Ho bisogno di te.

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📍Maranello

Sono a Maranello perché ieri mi ha chiamata Mattia dicendo che avevano urgentemente bisogno di me in vista del mondiale cosi dopo 3 ore di treno e 10 minuti di autobus  sono arrivata direttamente in fabbrica. Vorrei morire, io odio spostarmi con la febbre, mi sembra di svenire ad ogni passo.
Passo il badge in entrata e mi avvio verso il mio ufficio, ben coperta per evitare di ammalarmi maggiormente e soprattutto di passare la febbre a metà Ferrari.
Appena entro si capisce subito che sono stata lontana da qui per un po' d tempo, troppo ordinata per essere la mia scrivania!

"Sophie, tesoro ciao!"  Eva mi accoglie, come sempre dolcissima
"Ciao Evina, mi sei mancata troppissimo! Soprattutto alla presentazione" la mia assistente ride, sapendo quanto odio partecipare agli eventi, soprattutto da sola
"Mi sei mancata anche tu Sof! Ma mi sa che mi devi raccontare qualcosa..."
"Chi io? No non credo, almeno niente di rilevante"
"Ah si? Strano.. perché degli occhi verdi non fanno altro che parlare di te a tutti..."
A questa frase inizio a tossire, e non per l'influenza!
"Ehm... seh... senti dov'è Mattia?"
"Cambia discorso Sophie, ma non finisce cosi! È giu al simulatore ti aspettava!"

Sono le 18, i ragazzi hanno appena finito i loro virtual test e io sto raccogliendo gli ultimi dati sul tablet per poi inviarli a Mattia

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Sono le 18, i ragazzi hanno appena finito i loro virtual test e io sto raccogliendo gli ultimi dati sul tablet per poi inviarli a Mattia.
Seb mi dice che stasera tornerà in Germania dai suoi genitori e rientrerà lunedì e, siccome va dritto all'aeroporto mi chiede se riesco a trovare un passaggio.
Ovviamente dovrò prendere i mezzi pubblici, cosa che odio, ma gli dico di si e di non preoccuparsi.
"Oppure posso dirlo a Charles" e non faccio in tempo a dirgli di no che gli sta già chiedendo
"Non ci sono problemi, Sophie. Anzi puoi anche dormire a casa mia cosi non resti da sola" mi dice l'altro e Seb, da dietro le spalle del suo compagno inizia a farmi gesti per dirmi di acconsentire
"Non so, non vorrei disturbare.."
"Non mi disturbi lo sai, e poi stai anche poco bene almeno ti posso aiutare con la cena!"
"Va bene, almeno Sebastian la smetterà di farti i gesti da dietro le spalle"
A questo punto Charles si gira verso un Seb visibilmente imbarazzato e gli tira un pugnetto sul braccio.
"Vabbè io vado piccioncini, ci vediamo lunedì"
"Vaffanculo Seb" gli diciamo in coro io e Charles.

Ci avviamo verso l'ascensore per tornare a casa quando mi ricordo che devo andare in ufficio da Mattia
"Charles scusami ma devo passare da grande capo, aspettami nella hall"
"Va bene, ti aspetto la"
Arrivo davanti alla porta di Mattia e busso
"Vieni Sophie"
Entro e vado a sedermi di fronte a lui, che sta smanettando al pc
"Cosa dovevi dirmi?" Gli chiedo, ma lui non mi parla subito e inizia a stampare qualcosa. Mi sale l'ansia di aver fatto qualcosa di male e inizio a pensare a cosa posso aver combinato.
Subito dopo Mattia mi porge i fogli che ha stampato e inizia a parlarmi
"Non preoccuparti togli quella faccia da funerale. Sono dei moduli per la privacy dell'azienda" mi dice lui
"Ma io li ho già firmati quando sono stata assunta" gli rispondo, non capendo.
"Si ma questi sono degli altri... Sophie per noi non è un problema se frequenti Lewis ma essendoci un conflitto di interessi dobbiamo tutelarci" mi dice lui sempre con la sua solita calma, mentre io inizio ad agitarmi
"Ma io non frequento Lewis, siamo amici come lo sono con gli altri! Chi ti ha detto che lo frequento?" Gli faccio questa domanda, pensando subito al peggio
"Beh nessuno.. solo abbiamo visto..."
"Mattia chi ti ha detto cosi?" Gli chiedo per la seconda volta, abbastanza alterata e alla sua non risposta capisco che è stato Charles. "Ok non ho nessun problema a firmare, tieni" faccio due scarabocchi su quelle cose e poi mi alzo come una furia
"Ci vediamo lunedì" gli rivolgo un sorriso di circostanza, anche perché lui non ha colpe e mi avvio verso  l'uscita

Quando Charles mi vede arrivare saluta tutti, si alza verso di me e mi prende sottobraccio e io, per evitare di fare scenate davanti a tutti, resto lì ma senza lasciarmi andare, anzi rimango piuttosto rigida. Saluto anche io i ragazzi e le ragazze ci avviamo verso fuori.
"La macchina è di la" mi dice lui, timoroso perchè ha visto che qualcosa non va e io di colpo mi stacco da lui.
"MA CHE CAZZO TI DICE IL CERVELLO CHARLES? MA COME TI VIENE IN MENTE DICO IO, ANDARE A DIRE A MATTIA CHE FREQUENTO HAMILTON. CIOÈ MA DAVVERO FAI?" Gli urlo dietro, quando siamo abbastanza lontani dagli altri. Lui abbassa gli occhi e capisco che la mia intuizione era vera.
"Io non ho parole Charles, non so se ti diverti a rovinarmi o cosa ma non ho davvero parole... torno da sola grazie lo stesso" gli dico stavolta con più calma e con le lacrime che mi pizzicano gli angoli degli occhi. Faccio per superarlo e avviarmi verso la fermata dell'autobus quando lui mi prende la mano e mi ferma.
"Aspetta.... gliel'ho detto a Barcellona, dopo la sfuriata ai box, ero incazzato e non so cosa mi sia preso.. ma appena sono rientrato a Monaco l'ho chiamato per dire che non era vero... pensavo di aver sistemato le cose.."
Me lo dice con la voce rotta e quasi mi dispiaccio di avergli urlato dietro prima, ma ciò non toglie che io sia arrabbiata a morte con lui
"Già, hai sistemato cosi bene che mi hanno fatto firmare dei fogli per evitare il 'conflitto di interessi'. Non mi sono mai vergognata tanto in vita mia"
"Ti chiedo scusa Sof, ho sbagliato. Ed ho sbagliato a non parlartene ma ero e sono stanco di litigare con te, mi mancano davvero i momenti insieme voglio rimediare. Voglio passare del tempo con insieme. Vieni a casa con me ti prego"
Come al solito non riesco a stare arrabbiata e acconsento ad andare a casa con lui, saliamo in macchina e si avvia verso casa sua che, per la cronaca, non so neanche dove sia.

 Vieni a casa con me ti prego" Come al solito non riesco a stare arrabbiata e acconsento ad andare a casa con lui, saliamo in macchina e si avvia verso casa sua che, per la cronaca, non so neanche dove sia

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"Charles stai incendiando la cucina!!"
Si esatto, è una schiappa a cucinare e quelle povere bistecche sono, non so come, carbonizzate.
"Che cazzo... ti va una pizza Sof?" Mi chiede come se non avesse appena rischiato di bruciare mezzo appartamento, e la cosa mi fa ridere tantissimo
"La tua nonchalance mi stupisce ogni volta, si mi va una pizza!"

Mezz'ora dopo stiamo cenando sul divano con la pizza sulle gambe, mentre parliamo del più e del meno.
"Ho lasciato Giada" mi dice sempre con la solita tranquillità come se mi avesse appena detto di aver bevuto dell'acqua, mentre a me va di traverso la birra che stavo bevendo, e mi esce anche dal naso.
Dopo aver evitato il soffocamento e aver subito le sue prese in giro per aver perso birra dal naso, continuiamo il discorso.
"Perché vi siete lasciati?"
"Non stavamo più bene.. a dire la verità Sophie, l'avevo lasciata prima di Barcellona ma poi..."
"Si ok lasciamo stare quell'episodio! Comunque mi dispiace, se hai bisogno di parlarne.."
"No non ho bisogno di parlarne, però ho bisogno di te nella mia vita"
"Ma io ci son.."
"No Sophie, ho bisogno di te nella mia vita per davvero..."
Il mio cuore fa le capriole e potrei giurare di vederlo battere anche sotto strati di vestiti e coperte. Charles invece si guarda la mani, imbarazzato.
"Charles.. io.. tu... Aaaaah non riesco neanche a fare una frase di senso compiuto.. facciamo che ne riparliamo"  non so perché gli sto dicendo queste cose, lo sto aspettando da una vita e adesso mi tiro indietro, come se avessi paura. Abbasso lo sguardo, per paura di perdermi negli smeraldi di Charles ma lui non ci sta e mi alza la testa per incrociare il mio sguardo
"Io invece dico che facciamo cosi...."

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