quel tuo piccolo cervelletto che ti ritrovi. Ad ogni modo, si tratta di uno studio che devo consegnare al mio capo entro domattina e tu piccola labradoodle mi hai già fatto perdere fin troppo tempo.
E se per caso dovessi essere troppo poco sveglia da non averlo capito al volo, ti ribadisco io stesso che non ero affatto sarcastico. FUORI DAI PIEDI! "
Perdonate la mia ignoranza, ma ancora adesso che sto riscrivendo queste mie  vicende passate non sono ancora in grado di comprendere ciò che Sheldon stesse studiando durante quella mattina.
Penso che la cosa valga per gran parte di voi lettori che state avendo la santa pazienza di leggere questa storia.
Ad ogni modo, mi ritrovai successivamente in un bel problema: Sheldon era troppo impegnato per poter pensare a me, Leonard come ben sapete non c'era e io non ci vedevo più dalla fame. Quindi, l'unico quesito che feci a me stessa in quel momento fu: come può una bambina di sei anni che non ha mai toccato un fornello in vita sua prepararsi la colazione da sola?
Mi incamminai verso la cucina e guardandomi intorno, cercai la prima pietanza a portata di sguardo che mi potesse piacere. E fortunatamente la trovai subito; i miei occhi puntarono ben tre scatole di cereali. Ma sfortunatamente queste erano situate sopra al frigorifero e purtroppo, come ben immaginerete, per me era assolutamente impossibile arrivarci con solo la mia altezza dell'epoca (non che le cose adesso siano più di tanto cambiate).
Perciò dovetti ingegnarmi e trovare una soluzione per conto mio: una scala sarebbe stata utile, ma oltre al fatto che non ne avevo vista manco mezza in giro, sarebbe stata troppo pesante da sollevare per una come me. Una sedia poteva andare benissimo, però purtroppo l'unica che c'era in quel salotto era occupata da Sheldon. Spostare il divano o la poltrona sarebbe stata una follia, così, dopo aver scartato suddette opzioni, arrivai alla conclusione che dovevo sfruttare tutti gli appigli presenti vicino al frigorifero. E durante quella mattinata, ebbi l'impressione che la fortuna mi avesse sorriso un minimo: sul fianco sinistro del frigo vi erano un bidoncino della spazzatura affiancato ad una valigia messa in verticale. Il mio obbiettivo era il seguente: utilizzare il piccolo cassonetto per arrivare alla valigia, per poi allungare il braccio il più possibile e tirare giù per lo meno una scatola di cereali. Facile, no?
Presi in mano un paio di oggetti che erano appoggiati sopra alla valigia, ovvero un modellino di Superman e un piccolo quadernino, oggetti che prontamente appoggiai sul tavolo della cucina poco dopo.
A Sheldon sembrava non importargliene di ciò che stessi facendo. Anzi, sembrava che mi stesse totalmente ignorando. Meglio così, pensai. Non avevo bisogno dello spilungone so tutto io per poter risolvere i miei problemi.
Ma in quel momento dovevo assolutamente dare una calmata ai miei pensieri.
Salì sul bidoncino, per poi salire sul bordo superiore di quella valigia. Allungai la mano verso la cima del frigorifero e alla cieca, cercai di afferrare la mia tanto agoniata colazione. Purtroppo l'altezza non fu ancora sufficiente e una delle scatole di cereali la sfiorai appena. Fu quando iniziai a saltare sopra alla valigia per poter afferrare definitivamente il mio bottino che attirai per mia somma sventura l'attenzione di Sheldon.
"Cosa diavolo staresti facendo? Scendi subito, prima che sia io a costringerti a farlo con le mie stesse mani!"
Mentre urlò ciò, lasciò il portatile e si avvicinò pericolosamente a me. Io, impaurita, scesi senza farmelo ripetere due volte e la mia psiche si ritrovò al punto della sera precedente.
Avevo paura di essere sculacciata di nuovo e prontamente mi fu istintivo coprire il fondoschiena con le mie piccole manine.
Aspettai con ansia un'esplosione da parte di Sheldon nei miei confronti, ma questa stranamente non arrivò. Anzi, quest'ultimo lanciò si un'occhiata severa verso di me, ma subito dopo sbuffò, per poi lanciare uno sguardo verso le scatole di cereali e dirmi:
"Dal momento che hai cercato a tutti i costi di prendere una di queste, presumo che tu in questo momento abbia fame, dico bene?"
In tutta risposta, non riuscì a pronunciare alcuna parola. E quindi annuì.
"Potevi anche chiedere piuttosto che provocare tutto questo trambusto, non ti pare più logica come soluzione?"
Dopo questa sua affermazione, avrei tanto voluto mandarlo direttamente a quel paese.
Ma onde evitare la scena della sera precedente, provai a giustificarmi dicendo:
"Scusami tanto, però tu mi avevi urlato contro dicendo che dovevo starmene fuori dai piedi. E dato che tu sei tanto impegnato, ho pensato di prepararmi la colazione da sola"
Mentre dissi ciò, guardai Sheldon negli occhi e appena ebbi finito di parlare, quest'ultimo alzò gli occhi al cielo e sospirò pesantemente. Successivamente mi rispose dicendo:
"Il fatto che tu voglia essere indipendente rende un punto a tuo favore, sai? Hai dimostrato di essere meno stupida di quanto immaginassi. Ti sei ingegnata bene per provare ad afferrare ciò che desideravi, ma purtroppo non hai affatto considerato un piccolo fattore: prendendo in considerazione il tuo peso corporeo, il quale dovrebbe aggirarsi tra i 16,01 e i  28,92 kg e la tua altezza, la quale dovrebbe essere di 125,25 cm al massimo, è possibile calcolare la tua energia usata per compiere il salto e il tempo impiegato per trasformare tale energia dalla forma chimica contenuta nel tuo corpo in energia meccanica. Questo problema viene proprio definito come "dinamica del salto" e se tu fossi stata in grado di calcolarlo, saresti facilmente arrivata alla conclusione che la tua energia e la tua potenza nel compiere questa tipologia di sforzo non sarebbero mai state sufficienti per poter raggiungere la scatola di cereali. E a lungo andare l'unico risultato sicuro sarebbe stato quello di rompere questa valigia e il tuo eventuale e scontato capitombolo a terra. Oppure direttamente il rovesciamento della valigia stessa per via di un tuo salto eseguito in maniera errata".
Continuò il suo (a parer mio) contorto discorso dopo aver emesso un risolino fastidioso.
"Tralasciando il fatto che avresti scaturito l'ira di Leonard. Vedi, questa valigia contiene la sua collezione di fumetti de i fantastici quattro, compreso il primo volume del 1961. Li tiene in condizioni impeccabili, quindi per il tuo bene ti conviene non aprirla, non toccarla o non SALTARCI sopra.
È rispettabile il fatto che tu voglia essere indipendente, ma per evitare di finire nei guai, lascia fare ai grandi ciò che i bambini comuni non sono in grado di svolgere. Mi sono espresso in questo modo poiché, per quanto mi riguarda, già all'età di sei anni non solo ero in grado di prepararmi la colazione da solo, ma ero anche l'unico in casa ad occuparsi della dichiarazione dei redditi. Ma non credo che tu abbia un quoziente di intelligenza pari a 187 come il sottoscritto, quindi non ti devi affatto preoccupare. A proposito, vediamo se sei ancora in tempo per raggiungermi sotto questo aspetto: quanti anni hai?"
Dato che non avevo voglia di proferire parola, gli feci vedere sei delle mie dita, facendogli capire quanti anni avevo all'epoca.
"Uhm, e suppongo che tu non conosca ancora il significato di dichiarazione dei redditi. Ma non importa. In fondo, le persone come me sono più uniche che rare su questo globo terrestre".
(E menomale, aggiungerei io).
Successivamente, Sheldon si girò verso le tre scatole di cereali e iniziò un altro dei suoi infiniti contorcimenti mentali.
"Per colazione, potrei darti gli sbuffi al miele o i tempestati di gocce di cioccolato, ma ho il timore che introdurre abbondanti quantità di glucosio nel tuo corpo possa portarti ad avere un problema fastidioso che colpisce per lo più i bambini, ovvero la cosiddetta "carica di zuccheri". E dato che mi sembri già vivace per conto tuo, sarebbe meglio evitare. Non so neanche se tu sia diabetica o meno e sinceramente non mi va di correre dei rischi che porterebbero ad avere sul mio conto bancario delle spese mediche evitabili. C'è da considerare anche il fatto che la tua è un età molto delicata: in questo momento il tuo corpo si sta formando ed è durante la crescita che bisogna tenere sotto controllo l'alimentazione. Potrebbe sembrare fastidioso all'inizio, ma alla fine ci si ritroverà con un ottimo metabolismo e con un colon quasi costantemente pulito. Prendi me per esempio: attualmente peso 75 kg e ho un intestino totalmente regolare. Prima di nutrirti con zuccheri inutili, dovrei anche sapere per la precisione quanto pesi. Potresti dirmi il tuo peso corporeo, per favore?"
Scusatemi, potrei sembrare puntigliosa, ma piuttosto che farmi tutti questi giri di parole non poteva semplicemente dirmi che non voleva darmi dei dolci poiché aveva paura che ingrassassi o che andassi incontro ad una comune malattia che colpisce vasi sanguigni?
In quel momento, stavo capendo sempre di più di quale tipologia di persona si trattava Sheldon e, se avessi avuto meno pazienza, probabilmente non gli avrei più dato ascolto.
"No. Purtroppo non so quanto peso" gli risposi successivamente io.
Sheldon, dopo aver tirato un piccolo sbuffo, si diresse verso il corridoio e mi ordinò di seguirlo. Cosa che io feci e poco dopo, ci ritrovammo in bagno. Mi fece segno di salire su una bilancia posizionata di fianco al water.
Io ci salì e poco dopo questa segnò 29,07 kg.
"Hai superato il tuo peso forma. Vedi, come ti ho detto prima, il tuo peso dovrebbe raggiungere al massimo i 28,92 kg, mentre tu hai superato i 29..."
Prima che continuasse a parlare, lo interruppi dicendo:
"Non mi sembra di essere grassa però"
"Non ho certo affermato che tu possiedi della massa grassa in eccesso. Semplicemente ti ho fatto notare che il tuo peso forma è stato leggermente superato. Adesso questo fattore può sembrarti una bazzecola, ma in futuro un chilo di troppo può fare la differenza. Ma può anche darsi che i grammi in più siano dovuti a degli scarti ancora insinuati nel tuo intestino. Per curiosità, ma da quanto tempo non vai in bagno?".
A quel punto, non seppi come rispondere. Dovete sapere che da piccolina ho sempre avuto problemi di stitichezza. Andavo in bagno molto raramente (dalle due alle tre volte al massimo alla settimana) e alle suore non ho mai fatto sapere nulla poiché altri bambini con il mio stesso problema mi avevano raccontato delle cose terribili che subivano costantemente in infermeria.
In realtà in quel momento non andavo in bagno da cinque giorni, ma per evitare questa tipologia di cure orribili, dissi una bugia in risposta alla domanda di Sheldon.
"Da due giorni"
"Questo significa che al momento il tuo intestino non è affatto regolare. Se il problema dovesse persistere, bisognerebbe ricorrere a metodi più estremi, come supposte, lassativi o clisteri, in modo tale da ripulire il colon e evitare un accumulo di feci che potrebbe portare a danni irreparabili all'intestino, non che a insopportabili e continui mal di pancia".
Alla sua spiegazione strabuzzai gli occhi per via dello spavento che Sheldon mi fece prendere. Le terribili cure che subivano alcuni miei compagni di orfanotrofio con il mio stesso identico problema erano proprio quelle che aveva indicato a lui. Motivo per il quale non ne avevo mai parlato con nessun adulto in vita mia.
"Ma al momento vediamo se una dieta a base di fibre possa effettivamente aiutare questo tuo problema" concluse lui alla fine.
Ci dirigemmo nuovamente in cucina e Sheldon, tornando dalle scatole di cereali, ne prese una e mentre aprì il frigo mi disse:
"Ti preparerò della crusca condita con del latte senza lattosio e con lo zero per cento di grassi saturi. Così perlomeno non mi devo neanche preoccupare di eventuali flatulenze nel caso fossi intollerante al lattosio.
Tu intanto va ad accomodarti sul divano, che tra cinque minuti sono da te."
Feci come mi era stato detto e mi sedetti sul lato sinistro del divano.
Sheldon arrivò dopo aver scaldato il latte nel microonde e dopo aver aggiunto i cereali nella tazza. Prima di darmi quest'ultima, però, mi fece notare una questione che a parer mio non aveva alcun senso:
"Sei seduta al mio posto".
Lo guardai in maniera stranita e facendo il segno delle spallucce gli chiesi:
"E quindi?"
"Non esiste alcun quindi. Lì mi siedo solo io. D’inverno quel posto è abbastanza vicino al calorifero da rimanere tiepido, ma non così vicino da causare sudorazione. D’estate è nel bel mezzo della brezza creata dalle finestre aperte là e là. È di fronte alla televisione secondo un angolo che non è così diretto da scoraggiare la conversazione, né così lontano da creare una distorsione della parallasse. Potrei andare avanti, ma credo di aver spiegato le mie ragioni."
(Credetemi che il suo pensiero su questo argomento fatico a comprenderlo anche tutt'oggi, nonostante siano passati anni).
Fissandolo in maniera ancora più stranita rispetto a pochi attimi prima e con il cervello totalmente in pappa, gli risposi dicendo:
"Ma tu in questo momento non stai occupando il divano. Non è che magari...."
"Forse non hai compreso la situazione ignorante di una labradoodle: spostati! Io non condivido il mio posto con nessuno. Siediti dall'altra parte del divano e mangia la tua colazione. Ah, e non preoccuparti di rimettere la tazza e il cucchiaio nel lavandino: preferisco farlo io appena posso. Adesso mangia e stai ferma. Non voglio più avere alcuna distrazione" e detto ciò, posò la mia colazione sul tavolino in vetro di fronte al divano e tornò seduto davanti al portatile.
Per via di ragionamenti alquanto malati che non riesco ancora a decifrare, fui costretta a sedermi dall'altra parte del divano. Non fu un grandissimo problema, ma capitemi bene che tutti questi suoi ragionamenti mi stavano pian piano mandando all'esasperazione.
Avrei solo dovuto abituarmici, probabilmente.
Ad ogni modo, presi la tazza e me la misi sulle gambe. Con il cucchiaio diedi il primo assaggio e... il tutto non sapeva di niente. Sembrava di bere dell'acqua calda con all'interno della poltiglia totalmente insapore. Se questa doveva essere la mia colazione per tutte le mattinate a venire, sicuramente l'avrei fatto notare prima o poi. Ma quello non era affatto il momento. Non solo perchè non volevo far innervosire ulteriormente Sheldon, ma l'importante alla fin fine era aver messo qualcosa sullo stomaco durante quella mattina.

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