31. Under the light of the darkness

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-TAEHYUNG-

Il fuoco non aveva mai bruciato così tanto sulla sua pelle.

Non aveva mai provato un tale dolore, un tale calore insopportabile e asfissiante.

Non aveva mai creduto di poter soffrire a tal punto da convincersi di poterne morire.

Eppure la sua pelle bruciava, la sua gola bruciava, ogni parte del suo corpo stava bruciando, e le urla che gli graffiavano la laringe come lame di affilati pugnali continuavano ad attutire qualsiasi suono che non fosse il nome di Jungkook che ancora lasciava le sue labbra.

Il dolore delle bruciature e della ferita al petto che pulsava e sanguinava non cessò neanche quando il fuoco abbandonò il suo corpo, dandogli solo pochi attimi di sollievo quando l'aria calda gli colpì la pelle sensibile e martoriata. Venne investito da un putrido odore di marcio, morte e decomposizione che lo costrinse a cadere a terra e a piegarsi su sé stesso gemendo per il tanfo, sentendo sotto le ginocchia viscidi ed appuntiti movimenti che tentavano di avvolgergli le gambe e salire sul suo corpo. Si scrollò di dosso quelle creature tra gli ansimi di dolore, sbattendo furiosamente le palpebre umide di lacrime e sentendo un acuto senso di panico impadronirsi di lui quando si accorse che non vi era alcuna differenza tra il tenere gli occhi aperti ed il tenerli chiusi. In entrambi i casi, tutto ciò che riusciva a scorgere era un buio così profondo che, per un lungo istante, ebbe l'impressione di essere in bilico sul ciglio di un'immensa voragine che avrebbe potuto attirarlo al suo interno senza il minimo rumore.

Posò fermamente le mani a terra, cercando di respirare lentamente nonostante il calore di quell'atmosfera fosse quasi insopportabile mentre deglutiva, e lasciò che stille di sudore ricadessero sulle sue palpebre socchiuse pur di alleviare quella sensazione rovente sulla pelle. La schiena faceva male, le ossa delle ali ricadevano pesantemente sopra gli squarci insanguinati dai quali pendevano senza alcuna volontà; ogni sforzo di Taehyung per muoverle e fare in modo che non si appoggiassero contro le ferite aperte fu completamente inutile, e cominciò ad innervosirsi più di quanto non lo fosse già quando arti e tentacoli viscidi cominciarono ad arrampicarsi sullo scheletro inerte delle sue ali. 

Taehyung grugnì e si alzò in piedi con uno slancio che le sue energie quasi non riuscirono a reggere, riuscendo ad incanalare nei palmi delle proprie mani la poca magia che riuscì a percepire all'interno del proprio corpo e rilasciandola nello spazio attorno a lui con un brusco movimento delle braccia, disegnando per un mero attimo una cupola simile a quella che proteggeva l'accampamento dello stregone Hoseok, ma che sembrò allontanare - almeno momentaneamente - le creature che si stavano arrampicando su di lui. In quell'istante di luce, fugace come le forze che lo stavano già abbandonando, Taehyung riuscì a scorgere il terreno roccioso, le pareti spoglie, alte e fredde della casa che aveva bramato di rivedere per settimane, i fuochi blu e rossi che avvolgevano in lontananza le anime che urlavano ed imploravano pietà e morte, le fiammate ed il rumore del loro incessante crepitio che illuminavano le lontane figure della gerarchia più alta dei demoni mentre ridevano di fronte al dolore di quelli che, una volta, venivano considerati umani. Poco prima che tutto tornasse nel buio quasi totale, Taehyung riuscì a formulare il pensiero quasi coerente che sì, tutto era familiare ed identico a come lo ricordava, pur non essendo rientrato nella zona degli Inferi in cui era solito vivere ed operare, ma c'era qualcosa che risultava estremamente fuori posto nell'immagine che gli si era appena presentata davanti agli occhi.

Lo spazio attorno a lui era gremito di demoni. Non solo infime creature demoniache che si nutrivano degli avanzi e delle carcasse che i più rispettabili lasciavano incustoditi, ma demoni grossi, alti e deformi provenienti da diverse classi gerarchiche, che lo scrutavano con occhi fissi, neri e lucidi; immobili e sibilanti, le mandibole che scattavano, i gorgoglii delle gole profonde che rimbombavano nelle pareti vuote, unendosi all'infernale coro di urla, gemiti, sospiri e sussurri maliziosi che arrivavano fino alle orecchie di Taehyung con la stessa violenza di un grido a neanche una spanna dal suo volto. Non era normale, quei demoni avevano abbandonato le loro case, i loro compiti eterni, per radunarsi attorno a lui e fissarlo come la più peccatrice ed infima delle anime, come se stessero decidendo chi avrebbe avuto il piacere di occuparsi di lui.

Dark Wings - TAEKOOKWhere stories live. Discover now