Abbracci.

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Tornare a casa accoccolata a Charles è stato bello. Ho sentito di nuovo quel calore di cui avevo bisogno, e non parlo solo di caldo esterno ma soprattutto dentro.
Mi sono lasciata stringere per tutta la pedonale fino ad arrivare a casa, ma una volta saliti in ascensore ci siamo staccati e siamo tornati ad essere estranei.
Charles apre la porta del suo appartamento e mi fa entrare. Vado subito a prendere una felpa dal suo armadio come se fossi a casa mia.
Lo vedo sorridere e nello stesso istante sbuffare quando torno di la con la felpa gialla addosso. È la sua preferita e difficilmente me la lascia, ma credo che stavolta farà un eccezione. Mi stringo nel tessuto che profuma di lui e mi siedo sulla sedia del salotto mentre lui mette i filtri di tisana in due tazze.
Non fa freddo, siamo a luglio. Ma il vento ha abbassato leggermente le temperature e io e Charles siamo due freddolosi.

Quando mi arriva al naso il profumo della tisana mi trovo in un deja-vu della notte di ormai parecchi mesi fa nella sua casa di Modena. Le circostanze non erano tanto diverse ma nemmeno così gravi.
"Senti.." diciamo assieme "prima tu" continuiamo ancora nello stesso momento. Ci fa sorridere
"Inizia tu Sophie"
"Non ho molto da dire Charles. Ma mi hai ferita, tanto." Lo vedo abbassare gli occhi dispiaciuto. "Ti ho pensato sai in questi mesi, non volevo farlo ma non ci riuscivo. E quando la nostalgia era troppo forte ti guardavo in tv, o su instagram... sai Charles ciò che più mi ha fatto male...." sono costretta a fermarmi un attimo perchè mi si incrina la voce e non voglio piangere ancora. Mi porto le dita sugli occhi per trattenere le lacrime che minacciano di scendere mentre lui mi guarda tristemente.
"Dicevo.. ciò che mi ha fatto più male è che tu mi hai dato dell'approfittatrice, mi hai detto che cercavo notorietà e che volevo farmi vedere assieme a te solo per fama... poi però non hai avuto problemi a farlo con una persona che probabilmente cercava visibilità davvero..." parlo calma, non credo di non avere neanche le forze di litigare ancora. Charles non risponde subito, resta con gli occhi bassi e sospira rumorosamente.
"Ho sbagliato, sono stato un cretino e ho rovinato tutto. Ho rovinato te, nonostante sapessi quanto tu sia fragile." Inizia a parlare tenendo gli occhi fissi sul tavolo, per poi alzarli. E non posso non notare le iridi verdi lucide. "Ma non ho mai pensato quello che ho detto di te. Sophie se potessi tornare indietro..." lo interrompo prima che finisca la frase.
"Non si può Charles!" Sbotto alzando la voce. "Non si può.." dico di nuovo, stavolta bisbigliando.
"Lo so..."
"Sai cosa mi fa incazzare? Una volta qualcuno mi ha detto che dopo avermi ritrovata non mi avrebbe fatto andare via di nuovo. Invece lo ha fatto" sorrido scuotendo la testa "io ci credevo Charles. Credevo in noi ma ho sbagliato!"
"No! Non dire così. Sophie possiamo ricominciare!" Ribatte convinto.
"Come puoi pensare una cosa così..." mi alzo da tavola "Se per favore mi dai le mie cose torno a casa" dico tranquilla.
Annuisce e si alza anche lui, andando verso la stanza adibita a lavanderia per prendere i miei vestiti. Lascio scappare due lacrime velocemente, prima che torni da me.

"Tieni, li ho messi qui ma sono da lavare..." mi dice porgendomi una bustina con le cose di ieri sera. Ringrazio e mi avvio verso la porta, prima di sentirmi prendere per mano. Sussulto leggermente prima di voltarmi verso di lui.
"Concedimi un abbraccio"
Annuisco mentre lui mi avvolge nelle sue braccia. Lascio cadere la borsa per terra e lo stringo forte, beandomi del suo profumo. Sento piano piano le forze che mi abbandonano, mi lascio andare in un pianto mentre mi abbasso sul pavimento seguita da Charles che non mi molla un attimo.
"Shh, ci sono io. Sfogati quanto vuoi, amore mio"
Quando sento le sue parole piango ancora più forte, sussurrando "non è giusto" più volte.
Non so quanto tempo rimaniamo così, seduti per terra ma so che Charles si stacca da me solo quando il mio telefono inizia a squillare. Lo prende dalla tasca dei miei pantaloni e risponde dopo aver guardato il mittente
"Yvonne sono Charles" "È con me non preoccupatevi" "tranquilli, lo farò" sono le frasi che dice a mia mamma, prima di chiudere la chiamata.
"Era tua mamma Sophie, erano preoccupati.."
Annuisco mentre a fatica provo ad alzarmi. Charles mi ferma e mi prende agilmente in braccio prima di avviarsi sul divano.
"Rimani qua stasera Sophie. Permettimi di prendermi cura di te" dice accarezzandomi il viso.
"No" ribatto prontamente "Non posso restare perchè domani sarà più faticoso andarmene"
"Non farlo allora! Rimani qua"
Scuoto la testa sconsolata, con la voglia di dire si ma la consapevolezza di non poterlo fare, almeno per il momento.
Mi alzo da quel divano e mi stacco da Charles, abbandonando il calore che mi aveva trasmesso fino a questo momento. Faccio per tirare giù la zip della sua felpa per ridargliela ma mi blocca la mano.
"Tienila te" mi dice
"Ma è quella che preferisci"
"Così sai che devo passare a prendermela"
Ridacchiamo entrambi, certi che non passerà tanto tempo prima di rivedersi.

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