12. No light, there's no light

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-TAEHYUNG-

"Per quanto hai intenzione di rimanere qui, esattamente?"

Jungkook alzò lo sguardo su di lui, osservandolo da dietro le fiamme con un'aria leggermente sorpresa. Lo vide finire di masticare e gettare la lisca di pesce nel fuoco, passandosi poi una mano sopra la bocca prima di schiarirsi la gola.

"Per quanto sarà necessario."

Taehyung assottigliò lo sguardo rimanendo in silenzio, inclinando la testa e stringendo nei pugni la stoffa dei pantaloni. Jungkook aveva degli atteggiamenti così contrastanti che Taehyung non sapeva se definirlo incostante o semplicemente cocciuto, anche se non avrebbe escluso né l'una né l'altra in entrambi i casi. 

Quando il principe posava gli occhi su di lui, aveva sempre l'impressione che Jungkook temesse che lo avrebbe assalito all'improvviso, come se non avesse potuto fidarsi di ciò che avrebbe detto e di ciò che avrebbe fatto. E a Taehyung non dispiaceva quel suo comportamento, adorava quando gli umani si sentivano in soggezione, amava la sensazione di potere che ciò gli infondeva in tutto il corpo migliorandogli l'umore; ma, il fatto che ci fossero veramente poche probabilità che quello fosse un semplice essere umano e che solo quella mattina aveva dimostrato un'intraprendenza che poco assecondavano il suo attuale atteggiamento, Taehyung non poteva far altro che domandarsi cosa passasse realmente per la mente del ragazzo.

"E per quanto sarà necessario?" continuò lui, alzando un sopracciglio davanti all'espressione infastidita di Jungkook.

"Non possiamo tornare indietro subito, te l'ho già detto-"

"Per quanto tu possa saperne tuo padre potrebbe essere dietro quell'albero a spiarti, ragazzino." lo interruppe, il sopracciglio ancora alzato ed un'espressione apparentemente annoiata in volto "Che noi partiamo adesso, domani o tra due giorni, non cambierà assolutamente nulla. Tanto vale arrivare subito al villaggio e trovare quello stregone; se ti trovano lì andrai incontro alla stessa sorte che ti aspetta nel caso in cui le guardie arrivino fino a questa baracca."

Jungkook voltò il viso verso il bosco, socchiudendo la bocca e spingendo la lingua contro la guancia mentre stringeva le mani tra di loro, i gomiti appoggiati sopra le ginocchia piegate davanti a lui. Le fiamme si riflettevano nei suoi occhi scuri, rendendo ancora più combattive le iridi già intrise di fastidio del ragazzo; aveva annodato i lacci della camicia bianca sopra le clavicole, ma Taehyung riusciva ad intravedere il suo petto percorso dai brividi nonostante il calore del fuoco. 

Era una notte fredda, sentiva l'aria gelida sferzare sulla sua schiena ed infiltrarsi attraverso gli squarci sulla stoffa creati dalle sue ali, che aveva ritratto con uno sforzo che gli aveva prosciugato quasi ogni energia che gli era rimasta. Durante l'arco dell'intera giornata, Taehyung aveva tentato di comportarsi come se ogni movimento non gli dolesse fino alle ossa, come se atteggiarsi da demone completamente in possesso del proprio senno - quale non era - avrebbe migliorato la sua situazione fisica e mentale; doveva mentire a sé stesso e convincersi che quello stato fosse solamente una cosa passeggera, perché pensare il contrario lo avrebbe portato solamente a dare in escandescenza senza riuscire a capire come comportarsi in maniera quanto più normale nel frattempo. 

E Jungkook non doveva capire quanto di quello non fosse normale. 

Ma aveva compreso che il principe non fosse un ragazzo stupido, per sua sfortuna.

Jungkook posò nuovamente lo sguardo su di lui, e per un attimo tutto ciò su cui Taehyung riuscì a concentrarsi fu il viso del ragazzo illuminato dalla calda luce delle fiamme, i capelli scuri che gli incorniciavano il viso in due morbide onde e la punta della sua lingua a rendere lucide le labbra piccole e piene. Ritrarsi dal loro contatto, quella mattina, era stato quanto di più difficile e contro natura avesse fatto da quando aveva memoria; aveva lottato contro i propri istinti, reprimendoli dentro di sé e lasciando vincere la paura di ciò che tutto quello avrebbe comportato - di cosa avrebbe comportato lasciarsi sopraffare da quell'impulso che faticava a controllare.

Dark Wings - TAEKOOKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora