Curarsi.

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"Sophie! Dai apri!" dice Charles continuando a bussare alla porta della sua stanza.
"Vai via!" Gli dico cercando di non urlare per non allarmare mezza palazzina.
"Dai ti prego parliamone, hai frainteso!"
"Vattene!"

La giornata non è iniziata nel migliore dei modi per me, visto che mentre facevo colazione ho visto alcune foto (di nuovo) che forse non dovevo vedere.
In realtà non è nulla di così eclatante ma è una cosa che mi ha infastidito, soprattutto perché ero all'oscuro di quel dettaglio che mi ha ferita.

"Sophie ti prego! Non chiuderti cosi, non di nuovo..." il tono di Charles stavolta si è abbassato di parecchio, e sembra quasi che sia sul procinto di piangere, forse per paura di rivedere i fantasmi di un passato non troppo lontano.
"Per favore" dice un'ultima volta, mentre sento un rumore di sfregamento sulla porta, come se si fosse appoggiato con la schiena e abbassato nello stesso momento.
Lo so che non dovrei fare cosi, ma ogni volta devo essere sempre l'unica a soffrire? Penso che a volte debba capire che le azioni di qualsiasi tipo, anche quelle piu banali, hanno un peso.
Sospiro rumorosamente, incapace come al solito di vederlo o sentirlo stare male, così pian piano mi avvicino alla porta cercando di non far rumore per capire se è ancora li.

"È inutile che ti alzi in silenzio e appoggi l'orecchio alla porta per ascoltare, sono qua" mi dice, sorprendendomi e facendomi staccare di scatto dalla porta per essere stata colta in fallo. Un po' mi scappa da ridere per questa scena, ma non mi faró sentire da lui.
Mi riavvicino e mi siedo anche io con la schiena appoggiata alla porta come probabilmente è messo lui.
"Spiegami Charles" dico con tono fermo che non ammette repliche "e sii sincero"
"Sono uscito con Riccardo l'altro pomeriggio mentre tu eri impegnata in videocall e ti avevo avvisato gesticolando... siamo andati in quel baretto sulla scogliera hai presente no? Quello che ti dicevo..."
"Vai avanti" lo interrompo, mentre cerca di temporeggiare perdendosi in una marea di dettagli in questo momento insignificanti.
"Scusa... sono uscito con lui, poi verso sera è arrivata Marta ed era insieme ad alcune sue amiche, tra cui lei. Non sapevano che fossimo li e neanche noi. Si sono aggregate perché sembrava brutto rifiutare quando ci hanno chiesto... ho provato ad andarmene ma Ric ha insistito che non lo lasciassi solo con tutte ragazze"
Si interrompe e sospira, mentre sto elaborando se il racconto combacia con la storia che conosco io.
"Continua" lo esorto
"E poi hanno messo la musica sulla terrazza e ci siamo spostati li per l'aperitivo. Ho sempre cercato di tenermi distante da lei peró quando gli altri sono andati a ballare io sono rimasto seduto e dopo poco si è avvicinata."
"E?" Gli chiedo
"E niente, abbiamo parlato semplicemente visto che ero sparito senza dare nessuna spiegazione. Ho chiarito cosa fosse successo e ho specificato che adesso siamo felici... non lo so chi ha fatto quelle foto Amore, ma credimi eravamo vicini perchè la musica era altissima e non sentivo nulla! Puoi chiedere anche a Marta, ti dirà le stesse cose che ti ho detto io!"

Mi alzo dal pavimento che ormai iniziava a raffreddarmi il sedere, sblocco la serratura ed esco dalla porta mentre Charles si rialza in piedi.
"Ho già chiesto a Marta." Gli rivelo.
"E allora perchè hai fatto cosi..."
"Perchè tu mi hai mentito di nuovo" dico quasi bisbigliando "Lo so che non è successo nulla, Charlotte ha parlato con Marta e lei mi ha riferito. Ma dovevi essere te a dirmelo" continuo ferita, tenendo lo sguardo basso.
Charles mi si avvicina, fino quasi a toccarmi.
"Avevo paura della tua reazione.. ma hai ragione e sono un coglione"
"Già"
Charles mi alza il viso, sorprendendo i miei occhi leggermente lucidi, scuote la testa e poi mi abbraccia stretta
"Dio, quanto mi odio quando ti faccio stare così... che coglione"
L0 abbraccio anche io, passandogli le mani sulla schiena contratta. Con la testa appoggiata al suo petto sento i battiti accelerati del suo cuore. È teso e rigido ed è arrabbiato con se stesso, me ne accorgo subito quando è così.
"Rilassati Charles" gli dico accarezzandogli la nuca. Lo sento scuotere la testa quindi mi allontano leggermente da lui, che resta con la testa abbassata. Gli alzo il mento con la mano, scorgendo due occhi verdi più lucidi dei miei.
"Amore...." Gli dico passando i pollici sulle sue occhiaie pronunciate.
"Sono un cretino Sophie, ma ti amo davvero... non vorrei mai farti soffrire e invece ogni volta succede. E prima o poi tu ti stancherai di me e ne avresti tutte le ragioni perchè..."
Interrompo il suo monologo baciandolo con trasporto, portando le mie mani sulle sue guance mentre lui mi stringe i fianchi quasi facendomi male, ma capisco che è solo per non vedermi scappare.
"Non potrei mai e poi mai stancarmi di te, testina bacata! Ti amo troppo per lasciarti scappare. Ciò non toglie che se fai il cretino ancora tante volte faccio zac con la forbice li sotto!" Gli dico facendo una faccia da psicopatica.
Finge di spaventarsi prima di mettersi a ridere
"Rigo dritto amore, ci tengo a lui" risponde malizioso prima di prendermi in braccio e appoggiarmi sul letto dietro di noi per farmi il solletico che soffro terribilmente.
La battaglia però si trasforma in altro, quando prendo l'iniziativa e lo bacio di nuovo facendo scontrare le nostre lingue.

Seulement rouge Onde histórias criam vida. Descubra agora