Capitolo 4: Nuova casa e nuovi problemi

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Entrai con particolare entusiasmo all'interno dell'appartamento. E non mi ci volle molto per esporre la mia felicità mostrando un sorriso a trentadue denti: era molto più bello rispetto alle camerate dall'orfanotrofio!
Notai subito il soggiorno sulla sinistra e la cucina sulla destra. In fondo alla sala, vi era un gradino e, dopo aver superato quest'ultimo, si poteva percorrere un corridoio, il quale sicuramente conduceva alle altre camere di quel piccolo appartamento.
Oggetti affascinanti e a me sconosciuti si stanagliavano davanti ai miei occhi. Non nascondo il fatto che non vedevo l'ora di curiosare ogni singolo angolo e di studiare ogni singolo oggetto!
E il mio era un pensiero del tutto normale: la curiosità è un istinto tipico dei bambini, no?
Ad ogni modo, Leonard e Sheldon rimasero dietro di me e fu proprio il primo a proferire parola:
"Allora piccola, ti piace? "
Annuì freneticamente con la testa in risposta.
"Sono contento che ti piaccia. Adesso è meglio se ti porto in bagno e ti do una bella lavata. Poi, ti prometto che ti porterò subito a letto. Si vede lontano un miglio che i tuoi occhietti sono stanchi".
Sentendo quelle parole confortanti, andai verso Leonard, alzai le braccia e gli feci segno di prendermi in braccio. Segno che captò al volo poichè mi accontentò subito dopo.
Sarebbe stato tutto bellissimo, se non fosse stato per quel guastafeste di Sheldon.
"Bravo Leonard, complimenti. Inizia già da adesso ad accontentare ogni suo singolo capriccio. Così vediamo se imparerà a rispettarti in futuro! È tardi, sei stanco morto di tuo e la bambina ci ha già dimostrato di essere in grado di camminare da sola! Portarla in braccio fino in bagno mi sembra un gesto totalmente inutile e inopportuno!"
Il tono utilizzato da Sheldon mi fece paura. Talmente tanta che nascosi la testolina sopra la spalla di Leonard.
"Sta attento al tono Sheldon! L'hai spaventata! E poi, ti assicuro che per me non è affatto un disturbo o un fastidio tenerla in braccio per pochi minuti. Chiusa la parentesi su questo discorso, se non ti dispiace, sarebbe arrivato il momento di darle una pulita. Forza, vieni a darmi una mano. "
"Oh Leonard, credi davvero che adesso mi occuperò di una responsabilità che doveva essere soltanto tua? Non ci penso minimamente. Hai affermato più volte che te ne prenderai cura tu e così sarà. Io me ne starò felicemente fuori da questa storia."
"Guarda che se non mi dai una mano seduta stante, non ti accompagnerò in fumetteria per comprare l'ultimo numero di Flash. E tu conosci molto meglio di me la tua paura di guidare o di prendere mezzi pubblici!"
Sheldon sbuffò rumorosamente appena Leonard finì la frase.
Il discorso che ne venne dopo fu a parer mio uno dei più insensati che io abbia mai ascoltato in vita mia:
durante il tragitto dal salotto al bagno (che per fortuna fu assai breve), Sheldon continuava a dire a Leonard che odiava quest'ultimo e che non voleva assolutamente avere a che fare con me e Leonard continuava a dirgli che comunque un minimo di responsabilità doveva averne nei miei confronti, dato che avremmo vissuto assieme per un limitato periodo di tempo.
Ecco perchè secondo me non aveva alcun senso: se Sheldon voleva starmi lontano, perchè Leonard lo costringeva a badare un minimo a me?
Questo episodio mi ricordava molto quando le suore dell'orfanotrofio volevano costringermi a giocare con altri ragazzini, mentre io volevo stare da sola.
Perchè, mi chiedo io?
Ad ogni modo, sul discorso del bagno non ho molto da dire: era un semplice bagno piccolino, adatto per quel genere di appartamento. L'unico fattore curioso che trovai fu la tenda che copriva la vasca da bagno sulla sinistra; infatti su questa vi era disegnata la tavola periodica. All'epoca sapevo già cosa fosse poiché... poiché si.
Al momento non ho voglia di spiegare il perché. Lo sapevo e basta.
Attraversata la soglia della porta, Leonard mi posò delicatamente per terra.
Subito dopo, girò la testa verso Sheldon (il quale era rimasto indietro) e gli disse:
"Forza, cerchiamo di fare in fretta".
Quest'ultimo, in tutta risposta, gli rispose con tono particolarmente scocciato, non prima però di aver sbuffato pesantemente.
"Leonard, sappi che questa prima o poi me la paghi. Ad ogni modo, se qua ci vogliamo sbrigare, è meglio fare a modo mio".
Detto ciò, Sheldon avanzò verso di me, mi squadrò dall'alto verso il basso e incrociò le braccia al petto, in modo tale da sembrare autoritario.
Quello che mi ordinò subito dopo fu detto con un tono che non ammetteva repliche.
"Sottospecie di piccolo labradoodle, togliti immediatamente i vestiti che non abbiamo tutta la notte a disposizione per pensare a te e ai tuoi comodi!"
"Sheldon, è una bambina! Gentilmente cerca di mettere da parte l'arroganza e di essere più delicato."
"Ah, io sarei arrogante? Per tua informazione, il tono che ho utilizzato è lo stesso con cui i miei genitori mi hanno cresciuto fin da quando son nato!"
Non vi sto a dire cosa si dissero dopo. Avrei potuto soffermarmi su molte cose, per esempio sulla severità usata Sheldon nei miei confronti pochi attimi prima, oppure avrei potuto ascoltare e aspettare la fine della loro discussione, per vedere dove volessero andare a parare.
Ma in testa in quel momento avevo solo ed esclusivamente una curiosità. Infatti, poco dopo, chiesi ad alta voce:
"Scusate, labra-che?"
I due fermarono subito la loro litigata, si voltarono verso di me e Leonard addolcendo il suo tono di voce mi chiese:
"Cosa c'è cucciola?"
"Volevo sapere come mi aveva chiamata Sheldon. Labra..."
Prima che quest'ultimo proferisse parola, Leonard mi rispose dicendo:
"Lascia stare. Davvero, lascia perdere quel brontolone. Vuoi che ti dia una mano a svestirti?"
"Oh Leonard, sarà anche una labradoodle, ma non penso che sia stupida a tal punto da non sapere neanche togliersi i vestiti da sola".
Ascoltai l'intervento di Sheldon... Quello spilungone mi aveva appena dato della stupida? Sinceramente ci rimasi leggermente male. Ma non così tanto alla fin fine; affermai a me stessa di aver compreso male ciò che avevo sentito. Può capitare, no?
Leonard, sul punto di scoppiare definitivamente, girò lentamente il capo verso il compagno. A denti stretti e con la voglia evidente di volerlo strozzare sul posto gli disse:
"Ti ripeto che è solo una bambina! Dato che vuoi finire questo lavoro al più presto, piuttosto che stare lì fermo a piagnucolare ogni tre per due potresti aprire l'acqua della vasca, giusto per fare qualcosa di utile! E ti dirò di più Sheldon: ancora una parola e giuro sulla mia stessa vita che non ti porterò mai più in fumetteria!"
Oramai sconfitto e abbattuto, Sheldon obbedì subito dopo. Abbassò il tappo della vasca e aprì il rubinetto posizionandolo sulla temperatura tiepida, e tutto questo lo fece mentre era ancora fumante di rabbia. Detto ciò, si alzò in piedi e si posizionò sull'uscio della porta, per evitare altre discussioni con Leonard.
"Grazie per l'aiuto, ma sono in grado di svestirmi anche da sola" dissi io poco dopo.
Non provai imbarazzo mentre mi tolsi ogni singolo indumento davanti ai due ragazzi. In fondo, mi avevano già vista nuda chissà quante persone all'orfanotrofio (quando era l'ora del bagno, ovviamente). Ed essendo ancora una bimba innocente, non conoscevo ancora il sentimento della vergogna sotto questo lato.
Togliendo maglietta e pantaloni sgualciti, notai i graffi provocati dalla mia scappatoia attraverso la siepe. Questi si erano già chiusi e fortunatamente non si trattava di ferite troppo profonde. Purtroppo mi facevano ancora male, ma quello era tutt'altro paio di maniche.
Finito di spogliarmi, mi avvicinai alla vasca, scostai la tendina ed entrai.
Fu una bellissima sensazione sentire l'acqua tiepida inondarmi le gambe. Talmente bella che mi sedetti subito dopo per godermi quel piacevole tepore.
Leonard scostò totalmente la tendina per scoprire del tutto la vasca e mi sorrise per l'ennesima volta in quella serata.
Per quanto riguarda Sheldon, invece, rimase lì fermo ancora per qualche secondo, fino a quando non si congedò con una frase che sul momento me lo fece quasi odiare:
"Bene. Ora che la bambina intellettualmente sottosviluppata qui presente si trova finalmente dentro la vasca, direi che è arrivato il momento di congedarci e di ritirarci una volta per tutte nelle nostre camere da letto.
Oppure a parer tuo un infante non avrebbe abbastanza materia grigia neanche per riuscire a lavarsi per conto proprio?"
E questa sua ultima frase, eccome se l'avevo capita. Lui mi aveva preso sul serio per una deficiente. Ma gli avrei fatto vedere io stessa chi era realmente il sottosviluppato tra noi due.
Quella fu la prima volta che utilizzai una parolaccia contro qualcuno. Non ne avevo mai pronunciate in vita mia, ma ascoltando le discussioni tra suore e personale dell'orfanotrofio, sapevo il momento in cui tirarle fuori.
Non diedi neanche il tempo a Sheldon di girarsi e di fare un passo che prontamente gli urlai con tutta la voce che ebbi in corpo in quel momento:
"VAFFANCULO!"
Quest'ultimo, arrestò la sua idea di andare in camera e lentamente, girò la testa verso la mia direzione:
"Prego? Non ho sentito bene. Potresti ripetere ciò che hai detto, per favore?"
Nel mentre si avvicinò a me, mi resi conto della stronzata che avevo commesso e iniziai ad avere paura. Il cuore mi batteva a mille e indietreggiai il più possibile all'interno di quella piccola vasca da bagno.
Neanche le parole di Leonard riuscirono a fermarlo e ciò che successe dopo fu tutto così repentino che non riuscì neppure a realizzarlo: Sheldon mi agguantò il braccio destro con la mano sinistra e mi attirò a se facendomi stare col busto piegato, fuori dalla vasca e a pancia in giù. A quel punto mi tirò un rapido sculaccione con la mano destra, colpendo tutto il mio fondoschiena.
Mi ci vollero pochi secondi per capire ciò che fosse successo e l'intera situazione era talmente tanto pesante da sopportare che iniziai a piangere come una fontana.
Leonard, il quale non stette in disparte, appena comprese ciò che fosse evidentemente successo, diede un forte schiaffo sulla nuca di Sheldon, il quale mi lasciò andare e si girò prontamente verso di lui.
Iniziò la litigata e nel mentre, mi rannicchiai nella vasca, ancora scossa da tutto ciò che era appena capitato.
"Ma sei diventato scemo? Picchiare una bambina solo perché ha avuto la forza di difendersi dalle tue offese? Sheldon, sinceramente parlando, questo non me lo sarei mai aspettato da te..."
"Leonard, in primo luogo non l'ho picchiata, ma l'ho semplicemente sculacciata. Sono due cose ben diverse. La mia intenzione non era certo quella di farle del male, ma solo di farle capire che le parolacce non si pronunciano, specialmente contro le persone adulte. E mi disgusta alquanto sapere che una ragazzina così piccola conosca già determinate parole. In secondo luogo, mi ha mancato di rispetto e quindi ha dovuto pagare le conseguenze delle sue azioni. Come recita la terza legge della dinamica, ogni azione porta ad una reazione uguale o contraria e questo lo sai benissimo anche tu stesso. In terzo e ultimo luogo, mi pare che tutta questa scenata sia stata alquanto esagerata. Le ho solo tirato uno schiaffetto e neanche in maniera troppo rigorosa."
"Ma se sei stato tu ad attaccar briga per primo e a non averla rispettata!
E poi, era anche l'ora che arrivasse finalmente qualcuno che ti mandasse a quel paese per via del tuo continuo senso di superiorità e per via delle tue continue offese!"
"La mia intenzione non era certo quella. Io non offendo, dico semplicemente le cose come stanno. Supponiamo che lei abbia un quoziente di intelligenza nella norma o leggermente superiore rispetto al normale. In questo caso il suo quoziente di intelligenza vacillerebbe tra l'80 e il 90/95 al massimo. A differenza sua, noi possediamo un quoziente intellettivo pari a 187 nel mio caso e pari a 173 nel tuo. È palese che sia sottosviluppata a livello intellettivo in confronto a noi due."
"Si, va bene, ma non puoi sempre mostrare la tua superiorità alle altre persone e sminuirle solo perché possiedono un quoziente di intelligenza nella norma! Non è un gesto carino, sai?"
"No, non lo sapevo. E comunque, la bambina si è giocata una delle sue tre chance a disposizione. Bruciate tutte e tre ne dovrà pagare le conseguenze. Le regole valgono per lei così come valgono per tutti coloro che entrano abitualmente in questo appartamento!"
A quell'affermazione, Leonard ne rimase sbigottito.
"Ma non puoi applicare quelle stesse regole su di lei! È ancora troppo piccola! Cosa vorresti fare? Cacciarla dall'appartamento o obbligarla ad ascoltare una delle tue lezioni  sulla fisica teorica?"
"Non ho mai detto ciò. Sono consapevole che le regole e le conseguenze dovranno essere modificate in base alla sua età. Tranquillo Leonard, si tratta di un fattore che ho già preso in considerazione. Mica sono così sprovveduto."
Detto questo, Sheldon si diresse verso la porta del bagno e prima di oltrepassarla e andarsene ci disse un'ultima cosa:
"Adesso vado a dormire e guai a voi se osate entrare in camera mia!"
Si avviò poi verso la sua stanza e si chiuse dentro, sbattendo con prepotenza la porta.
Leonard rimase fermo per ancora qualche secondo e la tensione fu così intensa da poterla tagliare con un coltello.

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