8. Bloodsick

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-TAEHYUNG-

C'era troppa luce.

Era quel periodo del giorno in cui gli umani erano soliti consumare il loro primo pasto, ed il sole - una palla di fuoco che gli bruciava gli occhi sensibili più di quanto lo facessero le fiamme dell'Inferno - era alto sopra le loro teste. La sua luce gli era fastidiosa nonostante si fosse riparato all'ombra degli alberi, e più di una volta fu tentato di trasformarsi per usare le sue ali per ripararsi dai raggi accecanti.

C'era decisamente troppa luce. Non riusciva a capacitarsi di come gli umani potessero sopportare quella vista senza che i loro occhi mortali ne fossero scalfiti; aveva come l'impressione che decine di aghi gli si fossero conficcati negli occhi, o che dei ragni demoniaci avessero deciso di fare il nido proprio dentro le sue orbite. Ma, nonostante il fastidio che rasentava il dolore, camminava con sicurezza dietro quello stregone che continuava a professarsi mortale.

Aveva sempre odiato il potere che i mortali avevano avuto su di lui fin dall'inizio della sua lunga e tediosa vita. Quegli umani, quegli stregoni, avevano il vizio di chiamare lui ed i suoi simili con la stessa frequenza con la quale venivano torturate le anime giù negli Inferi; più spesso di quanto avrebbe ammesso, si era ritrovato ristretto in cerchi infuocati, pentagrammi e braci ardenti per esaudire il volere di donne e uomini incoscienti che ambivano a migliorare le loro vite ricorrendo ai servigi dei demoni, incuranti delle conseguenze che un aiuto esterno avrebbe comportato nelle loro esistenze.

Non si scherza con la propria anima, mortale o immortale che sia, quella era una delle regole fondamentali che tutti gli abitanti degli Inferi dovevano seguire, e che veniva rispettata almeno tanto quanto i mortali adoravano quelle loro religioni che altro non erano che deformazioni di quella verità che Taehyung chiamava casa. Una casa buia e senza fine, certo, ma era pur sempre casa.

Non tutti gli umani erano a conoscenza di quella regola che governava il suo mondo e, spesso, chi doveva mettere in guardia coloro che volevano evocare creature del sottosuolo omettevano di loro spontanea volontà quel particolare che, il più delle volte, concludeva i riti di evocazione con la morte dello sfortunato mortale.

Ma a Taehyung poco importava della vita di quegli umani.

A parte quella di Jungkook.

Jungkook.

Quel nome continuava a ronzargli nella testa senza dargli tregua, costringendolo a far ricadere costantemente lo sguardo sul ragazzo che camminava davanti a lui. Si malediva ogni qualvolta si rendeva conto di star mormorando il nome del principe tra un respiro e l'altro, emettendo bassi ringhi contrariati che facevano sobbalzare Jungkook per lo spavento.

Quel ragazzo non poteva essere un mortale, non era concepibile nemmeno per la sua mente che ormai aveva potuto assistere a molti spettacoli e a molti orrori. Il suo istinto, poi, parlava chiaro: c'era poco o nulla in Jungkook che potesse definirsi normale, ma, all'apparenza, non riusciva a trovare elementi che potessero ricollegarlo alla sua ovvia natura di stregone. Affermava di non aver niente a che fare con individui del genere - se non per la sera prima, dove Taehyung era stato evocato- e non aveva accennato a difendersi da lui se non con la mera forza fisica o con quel bastoncino che chiamava arma.

Ma Taehyung sapeva che quel principe non era mortale, il suo istinto glielo diceva chiaramente. Quando era stato evocato, Jungkook era stata l'unica persona sulla quale fosse riuscito a posare gli occhi nonostante avesse percepito la presenza di altre persone - tre, per l'esattezza. Sentiva la magia irradiarsi dal corpo del ragazzo con la stessa intensità con la quale quel sole lo stava accecando, sentendo una strana sensazione che lo aveva portato ad allungare una mano tra le fiamme nella sua direzione; non sapeva come descriverla, ma era stato qualcosa di così intenso ed improvviso che, se non fosse stato sbalzato fuori dal fuoco con irruenza, era sicuro che lo avrebbe trascinato all'Inferno per appagare quel desiderio che lo implorava di avere quel corpo vicino al suo. E lo avrebbe fatto, non era il tipo di demone che si faceva fermare dall'insignificante considerazione che, se fosse stato effettivamente umano, Jungkook sarebbe morto tra le fiamme prima ancora che le loro mani potessero sfiorarsi.

Dark Wings - TAEKOOKWhere stories live. Discover now