Cos'ho fatto?

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Charles

"Cos'ho fatto!?"
È la frase che continuo a ripetermi da ieri sera, che continua a ronzarmi dentro la testa da tutta la notte. La frase che non mi ha fatto chiudere occhio e che mi ha fatto tirare calci a ogni cosa mi passasse sotto tiro, che fosse una sedia o un mobile.
Ho rovinato ogni cosa, di nuovo, come sempre. Ciò che tocco distruggo e adesso non ho nemmeno voglia di alzarmi da questo maledetto letto per andare nel posto che preferisco al mondo.
La sveglia però non è dello stesso parere e mi obbliga ad alzare il culo per prepararmi ad un'infinita giornata.

Lo specchio del bagno riflette le mie occhiaie violacee e gli occhi più gonfi e più scuri del solito, come se fossero un mare in tempesta. O forse anche loro sono in collera con me. Mi viene voglia di prendere a pugni questo oggetto che mi fa vedere quanto sono idiota, ma le mani mi servono ed è ciò che mi trattiene dal romperlo.
Egoista Charles ecco cosa sei, con tutto ciò che stai facendo e che hai combinato tu pensi solo a salvare le tue mani. Quando dovevi salvare la tua relazione però a cosa pensavi?
Scuoto la testa e apro l'acqua della doccia infilandomi dentro, sperando che si porti via con se anche questa malinconia, ed infatti un po' prendo coraggio: in fondo Sophie deve essere nello stesso luogo dove devo recarmi, sono ancora in tempo per salvare il salvabile, penso.
Ed è con questa ritrovata forza che velocemente faccio colazione ed esco con la macchina in direzione Maranello.

Guardo l'ora sul cruscotto dell'auto che sto guidando: le 10. Questo significa che è quasi ora del caffè di metà mattina per lei. Potrei manipolare Sebastian e portarglielo io, almeno avrò una scusa per parlarle.
Arrivo all'ingresso della sede e parcheggio l'auto, scendendo praticamente di corsa per arrivare in orario e fermare Seb con la merenda di Sophie. Saluto le ragazze all'ingresso prima di avviarmi verso l'ala dell'edificio riservata agli uffici degli ingegneri del reparto corse. Nel tragitto incontro qualche componente della mia squadra e qualcuno di quella di Seb, che mi lanciano strane occhiate, ma di sicuro sarà una mia impressione. Quando non dormo vedo cose che non esistono durante il giorno.
Cammino verso la sala comune per prendere il caffè e una merendina e mi preparo mentalmente a rivedere l'uragano Sophie che di sicuro tenterà in tutti i modi di mandarmi via. Non che abbia torto, dopo ciò che ho fatto e che ci siamo detti

Appena entro noto che stranamente ci sono pochissime persone sedute ai tavoli e tra queste, in un tavolino in disparte, c'è il mio compagno di scuderia, ed è a lui che mi avvicino cercando di nascondere il mio malumore.
"Ciao Seb!" Gli dico, ma ciò che ricevo è un'occhiata disgustata e potrei giurare di aver visto degli occhi lucidi.
"Va via Charles non posso permettermi di prenderti a pugni qui, ma credimi lo vorrei tanto".
Mi si gela il sangue, ha già parlato con Sophie! Eppure dovevamo incontrarci con gli altri più tardi è strano che sia arrivato così presto questa mattina.
"Sebastian non so cosa ti abbia detto, ma sono qui per chiarire con lei" gli rispondo tranquillo.
"Non ha detto niente Charles. Davvero sparisci dalla mia vista" prosegue con tono estremamente duro, che non pensavo potesse uscire dalla sua bocca.
"Senti, posso portarle io la colazione?" Chiedo ancora, rischiando davvero di prendermi delle botte. Lui fa un sorriso amaro prima di voltarsi verso di me.
"Sophie non c'è" dice
"Seb so che è la tua migliore amica, ma ho davvero bisogno di parlarle quindi..." non riesco a finire la frase che il tedesco si alza e si avvicina pericolosamente a me
"Te lo ripeto Charles, Sophie non c'è, se n'è andata"
"Cosa stai dicendo Sebastian? È adulta deciderà lei se mandarmi via o meno" gli rispondo piccato: non puó di certo impedirmi di vedere la mia ragazza!
A questo punto mi prende per il braccio trascinandomi fino all'ufficio di Sophie, che ha la porta chiusa.
"Prego, accomodati" mi dice Seb.

Apro la porta titubante, preparandomi già alla reazione di Sophie appena mi vedrà, ma quando mi affaccio all'ufficio lo trovo vuoto. Ma vuoto davvero, mancano i milioni di fogli sparsi sulla sua scrivania e per terra, manca il suo computer, mancano le cornici con le foto che aveva messo qua e la. Rimangono solo dei pezzi di vetro a terra e il rumore del pc acceso di Eva nella scrivania opposta a quella di Sophie.
Sento le lacrime che mi pungono gli occhi ma non piangerò qui, non davanti a tutti. Stringo i pugni fino a conficcarmi le unghie nei palmi delle mani mentre resto in silenzio a fissare quella postazione ormai vuota.
"Adesso mi credi?" Mi chiede Sebastian da dietro le mie spalle. Il suo tono si è addolcito rispetto a prima, è quasi compassionevole.
"Cos'ho fatto!" Pronuncio di nuovo, prima di sentire la mano del mio compagno appoggiarsi sulla mia spalla.
"Vieni, abbiamo ancora un po' di tempo. Aiutami a capire cos'è successo" mi dice, mentre fa forza sulla mia schiena per spingermi verso la sala dov'eravamo prima. Sento le gambe di gelatina e mi muovo senza rendermene conto
Cos'ho fatto?

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