Scontri.

1.7K 65 3
                                    


Sono seduta sul letto nella mia stanza, con una tisana fumante e mille pensieri per la testa. Davvero Charles aveva avuto il coraggio di sputarmi addosso tutte quelle cattiverie per nulla? Davvero ha pensato che io lo abbia sostituito con Lewis? Davvero si è fatto raggiungere dalla sua ragazza solo per farmi del male? Da quando aveva abbandonato il suo carattere tranquillo e la sua voglia di chiarire ogni situazione per rimpiazzarlo con l'impulsività?
Forse dovevo starmene davvero nascosta, rispondere affermativamente quando Mattia mi aveva chiesto se volevo lavorare in produzione per un po' prima di incontrare Charles, invece ho avuto così fretta di rivederlo per riallacciare i rapporti che al posto di aggiustare tutto abbiamo finito per rompere definitivamente.

Sono qui con Sebastian, che mi sta tenendo compagnia dopo avermi letteralmente raccolto dal pavimento del box. Abbiamo visto un film e ora siamo in chiacchiere.
"Io domani non vengo Seb"
"Oh no no no mia piccola francesina, tu vieni eccome perché ci servi e perché fai vedere la tuo amico che non ti fai abbattere per due parole buttate lì per nulla"
"Quindi hai sentito? E comunque non sono francese, stronzetto"
"Ero dietro la parete, stavo venendo a cercarti per chiederti se andavamo a cena e ho sentito... non volevo origliare"
"É tutto ok Seb, almeno non può dirmi di essermi inventata tutto"
Dopo quest'ultima conversazione gli dico che può tornare in camera sua a riposare, quindi mi saluta con un abbraccio e se ne va e io crollo a letto dopo poco, visto che sono distrutta fisicamente e psicologicamente da questa giornata. Sapevo che sarebbe stato difficile lavorare con Charles, ma non fino a questo punto.

📍Montmeló, Circuit de CatalunyaGiorno 3

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

📍Montmeló, Circuit de Catalunya
Giorno 3

Charles sapeva di essere stato cattivo, sapeva di aver sparato sentenze senza nemmeno conoscere la situazione. Aveva lavorato tanto per reprimere la sua impulsività, per non lasciarsi sopraffare dalla rabbia, ma da quando Sophie era tornata nella sua vita sembrava che tutto il lavoro fatto fosse stato gettato al vento.
Ieri lei era andata a congratularsi dolcemente e cosa aveva fatto lui? Un "grazie" detto di circostanza, e poi era corso tra le braccia di Giada dopo averle detto di raggiungerlo a Barcellona, nonostante fosse stato chiaro sulla loro storia la settimana precedente a Monaco. E non contento era tornato indietro, accolto dal sorriso della sua connazionale, investendola con quelle parole che si vergognava di aver pronunciato.
Si era accorto subito di aver fatto una cazzata, dopo aver visto lo sguardo che Sebastian gli aveva riservato avendo assistito alla scena ma soprattutto dopo essersi sentito dire dalla sua (ex?) ragazza "questa te la potevi risparmiare Charles."
Per questo motivo, invece di uscire a cena come aveva promesso all'italiana, era rimasto in camera da solo a rimuginare sui suoi crucci perché Giada lo aveva lasciato lì da solo a "far pace con il suo cervello".

La mattina dopo si era alzato presto come al solito, nonostante non toccasse a lui correre in pista, era andato a fare colazione nel bar dell'albergo sperando di trovare Sophie ma della ragazza non ne aveva visto nemmeno l'ombra e si era quasi convinto che questa avesse lasciato tutto per tornarsene a casa, lei sarebbe stato in grado di farlo.
Dopo aver mangiato era andato con un taxi in pista, in fondo il rumore delle auto da corsa gli aveva sempre fatto bene. Sia con la morte di Jules, sia con quella di suo padre non si era fermato dalle corse, per non morire un po' anche lui con loro.
Era arrivato però troppo presto, e i suoi avversari non erano ancora scesi in pista e lui ne aveva approfittato per andare a salutare i meccanici e gli ingegneri nel box rosso.

Era lì da un po' quando sentì una risata cristallina provenire dall'esterno, ed era sicuro che si trattasse della sua (ex?) amica, il suono delle sue risate lo avrebbe riconosciuto in mezzo a mille altre.
Ed era rimasto anche sorpreso di vederla lì, di solito anche lei come lui, tendeva a scappare da ciò che le faceva male. Invece era arrivata, ridendo per qualche cosa detta dal suo diretto avversario.
Lewis. Ormai era convinto che avrebbe finalmente avuto l'occasione di stare con Sophie. Aveva aspettato tanto quella ragazza ma, essendo lei più grande, non aveva mai dato peso a ciò che provava dicendo "é impossibile che stia a sentire uno più piccolo"
Aveva preso coraggio quella sera a Monaco, ne aveva preso forse un po' troppo e, se non fosse stato interrotto da Giada che lo chiamava per parlare, avrebbero probabilmente fatto sesso in macchina. Poi era scappata e lui non aveva avuto coraggio di chiamarla il giorno dopo, e proprio per quel motivo lei aveva trovato Lewis.
Già era quasi imbattibile e adesso doveva anche lottare con lui per Sophie.

La ragazza dopo un po' era entrata nel box, non prima di aver salutato l'inglese con un bacio sulla guancia, cosa che aveva causato una fitta allo stomaco di Charles.
La seconda fitta l'aveva provata poco dopo, quando aveva tentato di chiamarla per parlarle ma lei gli era passata davanti con indifferenza e poi era stato fermato con un durissimo "lasciala stare" pronunciato da Sebastian. Aver deluso il suo compagno di squadra, così legato a Sophie, era un'altra cosa di cui si vergognava. Lo conosceva da poco eppure era sempre stato un amico e un mentore per lui.
La ragazza poi era andata nella sua postazione e lui era rimasto in un angolo a fissarla, si vedeva quanta passione ci metteva nel suo lavoro e lui sapeva bene che tutto ciò era scaturito da una conversazione con suo padre. Già suo papà, se fosse stato qui sarebbe molto deluso dal suo comportamento, soprattutto perché Sophie era la sua protetta.

Dopo tanto tempo passato a fissare la ragazza, aveva deciso che sarebbe andato a parlare con Hamilton. Sapeva che lei non gli avrebbe rivolto la parola e Seb non gli avrebbe detto assolutamente nulla a riguardo quindi tanto valeva chiedere direttamente all'inglese.
Fortunatamente oggi i test toccavano a Valtteri e non a lui, ed era sicuro di trovarlo nel motorhome Mercedes, intento ad occuparsi di qualche causa ambientalista ed infatti così è stato.
Era entrato vestito di rosso in un posto completamente grigio, mandando a fanculo l'intento di non dare troppo nell'occhio e di sicuro i giornalisti ci avrebbero sguazzato per bene su tutto ciò, ma non gli importava, doveva farlo per lui e per Sophie.
"Ciao Lewis possiamo parlare per favore?" Aveva esordito, cercando di mantenere un tono neutro e non dimostrare la rabbia che provava nei suoi confronti.
"Ciao, andiamo dietro" gli aveva risposto l'inglese, senza mostrare troppo entusiasmo, sapendo perfettamente il motivo della visita del ferrarista.

"Senti, non so che cosa ci sia tra te e Sophie, ma non mi piace. E non voglio che sia solo una delle tante per te, non merita questo" gli aveva detto con tono duro, ottenendo solo un ghigno divertito da parte di Lewis.
"E da quando ti importa di lei sentiamo" aveva risposto l'altro
"Mi importa da sempre, e se non fosse stato per te adesso...." ma era stato interrotto bruscamente dal pilota vestito di grigio
"Piano con le accuse, la colpa é stata solo tua. Non ho dato io della 'vipera stronza' alla tua amata solo perché sei geloso... e poi chi ti dice che lei sia una delle tante, chissà magari é l'ultima..."
Lewis sapeva di aver lanciato un sasso in un vespaio con una frase del genere detta con il tono strafottente che lo contraddistingue, infatti il monegasco era scattato in avanti. Non aveva il diritto di parlare così, e soprattutto di credere che Sophie fosse già roba sua, nonostante sapesse di aver combinato una grande cazzata. Lewis però aveva fatto un passo indietro, guardandolo con disprezzo.
"Bada bene a ciò che dici, tu non sai niente di noi, di cosa abbiamo passato e di come siamo. Fatti da parte Hamilton." Aveva detto Charles, andandogli ancora una volta contro, e stavolta Lewis non era indietreggiato. Erano così vicini che avrebbe potuto quasi baciarlo.
"Sei un coglione Leclerc. Non ti prendo a botte perché la violenza fa schifo e tu sei un ragazzino viziato. Se avessi parlato con Sophie ieri sera invece di venire qui oggi a marcare il territorio dopo aver fatto una colossale stronzata, le cose sarebbero ben diverse." Ed era tornato nell'hospitality, superandolo con una spallata e lasciando Charles ancora più confuso di prima.

"Tu es vraiment un imbécile, Charles"
Il monegasco si era voltato di scatto, trovando Sophie vicino alla recinzione dietro di lui che stava andando verso l'angolo Ferrari. Aveva sentito tutto.
"Sophie aspetta, parliamo ti prego!" l'aveva fermata per un polso, prima che lei riuscisse a passare.
La ragazza si era liberata dalla sua presa all'istante rivolgendogli uno sguardo tagliente, come lei solo sapeva fare.

"Vaffanculo Charles, hai la tua Giada"
E se n'era andata via, lasciandolo lì in lacrime e rivoltandogli contro le parole che lui stesso aveva pronunciato a Sophie il giorno precedente.

Seulement rouge Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora