16. As long as I am with you

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-JUNGKOOK-

La folla scorreva per le strade come l'acqua sul letto di un fiume, fermandosi sulle soglie delle case a parlare fugacemente con i vicini e creando un alto e costante mormorio simile al frastuono di un alveare. Le abitazioni che costeggiavano la strada entro i confini delle mura di Busan erano sovrastate dal profilo netto e scuro del castello fatto costruire dai primi sovrani della dinastia Jeon, che si stagliava su un cielo terso e senza nuvole.

Nonostante la giornata soleggiata, Jungkook era costretto sotto al pesante tessuto del mantello di V che lo riparava in parte dall'aria gelida che gli sferzava la pelle delle guance sotto il cappuccio, impedendogli però di poter guardare apertamente in volto il demone che gli camminava poco distante e sentendo solo la sua risata mal trattenuta attutita dal vociare attorno a loro.

"Perché ridi?" chiese il principe, scansando una donna che stava per travolgerlo con un carretto pieno di stoffe arrotolate le une sulle altre.

Sentì il demone sospirare divertito "Voi umani non esprimete il vostro divertimento attraverso le risate?"

Jungkook sbuffò, facendogli un discreto cenno con la mano per fargli imboccare una via secondaria "Non mi sembrava una domanda così esilarante."

Il vicolo in cui si erano riparati era quasi completamente deserto. Le persone che vi passavano erano poche e apparentemente poco raccomandabili, ma Jungkook era sicuro che, se avessero saputo la vera identità del ragazzo che si soffermavano a guardare con sguardi maliziosamente viscidi, nessuno di loro avrebbe osato rivolgere tali indiscrete attenzioni a qualcuno che avrebbe potuto spedirli all'altro mondo con il semplice schioccare delle dita.

Si fermò dopo aver superato l'ultima casa della via, volgendo le spalle alle mura della città e controllando di aver preso la strada giusta. Si girò verso il demone e si sentì immensamente grato del fatto che non potesse scorgere l'intenso sguardo che Jungkook non era riuscito a trattenere. Dopo il cibo che il demone aveva mangiato, la pelle di V aveva assunto una lieve sfumatura dorata che Jungkook non riusciva a smettere di ammirare sotto ogni nuova luce, ombra e sfaccettatura; era ancora abbastanza debole, ma non c'era confronto tra il moribondo della mattina prima e l'aitante ragazzo che faceva voltare quasi ogni persona per le strade del paese. Era stato tentato di rubare un mantello per nascondere anche il suo volto, timoroso che tutta quella attenzione avrebbe potuto mandare all'aria il loro piano di salvataggio. Ma non aveva proferito parola di questo con V, avrebbe frainteso le sue intenzioni e decisamente non voleva passare per zelante o, addirittura, geloso.

Non c'era niente per cui essere gelosi. Non era niente per lui. Non erano niente per entrambi. Sarebbero rimasti insieme per il tempo necessario a trovare Jimin, scoprire dove si trovava Hoseok e poi ognuno avrebbe preso la propria strada. V se ne sarebbe tornato negli Inferi e lui e Jimin sarebbero fuggiti da qualche parte, cercando di dimenticare qualsiasi cosa che fosse avvenuta per il bene della sua sanità mentale.

Nel frattempo, però, si sarebbe goduto la vista.

"Di solito le domande che mi vengono poste riguardano la mia dieta. Hanno tutti il dovuto e giustificato terrore che io possa cibarmi di loro."

Jungkook emise una bassa risata, alzando un sopracciglio ed inclinando la testa all'indietro per osservare il demone in volto "Oh, perdonami se non riesco ad essere terrorizzato da un demone che mangia del riso con la stessa foga di un bambino che è stato mandato a letto senza cena."

V schioccò la lingua con fare contrariato, rivolgendogli uno sguardo bieco assottigliando le palpebre "Sei proprio un ragazzino impertinente. Parlare in questo modo a me, potrei incenerirti senza muovere un solo muscolo."

Dark Wings - TAEKOOKWhere stories live. Discover now